trevor2015 ha scritto:
Ho visto gli spietati capolavoro di sconfitto morale. Un uomo che era spietato killer, il peggiore di tutti, sempre ubriaco, uccideva anche vecchi e donne senza rimorso, ma che è cambiato, grazie alla povera moglie. Fa il contadino da 10 anni, ha smesso di bere, è rimasto vedovo da 3 e ha due figli. Ma i soldi sono pochi allora si parte per uccidere due vaccari che hanno una taglia sulla testa per avere sfregiato una prostituta. Ma uno sceriffo bastardo e violento si mette in mezzo. Bellissimo il finale con Eastwood incazzato nero che torna a bere, ammazza tutto quello che vede respirare e capisce che quello è un momento di fallimento per il suo personaggio,che diventa Spietato quando non voleva più esserlo.
Secondo me il film è molto più ambiguo e non così moralista.
Quello di Eastwood non è tanto un film crepuscolare e revisionista, ne "Gli spietati" la smitizzazione del genere (che comunque non è nulla di nuovo o di più radicale di quanto visto in molti film degli anni 70) è solo il punto di partenza, qualcosa che viene dato già per scontato fin dalla prima scena, perché poi nel corso del film invece abbiamo una rifondazione del mito, per quanto cupa e "nera". Come se Eastwwod dicesse: "sì erano brutti, sporchi, cattivi e facevano cose orribili... ma erano comunque bigger than life".