<BLOCKQUOTE id=quote><font size=1 face="Verdana, Arial, Helvetica" id=quote>quote:<hr height=1 noshade id=quote>
Triss, il discorso sui bottoni lo avevo iniziato io, ma voleva essere una cosa ironica! Di certo non è su quello che baso il mio gradimento di una copertina <img src=icon_smile.gif border=0 align=middle>. A me le copertine di Stano non dispiacciono, pure tra le ultime alcune le trovo molto belle, tipo quella di "Necropolis" o quella di "Nebbia". Non compro Martin Mystere, per cui non posso fare paragoni, ma non mi pare che quelle di DD siano così brutte. Se non ricordo male (non mi va di andare a riguardarmele tutte!) Villa rappresentava un momento specifico della storia, mentre Stano tende a rappresentare una scena o a partire dal titolo, o che comunque ha in comune con la storia solamente l'atmosfera. Questo è un bene o un male? Se Stano ha l'intuito crea delle immagini emozionanti, di forte impatto visivo, a me piacciono moltissimo ad esempio "Il sorriso dell'oscura signora" o "Phobia", altre volte, come l'ultima o quella de "L'uccisore di streghe" sono piuttosto (e anzichenò) insignificanti. Io lo preferisco a Villa, e non ho ben capito quali critiche gli vengono mosse al di là del "non mi piace", alla quale c'è ben poco da ribattere...
"Io non guardo il tramonto sentendo le voci, penso solo che dio ha un bell'impianto luci..." (Afterhours)
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Il discorso sui bottoni l'ha portato avanti anche qualcun altro. Cmq non mi riferivo a te. A me Stano piace. è diverso da Villa, quindi non oserei fare un paragone che tra l'altro sarebbe del tutto inopportuno. Quello era un tempo, questo è un altro. Ciò che, invece, il mio discorso ha voluto sottolineare è la creatività delle copertine. Non certo dipende da Stano.
MM non bisogna leggerlo. Basta guardare in genere come ancora riesce a promuovere creatività solo in copertina e a stupire il lettore.
Diciamocelo francamente, gli ultimi DYD, appunto IL Pozzo... e L'Uccisore sono davvero al limite del banale. E ce ne sono tante altre. Dylan si distingueva anche per le copertine. Prendi quella di Gente che scompare. Incredibile. Suscitava quel senso di assurdo. Oppure, che ne so, Il settimo girone, praticamente eccezionale.
E qui rispondo a GAS. è vero che la copertina non c'entra proprio alla lettere con l'albo in questione, ma è solo una metafora per indicare che Dylan sarebbe stato in traghettatore nel girone degli assassini. è una metafora. Sclavi, a differeza della Barbato, spesso realizzava nell'albo stesso la metafora di copertina. Ma sono stili diversi.
CMq tutto il mio discorso, se Stano non vi piace, è nullo. Non avrei alcuna buona ragione che farebbe cambiare idea. Mentre siamo a buon punto se, invece, di criticare lo stile intero dell'autore senza nulla salvare, appuntassimo l'attenzione sulla RAPPRESENTAZIONE CREATIVA della copertina. E questo non si può fare se Stano vi fa skifo.
Io penso che il calo dovuto allo straripante RUju riguardo alle storie, il suo mondo di procedere si stia riflettendo anche sulle copertine, le quali probabilmente sono un po' influenzate da lui.
Tutto qui.
Necropolis ha una bella copertina, ma non colpisce più di tanto. IL SETTIMO GIRONE ha veramente una copertina conturbante. Anche Nebbia. Ma facendoci caso, sono tutti albi scritti da autori differenti: le belle copertine spesso coincidono anche con albi belli. Insomma la copertina può essere già un indizio. Ma può avvenire anche il contrario. Tutto può avvenire. L'importante è non fissarsi con uno stile per ripudiare in toto l'intero stile. Così viene meno la critica costruttiva.
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