Beh, è un vecchio giochino dell'intelligencija di sinistra scovare pulsioni fasciste nelle cose
O, come detto in rete da qualcuno, "la ricerca morbosa delle crepe nella lapalissiana grandezza di Paz, è pure la ricerca paracula di una prospettiva differente per raccattare qualche click/like in più".
Innanzitutto, la violenza di Paz era un tratto comune praticamente a tutto il fumetto di quegli anni, da quello più sperimentale a quello più commerciale, tipo Kriminal ed epigoni vari. C'è tutto un discorso culturale dietro, di opposizione al pietismo democristiano e alla mentalità ancora quasi rurale dell'italia di quegli anni. Paz era assolutamente consapevole che Zanardi e co. erano mostri, solo che non li giudicava: o perlomeno non li giudicava sulle pagine del suo stesso fumetto. Significativa la fine di Verde matematico, quando dice: "Se il destino seguisse una sua logica conseguenziale... ecc" in cui si fa beffe di una certa narrativa in cui alla fine c'è davvero un senso etico che chiude il cerchio della vicenda raccontata. Oppure
Assolutamente insensata la parte in cui si dice "La lingua intraducibile di Pazienza, le sue tavole non scomponibili, sono il frutto di una regola privata, geniale e bellissima, ma che esclude ogni possibile negoziazione con il mondo: un fatto privato, borghese, fascista" in opposizione ad una immaginaria lingua proletaria dell'arte. Immaginaria perché il proletarismo nell'arte è sempre stata una costruzione fatta a tavolino da qualche furbetto o da qualche artista mediocre che temeva di non farsi capire.