Un po' di mesi che non parliamo di John Doe.
Questa volta, che si cita sfacciatamente Dylan, colgo l'occasione per qualche riflessione sul numero 64.
S
P
O
I
L
E
R
Si riprendono le fila di molti discorsi lasciati in sospeso e si gettano le basi per il futuro della serie. Lo scontro con Mordred è la tappa intermedia verso la guerra a Dio e le parole del protagonista fanno tremare colui che del verbo ne ha fatto un'arma.
Il dialogo tra i due, soprattutto per quanto concerne espressività e mimica dei volti è reso magistralmente da Dell'Edera. Ed è una chiave di lettura davvero interessante che ribalta il concetto di vita e morte associato all'idea del libero arbitrio (normalmente appannaggio della vita, ora nelle mani e nelle intenzioni della morte).
Il tutto però senza dimenticare che siamo di fronte a un bel western, anche piuttosto classico come schema di fondo, impreziosito da innumerevoli citazioni e dal ritorno di Titus.
Il ritmo è quello cui ci ha fin qui abituato Roberto Recchioni: equilibrati i tempi narrativi nella loro ritmica sempre rigorosamente incalzante, con la solita sarabanda di dialoghi spacconi e d'effetto tra i vari attori dell'action movie.
I miei gusti musicali sono piuttosto lontani da quelli degli autori di John Doe, ma voglio lo stesso partecipare alla sfida che lanciano dalle pagine della posta:
Alice Cooper
Lemmy Kilmister
Angus Young
Axel Rose
Slash
Zack Wylde
Tommy Lee
A.
P.S. A pagina 7 mi sembra ci sia un errore di sceneggiatura o (molto più presumibilmente) di lettering.
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