Cravenroad7

Ho pensato di aprire questo topic (Spero che vada bene) per parlare di questa novità arrivata abbastanza inaspettatamente:



Qua la trama:

Sembra che l'uscita sia prevista per il 2019 e dovrebbe costare 16 euro.

Quindi, cosa ne pensate? Quando ho letto la notizia non ci credevo... pensavo che fosse una ripubblicazione di qualche sua storia. Ammetto di non vedere l'ora.
Che si stia anche avvicinando l'uscita della collana "I racconti di domani"?

Da prendere a occhi chiusi

Chi mi fa le fotocopie? Ho paura di perderlo per eccesso di pigrizia...

Fattelo prestare da Vace
Vabbe comunque questo volume si prende senza discutere. Hype

mmm, boh, chissà

A me non è che Sclavi abbia mai davvero entusiasmato fuori da Dylan.
Vedremo.
Speriamo sia davvero roba nuova comunque perché già il nome del protagonista è ricorrente.

Anche la trama sembra un mash-up di due racconti, "Il testimone arcano" e "Quante volte ritornerai".

Mi chiedo se questa graphic novel non sia un dirottamento di materiale che doveva apparire sui "Racconti di domani", e quindi indichi che c'é qualche intoppo col progetto.

PS: a me invece Sclavi fuori da Dylan entusiasma a tal punto che avrei letto pure i temi che ha scritto alle medie

Inizio io.

La poetica di Sclavi qui è più o meno la stessa che negli anni abbiamo imparato a conoscere e amare, ma stavolta non si intravede quel filo di speranza, quel raggio di luce che in altre occasioni evitava allo spleen di trasformarsi in disperazione (l'amore in Non è successo niente, l'amicizia in Mostri; la fiducia nell'uomo in Dopo un lungo silenzio...).
La rassegnazione si riflette anche nei dialoghi, sempre più brevi e rarefatti, e nella quasi totale assenza dell'ironia, sostituita da un sarcasmo solo accennato.
Ecco, nella forma ma anche nel tema trattato, Le voci dell'acqua si pone in continuità con Nel Mistero. Però, se quell'albo risultava poco sentito e manierista, qui invece Sclavi, libero dalla gabbia bonelliana, dai cliché di Dylan e dai paletti del fumetto seriale, sembra molto più sincero e ispirato. E regala diverse sequenze di grande impatto, anche grazie al lavoro di sintesi e al dinamismo di Dell'Edera.

Si tratta, insomma, di un'opera compatta ed essenziale, coerente nella poetica e nelle scelte stilistiche. Può sembrare ostica o respingente, ma in realtà è estremamente efficace nel trasmettere il messaggio del suo autore.
La consiglio ad ogni dylaniato, avvertendolo di non aspettarsi una lettura "piacevole".

E' uno Sclavi libero e prigioniero insieme. Libero da qualsivoglia necessità di trama o narrazione lineare qui procede per quadri, anche del tutto indipendenti tra di loro. Prigioniero invece delle sue ossessioni e di certi temi ricorrenti, ormai da tempo, leggibili nei ritorni a Dylan (anche il precedente) e nel romanzo Il tornado di valle Scuropasso. Molto umano, in certi casi ripetitivo (anche nelle battute del personaggio femminile che ricordano quelle di Marina Kimball) in altri riesce ad essere davvero poetico.
Per me opera promossa, voterei 7, ma tenersi alla larga chi pretende a tutti i costi qualcosa di nuovo.
Discreto Dell'Edera, personalmente avrei preferito ai disegni qualcuno dei disegnatori storici di Dylan Dog.

Non ho ben capito cosa voleva raccontare Sclavi. Ho aspettato con grande trepidazione questo "Le voci dell'acqua" e l'ho subito divorato (una lettura talmente rapida, che più che una graphic novel, sembra una storia breve). Sono però perplesso.
Leggendo il nome del protagonista, temevo che sarebbe stata una scopiazzatura de "Il testimone arcano" (e conoscendo l'autore era possibilissimo). Per fortuna così non è stato. Speravo in una storia fuori dagli schemi, libera, potente e stimolante. 'Nsomma.
Frasi sconnesse, scenette veloci, atmosfera cupa e personaggi abbozzati. Lo rileggerò. Gli darò un'altra chance. Ma mi pare che tante delle recensioni che si leggono in giro siano del tipo "È bello. Perché? Beh, l'ha scritto Sclavi, quindi è per forza bello. Se non ti piace, è colpa tua che non capisci lo poetica dell'autore".

Uno Sclavi un poco sopra il proprio livello recente ("Nel mistero'), ma nello stesso stile: riciclo dei propri stilemi, ma in forma decisamente più sintetica. Peccato che la 'svolta commedia' degli anni '90 sia evaporata del tutto, lasciando spazio a questo calco di maniera della cupezza dello Sclavi degli anni '70-'80.

Sclavi e la sua poetica hanno toccato i recessi più profondi del mio animo con i romanzi, con i fumetti con le ballate, anche solo con le interviste a Tiziano.
Questo romanzo a fumetti mi è scivolato addosso, appunto, come acqua. Imperscrutabile come altri Sclavi, ma impalpabile e inconsistente.
Quasi triste, quando (auto) cita Marina del Lungo addio.

Insomma, al netto della grande capacità di adattamento di Sclavi a un medium sostanzialmente nuovo, non riesco a trovarci nulla di positivo.
Ahimè.