Caro Giovanni,
mi permetto di darti del tu perché, per quanto i nostri ruoli siano diversissimi, tu, io e tutti gli utenti di questo forum siamo accomunati dalla passione per il nostro "old boy": insomma, siamo tutti dylaniani, e fra dylaniani è inutile perdersi in formalità.
Comunque sia, chi legge questo forum sa che in passato ti ho più volte criticato - talora anche aspramente - perché deluso da alcune scelte redazionali di cui, in quanto curatore, ti consideravo responsabile. Se ora ti scrivo non è però per lamentarmi, bensì per complimentarmi: a mio modesto parere, negli ultimi due mesi una testata che in molti considerano morta e sepolta sta dando timidi segnali di risveglio, e un personaggio che pareva irrimediabilmente mummificato (o ridotto a zombie) sembra sulla via della resurrezione. Non so se si tratti dei primi frutti di un lavoro che procede da un po' o semplicemente di una coincidenza; fatto sta che ho avuto modo di leggere due storie interessanti, valide, vitali: il che non accadeva da tempo. Imperfette, ok, ma non è un problema: nessuno chiede la perfezione una volta al mese.
Complimenti, caro Giovanni, per aver scelto di pubblicare due storie così: entrambe anomale (perlomeno per gli standard odierni della testata), ambigue, particolari. Un curatore di testata che sceglie di mandare in stampa albi così dimostra di essere affezionato al personaggio e di averlo ancora caro, nonostante tutto. Vuoi fare felice un appassionato lettore dylaniano che segue il nostro (mio, tuo, di tutti i lettori) indagatore dell'incubo dal 1986? Fa' in modo che questi due episodi non rimangano un caso isolato. Ribadisco che non mi aspetto un capolavoro al mese: a me bastano questi guizzi di creatività e di vitalità, questa volontà di osare, di trattare il personaggio come qualcosa di vivo e mutevole, ancora capace di sorprendere dopo oltre cinque lustri. Lascia che gli autori scrivano, che si sbizzarriscano, che osino: che tornino allo splatter, se vogliono; che tornino a raccontare Dylan come l'eterno adolescente immaturo e farfallone che in principio era, se credono. Che siano liberi da paletti e imposizioni troppo restrittive, insomma. Fai in modo che Dylan torni una testata che sperimenta, che innova, che sbeffeggia la continuity, che si muove fuori dagli schemi talora troppo rigidi della serialità.
E poi, se proprio vuoi rendermi felice, fai di tutto per far tornare Medda, Recchioni, Enna, Barbato: sono già molti impegnati, certo, ma scommetto che tra una sceneggiatura e l'altra dei rispettivi progetti troveranno volentieri il tempo per scrivere qualche paginetta di Dylan, perché sono certo che anche loro considerano il caro "old boy" come un vecchio amico, uno dal quale ogni tanto si torna volentieri.
Oppure non fare nulla di tutto questo, se credi; però mantienilo in vita, il nostro Dylan, e fai tutto quel che puoi per farlo tornare in possesso di quell'anima che ogni tanto - spesso - sembra aver smarrito. Buon lavoro.
Con stima e rinnovata fiducia,
rimatt