Leggo da poco John Doe ma lo trovo affascinante. Ho scoperto tra le tavole, dei tratti che me lo rendono caro e lo differenziano nitidamente da Dylan. Stanotte pensavo alla genesi del personaggio e ho avuto una folgorazione nottambula (inutile chiederlo...non vi rivelerò il nome del mio pusher nè quello della 'robba' che mi faccio[:)])...il precedente letterario più illustre di JD è la Danse Macabre medievale. Lo straordinario sottotesto del fumetto prosegue la tradizione di rappresentare la morte sorridendo. Ci sono i connotati originali della danza: il richiamo alla brevità della vita, l'ammonimento ai potenti, il sorriso della morte che come nel Settimo Sigillo di Bergman non ha nulla da svelare...non ha segreti. Nel mondo comtemporaneo la morte è stata emarginata, ritualizzata per non guardare sotto la sua maschera, tenuta lontano come un pensiero che ci ostiniamo a reprimere, John Doe presenta una morte industriale che parla alle sue vittime con cinismo e sarcasmo talvolta con l'arroganza tipica del suo potere. Tutti belli e desiderabili i personaggi femminili che corteggiano JD, un altro indizio che va nel senso di un apparentamento culturale con la danza medioevale...il tema della Morte e la fanciulla, che mentre richiama il binomio indissolubile della prorompente bellezza destinata a sfiorire e morire, scopre il confine oscuro tra morte e sessualità. Smarrirsi nei corpi come morire. Spero di non aver sbroccato troppo sul tema e aspetto i vostri commenti sulla lettura.
Feci la danza di Macabro
che a tutti fa seguire i propri passi
e li conduce alla fossa.
"Respit de la Mort", Jean Lefebre
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