Wally West, nonostante la nostra netta divergenza di opinioni mi sembri un utente con cui si può discutere serenamente, quindi continuerò a farlo. Continuo a pensare che tutti gli acquirenti dei primi quattro numeri (fossero anche 1.000 persone - ma Capone parlava piuttosto di cifre di almeno 10 volte superiori) sarebbero stati felici di leggere la conclusione della vicenda che stavano seguendo; altrimenti, se così non fosse, vorrebbe significare che compravano <i>Trigger</i> nonostante non l'apprezzassero, e la cosa, in un mercato a dir poco affollatissimo, mi sembra a dir poco strana. Per tagliare la testa al toro, riformulo la mia frase: io credo che LA GRANDE MAGGIORANZA di quelli che hanno acquistato i primi quattro numeri di Trigger sia molto insoddisfatta di veder interrotta la miniserie che stava acquistando a DUE numeri dalla conclusione. E di qui non mi muovo: è quello che penso, e ne sono fermamente convinto.
Sulla questione economica: ci sarebbe stata, ne sono certo. Dici che anche i primi quattro numeri sono andati in perdita? Non mi stupirebbe. Ma gira e rigira, la cosa è comunque imputabile alla Star Comics, che si è dimostrata incapace di "leggere" il mercato e di proporre un prodotto adatto al grande pubblico. Il fatto che una casa editrice programmi una miniserie in soli sei numeri dovrebbe rappresentare una sorta di paracadute, permettendo di ridurre le perdite nel caso la testata non funzionasse. Quindi, nel momento in cui si vara una miniserie così breve si dovrebbe mettere in preventivo che economicamente questa possa rivelarsi un passo falso: ma non per questo si dovrebbe rinunciare a portarla a termine. O vuoi forse dirmi che la Star ha mandato in edicola <i>Trigger</i> con l'assoluta certezza che sarebbe stata un successo di vendite? La Star Comics è una casa editrice piuttosto grande, economicamente abbastanza solida, e come tale dovrebbe essere ben consapevole che l'insuccesso di una proposta fa parte del gioco. Ma il "patto di lealtà" con i lettori dovrebbe comunque essere rispettato, a parer mio. Vi ho promesso sei numeri? Vi do sei numeri, anche se ciò dovesse causarmi qualche problema economico. Altrimenti, se non fossi stata in grado di garantirvi una lettura completa, non avrei nemmeno iniziato a proporvi la miniserie. Io la vedo così.
Ora, mi rendo conto che è sbagliato paragonare Star Comics e Sergio Bonelli Editore... Ma ve lo vedete Bonelli che chiude <i>Caravan</i> a tre/quattro numeri dalla fine perché non vende a sufficienza? Un altro esempio: la IF, che ha ristampato <i>Un ragazzo nel Far West</i>, è stata costretta a chiudere la serie a soli tre numeri dalla conclusione. Su vari forum si è gridato allo scandalo: in quel caso, però, io ho sempre difeso Bono, perché la sua è una casa editrice estremamente piccola, con margini di guadagno piuttosto ridotti e che, economicamente, non si può permettere di lavorare in perdita nemmeno per tre numeri (sei mesi). Inoltre, la serie ristampata era molto più lunga di <i>Trigger</i>, essendo composta da una ventina di numeri e più (e probabilmente era già da un bel po' che andava in perdita). Se la si confronta alla IF, la Star è una realtà editoriale ben più grande e consolidata - pur non essendo la Bonelli -, ed è per questo che da lei mi aspetto una maggior serietà.
Se poi si va anche a leggere quel che ha scritto Capone, la sensazione di essere stati presi in giro aumenta esponenzialmente... Lo sceneggiatore afferma di voler chiudere i rapporti con la Star e questa, improvvisamente, decide di sospendere <i>Trigger</i>?! Mmm... Come si fa a non vedere un rapporto diretto tra questi due eventi?
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