<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">rimatt:
Dici che queste due sceneggiature di Chiaverotti sono a livello di quella de L'ospite sgradito. E io ti dico: per me non ci si avvicinano nemmeno lontanamente. Pari e patta, no? Per passare dal campo dei gusti personali a quello dell'oggettività, a questo punto ti chiedo: per quale motivo tu ritieni queste due storie TECNICAMENTE valide? Mi sembra una richiesta legittima, quindi non capisco la tua replica del post successivo.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Certo che è una richiesta legittima e se vuoi un giorno di questi, albi alla mano, ti illustro pagina per pagina perché queste due storie mi sembrino costituite da sceneggiature TECNICAMENTE eccellenti. Ma per il momento mi limito a capovolgerti la domanda e ti chiedo: perché queste due sceneggiature sono TECNICAMENTE inferiori all'Ospite sgradito? Anche la mia è una richiesta legittima.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Questa non la capisco proprio. Sclavi adolescenziale? Può anche darsi - ma non lo darei per scontato - che il messaggio di fondo lanciato in certi numeri risulti in un certo qual modo adolescenziale... Ma quando si parla di TECNICA di sceneggiatura (perché Triss sta parlando proprio di questo), non vedo niente di adolescenziale nel Dylan Dog di Sclavi: c'è, semmai, uno scrittore all'apice della propria capacità artistica. Chiaverotti è un giovanotto entusiasta e nulla più, IMO<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Ahahah, io lascerei che sia Triss a parlare di ciò di cui sta parlando, senza che qualcun altro ne faccia le veci. Comunque...io parlavo del modo in cui venivano veicolati alcuni messaggi; per quanto riguarda la TECNICA sono più che d'accordo con te su Sclavi, però a questo punto vorrei sapere DATI ALLA MANO, OGGETTIVI, INCONTROVERTIBILI, del perché Chiaverotti sarebbe soltanto un giovanotto entusiasta, perché è di questo che stiamo parlando, di dati OGGETTIVI, non di qualcosa che si concluda con un IMO.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">E qui si ricade nell'equivoco. Vogliamo dare per scontato il fatto che il tema di Johnny Freak sia - per così dire - adolescenziale? Facciamolo pure. Ma si può obiettivamente dire che il bello di una storia stia tutto nella sua trama, o anche solo nel soggetto? Assolutamente no: a contare non è quel che si scrive, ma COME lo si scrive. La sceneggiatura, insomma. I migliori Dylan Dog sono IMO dei gioielli di sceneggiatura, mentre i soggetti sono quantomeno trascurabili.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Ed ancora una volta sono più che d'accordo con te, ma se Triss scrive che Chiaverotti è la "versione" adolescenziale di Sclavi, senza ulteriori specificazioni, è lecito fraintendere cosa Triss voglia dire con "versione" adolescenziale: stiamo parlando di soggetto, sceneggiatura, tematiche, espedienti, tutto questo insieme o cosa? Io sono stato portato a credere che Triss parlasse ANCHE di tematiche quando mi spiegava "Vittime designate" in termini di complesso messaggio o "Goblin" in termini di tematiche affrontate solo in superficie, appunto adolescenzialmente.
Che poi la tecnica di sceneggiatura di Chiaverotti sia adolescenziale (a parte il fatto che trovo questa definizione di per sè molto poco professionale) è tutto da dimostrare.
Piuttosto siccome questo è i topic di "Reality Show" io proverei ad analizzare QUESTA sceneggiatura e vorrei vedere se sei in grado di definirla migliore del migliore Chiaverotti.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">A parte che ritengo di aver capito sufficientemente bene Caccia alle streghe, il nocciolo della questione è proprio che Sclavi è (era) un maestro come SCENEGGIATORE, e al pieno delle proprie potenzialità le sue vulcaniche e impeccabili sceneggiature gli permettevano di rendere indimenticabili soggetti che nelle mani di QUALUNQUE ALTRO sceneggiatore sarebbero diventati qualcosa di trascurabile.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
ancora una volta sono d'accordo su Sclavi ma...cosa c'entra con il discorso che stiamo facendo? Triss scriveva che le scenggiature di Chiaverotti sono pressappoco senza nè capo né coda, io gli rispondo che Sclavi non è da meno, tu mi rispondi che Sclavi può permetterselo perchè tanto le sue storie sono indimenticabili in ogni caso e io ti rispondo che storie come "Il buio", "Goblin", "La clessidra di pietra", "La fata del male" e "Lontano dalla luce" (giuste per citarne poche) riesco ancora a ricordarle a distanza di anni, ricordo certi snodi narrativi, certe evoluzioni della trama, certi cambiamenti di scena che oltre ad essere caratteristiche della storia sono caratteristiche della SCENEGGIATURA. Ma se vuoi dirmi che questo non è possibile perché Chiaverotti è uno scrittore adolescenziale e quindi ciò che scrive scorre via dalla memoria come l'acqua in un fiume allora che ti devo dire? Avrai ragione tu...
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Ma no, assolutamente no. Triss sta semplicemente cercando di dire che Brendon dimostra in modo ancor più netto le carenze di Chiaverotti come sceneggiatore. Non si parla di interpretazione delle caratteristiche di un personaggio, ma solo di capacità tecniche nello sceneggiare.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Ancora una volta vorrei che fosse Triss a chiarire il suo pensiero, non un interposto, non fosse altro che con questo metodo si creano più facilmente diffrazioni e fraintendimenti. Per le carenze di Chiaverotti come sceneggiatore mi avvalgo di quanto già scritto in precedenza. Però...dirigere una propria testata, da parte di uno sceneggiatore così carente, concedimi di trovarlo quanto meno improbabile.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Allo stesso modo, tu hai sostenuto che Chiaverotti è un grande interprete di Dylan Dog sulla base di... Di cosa? Hai detto che alcune sue sceneggiature sono ottime, ma di elementi che lo dimostrino inequivocabilmente non ne trovo, e per quello ti invitavo a inserirne qualcuno, in modo da poter spostare la discussione sul piano dell'oggettività (perché se si parla di soggettività, non si va da nessuna parte).<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Premessa: io non ho sostenuto che Chiaverotti è un grande interprete di Dylan Dog (per chiarire ogni possibile ambiguità, sì, lo penso che Chiaverotti sia un grande interprete di Dylan Dog, ma come al solito non è questo il punto). Io ho sostenuto che non capisco in base a quali criteri OGGETTIVI, perché il fulcro attorno a cui verte tutto è questo, l'oggettività, Triss sostenga che Medda è il più grande interprete di Dylan Dog dopo lo sclavi di un tempo. Che poi lo sia davvero è possibile (ritengo improbabile), ma non mi interessa, come non mi interessa dire o sapere se lo sia Chiaverotti. Io voglio i FATTI che fanno di Medda l'"erede" di Sclavi.
Tutta questa discussione è basata su un fraintendimento di fondo. Che esista un'oggettività che decreti che Medda è il miglior interprete di Dyd dopo il vecchio Sclavi: tu mi esorti a riportare dei dati oggettivi che motivino il mio discorso e già nel mio post precedente rimatt ti ho risposto che proprio Triss, il fautore dell'oggettività, NON HA RIPORTATO NESSUN DATO OGGETTIVO per avvalorare il SUO discorso. Non sono io ad aver parlato di oggettività, è stato Triss, quindi mi aspetterei almeno da lui una maggiore coerenza con se stesso che non io che non ho mai parlato di un'oggettività tale che permetta di stabilire delle tassonomie o delle gerarchie decrescenti fra i diversi autori della testata Dylan Dog.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Ma torno a parlare di Medda. Attraverso Dylan, Medda ci racconta il mondo, racconta la società, racconta se stesso. Attraverso Dylan, Medda INTERPRETA il mondo, fornendocene la propria visione. Dylan è usato come una specie di filtro. Non era quel che faceva (e che cerca di fare tuttora, seppur con meno incisività) Sclavi? Le conclusioni a cui giunge Medda non saranno le stesse a cui giunge(va) Sclavi, ma a mio modo di vedere non sono certo antitetiche, né tantomeno incompatibili (come paiono essere, sempre più spesso, quelle della pur bravissima Barbato). E a parte questo, Medda "usa" Dylan in modo impeccabile: la caratterizzazione del personaggio è azzeccatissima, perfetta, e bastano solo alcune battute di Reality Show a rendersene conto. A questo aggiungo che lo sceneggiatore sardo è tecnicamente bravissimo, ed ecco fatto.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
La prima parte di quest'ultimo segmento è inutile ai fini del nostro discorso: credo che tu, come già Triss, ti stia lasciando prendere dalla foga del tuo discorso e in ogni caso
io potrei risponderti che attraverso Dyd Mignacco/Marcheselli/Ruju/Enna/Masiero/Chiaverotti/Manfredi/Faraci etc. raccontano il mondo, la società e se stessi e li INTERPRETANO, fornendocene la propria visione, proprio come fa(ceva) Sclavi. Anche molte delle conclusioni cui giungono gli autori da me citati non sono antitetiche a quelle di Sclavi, né tanto meno incompatibili. E nessuno nega che Medda possa usare Dylan in modo impeccabile, dunque?
La caratterizzazione del personaggio è sicuramente azzeccatissima, dunque? Perfetta? Mi sembra un'esagerazione. E poche battute di "Reality show" bastano per avvalorare la tua tesi quanto altrettante battute tratte da "La famiglia Milford" o da "Homo homini lupus" bastano a far cadere la tua tesi. Lo sceneggiatore sardo sarà anche tecnicamente bravissimo, non lo nego, ma proprio in "Reality show" la sua bravura è alquanto discutibile.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">E ovviamente, quando dicevo che a leggerti sembra addirittura che tu preferisca Medda a Sclavi, intendevo essere provocatorio. Dai per scontato, infatti, che Medda scriva (o sia in grado di scrivere) delle ottime sceneggiature, e poi descrivi in un modo tutt'altro che lusinghiero (almeno secondo il mio punto di vista) lo stesso Sclavi. <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
No aspetta, perché ho accomunato il modo di scrivere di Chiaverotti a quello di Sclavi o perché non ritengo che Sclavi sia uno dei più grandi narratori del Novecento allora ne parlo in modo non lusinghiero? Che modo di ragionare è? A parte che le lusinghe mi danno il voltastomaco, ma non mi sembra di aver mai sminuito l'operato di Sclavi, o in caso contrario vorrei che mi facessi presente dove e in che modo l'ho fatto.
E alla fine...cosa hai voluto dire?
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by rimatt</i>
<br />Delle sceneggiature di Chiaverotti mi riservo di parlare in un altro momento, con un albo sottomano.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Ahahah, io lascerei che sia Triss a parlare di ciò di cui sta parlando, senza che qualcun altro ne faccia le veci. Comunque...io parlavo del modo in cui venivano veicolati alcuni messaggi; per quanto riguarda la TECNICA sono più che d'accordo con te su Sclavi, però a questo punto vorrei sapere DATI ALLA MANO, OGGETTIVI, INCONTROVERTIBILI, del perché Chiaverotti sarebbe soltanto un giovanotto entusiasta, perché è di questo che stiamo parlando, di dati OGGETTIVI, non di qualcosa che si concluda con un IMO.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Bah. Ho cercato di interpretare il pensiero di Triss, e del resto è quel che hai fatto anche tu nel momento stesso in cui hai deciso di rispondere al suo intervento. Se la cosa ti dà fastidio me ne scuso, ma non mi pareva ci fosse niente di male. L'IMO finale l'ho scritto più che altro per abitudine. Vuoi un dato OGGETTIVO E INCONTROVERTIBILE che ti dimostri che Chiaverotti, all'epoca dei suoi primi Dylan Dog, era "soltanto" (ma non intendevo affatto sminuirlo, nello scriverlo) un giovanotto entusiasta? Chiaverotti è del 1965 e ha iniziato a lavorare a Dylan Dog nella seconda metà degli anni Ottanta, poco più che ventenne. Credici o no, quando ho scritto "giovanotto" intendevo semplicemente fare riferimento alla sua giovane età e alla sua inesperienza nel mondo dei fumetti, a cui immaginavo sopperisse con l'entusiasmo. Ma non con un'abilità tecnica equiparabile a quella di Sclavi (o di un Medda), per come la vedo. Ora, però, non ho nessun albo sottomano e quindi non mi azzardo a proseguire il discorso.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Che poi la tecnica di sceneggiatura di Chiaverotti sia adolescenziale (a parte il fatto che trovo questa definizione di per sè molto poco professionale) è tutto da dimostrare.
Piuttosto siccome questo è i topic di "Reality Show" io proverei ad analizzare QUESTA sceneggiatura e vorrei vedere se sei in grado di definirla migliore del migliore Chiaverotti.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Ho scritto che Chiaverotti sceneggia in modo adolescenziale? Non mi sembra.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">ancora una volta sono d'accordo su Sclavi ma...cosa c'entra con il discorso che stiamo facendo? Triss scriveva che le scenggiature di Chiaverotti sono pressappoco senza nè capo né coda, io gli rispondo che Sclavi non è da meno, tu mi rispondi che Sclavi può permetterselo perchè tanto le sue storie sono indimenticabili in ogni caso e io ti rispondo che storie come "Il buio", "Goblin", "La clessidra di pietra", "La fata del male" e "Lontano dalla luce" (giuste per citarne poche) riesco ancora a ricordarle a distanza di anni, ricordo certi snodi narrativi, certe evoluzioni della trama, certi cambiamenti di scena che oltre ad essere caratteristiche della storia sono caratteristiche della SCENEGGIATURA. Ma se vuoi dirmi che questo non è possibile perché Chiaverotti è uno scrittore adolescenziale e quindi ciò che scrive scorre via dalla memoria come l'acqua in un fiume allora che ti devo dire? Avrai ragione tu...<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
La ragione si dà ai matti, io non sto certo scrivendo per dimostrare di aver ragione. E comunque ribadisco che non mi pare di aver mai scritto che Chiaverotti è uno scrittore adolescenziale. Sta di fatto che su di me le sue sceneggiature non hanno mai avuto un grande impatto, ma con questo non voglio certo criticare i tuoi gusti, anzi, mi dispiace se ti ho dato quest'impressione.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Ancora una volta vorrei che fosse Triss a chiarire il suo pensiero, non un interposto, non fosse altro che con questo metodo si creano più facilmente diffrazioni e fraintendimenti. Per le carenze di Chiaverotti come sceneggiatore mi avvalgo di quanto già scritto in precedenza. Però...dirigere una propria testata, da parte di uno sceneggiatore così carente, concedimi di trovarlo quanto meno improbabile.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Rispondo con un esempio OT: da ormai un decennio, Tex è lasciato in mano (anzi, in balìa) di un Nizzi che definire indifendibile è un eufemismo. E Tex è la testata "storica" (nonché la più venduta) della Bonelli...
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">La prima parte di quest'ultimo segmento è inutile ai fini del nostro discorso: credo che tu, come già Triss, ti stia lasciando prendere dalla foga del tuo discorso e in ogni caso io potrei risponderti che attraverso Dyd Mignacco/Marcheselli/Ruju/Enna/Masiero/Chiaverotti/Manfredi/Faraci etc. raccontano il mondo, la società e se stessi e li INTERPRETANO, fornendocene la propria visione, proprio come fa(ceva) Sclavi. Anche molte delle conclusioni cui giungono gli autori da me citati non sono antitetiche a quelle di Sclavi, né tanto meno incompatibili. <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Potresti rispondere così, certo, ma saresti sincero? Quando Medda scrive non si accontenta mai di raccontare una semplice storia (non che ci sia niente di male nel farlo), ma cerca sempre di trasmettere un messaggio, di fornire un'ulteriore chiave di lettura. Lo dimostra <i>L'ospite sgradito</i>, lo dimostra <i>Vittime designate</i>, lo dimostra perfino <i>Reality Show</i>. Lo ribadisco: attraverso Dylan, Medda ci racconta il mondo contemporaneo. Puoi sinceramente dire che Mignacco, Masiero, Chiaverotti, Manfredi, faraci, Enna fanno lo stesso? Ruju ci ha provato, a volte (in <i>L'altro</i>, <i>L'eterna illusione</i>, forse anche in <i>Macchie solari</i>), e ha scritto alcune delle sue sceneggiature migliori, ma in genere tende a rifugiarsi nel "semplice" mestiere e in storie "usa e getta".
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">E nessuno nega che Medda possa usare Dylan in modo impeccabile, dunque?
La caratterizzazione del personaggio è sicuramente azzeccatissima, dunque? Perfetta? Mi sembra un'esagerazione. E poche battute di "Reality show" bastano per avvalorare la tua tesi quanto altrettante battute tratte da "La famiglia Milford" o da "Homo homini lupus" bastano a far cadere la tua tesi. Lo sceneggiatore sardo sarà anche tecnicamente bravissimo, non lo nego, ma proprio in "Reality show" la sua bravura è alquanto discutibile.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
No, aspetta. Ho citato <i>Reality Show</i> non perché la consideri un capolavoro, ma per dire che a mia opinione anche in una storia imperfetta come questa Medda dimostra di essere capace di interpretare al meglio l'indagatore dell'incubo. L'albo non è impeccabile, ma mi sembra che nonostante questo lo sceneggiatore sardo dia prova di una certa dimestichezza nel gestire il personaggio.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">No aspetta, perché ho accomunato il modo di
scrivere di Chiaverotti a quello di Sclavi o perché non ritengo che Sclavi sia uno dei più grandi narratori del Novecento allora ne parlo in modo non lusinghiero? Che modo di ragionare è? A parte che le lusinghe mi danno il voltastomaco, ma non mi sembra di aver mai sminuito l'operato di Sclavi, o in caso contrario vorrei che mi facessi presente dove e in che modo l'ho fatto.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Allora, con calma. Ho scritto che la mia era un'interpretazione volutamente provocatoria, no? Sta di fatto che, quando scrivi che Dylan Dog era "un personaggio adolescenziale e scritto con una foga ed un impeto adolescenziali dal suo creatore", non mi trovi affatto d'accordo e a parer mio finisci con lo sminuire Sclavi. Dylan Dog era un personaggio estremamente maturo (seppur dotato di caratterisctiche volutamente adolescenziali), scritto con grande capacità da un autore che era nel pieno della propria maturità artistica, pienamente padrone dei propri mezzi. Non parlerei mai di impeto e foga adolescenziali, semmai di razionalità e abilità tecnica.
Tra parentesi, do per scontato che tu non volessi affatto sminuire Sclavi; ciò nonostante, non è detto che la tua frase non possa essere provocatoriamente letta anche in altro modo (ed è quel che ho fatto io).
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">E alla fine...cosa hai voluto dire? <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Cercavo solo di alimentare la discussione, e l'ho fatto rispondendo punto per punto alle tue osservazioni. Se il mio post ti è sembrato incomprensibile e inconcludente, sono spiacente. Ho cercato di esprimermi con chiarezza, ci sta anche che non ci sia riuscito.
Ciao
Teo
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Triss</i>
<br />Visto che gli interventi si vanno accavallando e intensificando, credo che sarà impossibile chiarire alcunché. Soprattutto, il termine oggettività che continua a essere totalmente frainteso da Dario84.
Di questo passo, posso dimostrarti, caro Dario, che le mie novelle scritte in età adolescenziale con sgrammaticature e iperboli spinte all?estremo, siano scritte benissimo. Perché è ormai di questo che si parla: tutto può essere uguale a tutto e ognuno può dimostrare quel che vuole.
Vedo una totale e netta differenza fra e me e il tuo pensiero che non mi permette minimamente di provarti alcunché. Anche perché, mi pare, che tu ti aspetti un dato oggettivo, risolutivo e definitivo al pari di un?illuminazione extra-terrena. Cosa che, ovviamente, non c?è e non potrai avere. Né potrai avere un dato oggettivo che ti faccia sussultare:?Triss, lo vedo anch?io!?. Tu aspetti una visione più che un discorso, che per forza di cose, in un forum, senza una prossimità fisica, deve essere sintetico.
Comunque, ho letto il tuo ultimo intervento con Rimatt e sono d?accordo con poche cose.
Tuttavia, avendo anzitempo scritto il seguente post, per forza di cose sarò costretto a ripetere concetti già espressi da Rimatt.
Innanzitutto tu hai scritto:
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Cari Triss e rimatt, sono i vostri pareri a stravolgere i fatti.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
? e questo _prima_ che io pubblicassi il post nel quale poi ho incluso anche il tuo pensiero, (avendolo visto solo all?ultimo secondo ho rifatto semplicemente l?EDIT)
Tu hai risposto al post successivo, non a quelli precedenti. Quindi devi dirmi che cosa era stravolto _prima_ di quel mio lungo intervento. Quali fatti, dato che non avevo esposto granché.
Io ho scritto:?Però, oltre al merito di saper scrivere, al nostro Michele va anche quello di aver capito la scrittura sclaviana sin dagli inizi degli anni 90. E non sono broccoletti, cacchio! Lo dimostrò con Nathan Never. Ricordo un numero in cui vi erano dei chiari riferimenti a Sclavi.?
I riferimenti erano alla scrittura di Sclavi. Dal senso generale del periodo, è facile intuirlo. Prendendo solo il pezzo:?Ricordo un numero in cui vi erano dei chiari riferimenti a Sclavi? è ovvio che rischia di essere soggetto a quella interpretazione di cui mi ?accusi? ( non in tribunale!).
Ma ammettiamo pure che io abbia usato una espressione poco felice, su cui l?attenzione si va poi a fissare, estrapolando quanto tu affermi, e cioè:
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Spiegami cosa significa che in un numero di Nathan Never vi sono chiari riferimenti a Sclavi. Se in "L'assassino è tra noi" di Sclavi vi sono dei chiari riferimenti al film "Identità", o in altri albi vi sono innumerevoli riferimenti a Psycho, vuol dire che Sclavi ha compreso appieno lo stile di James Mangold o di Hitchcock?
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Te lo spiego. Medda decostruì/ricostruì la scrittura di Sclavi attraverso un numero di Nathan Never mostrando in tempi ancora acerbi di conoscere profondamente quel tipo di narrazione. E questo in tempi molto particolari, allorché la critica tendeva a non essere tanto benevola con Dylan Dog. La critica, appunto. Perché Dylan Dog non è stato solo un fenomeno sociale, ma anche ? e soprattutto ? letterario. I fumetti sono letteratura disegnata ( parole mie, ma anche di Sergio Bonelli, di Medda stesso e dell?intero staff di uBC che sta cercando di portare a galla la Nona Arte ) e coloro che li scrivono non sono scribacchini qualsiasi. Tu dovresti saperlo meglio di me, se hai letto i capolavori di Sclavi quali Memorie dall?Invisibile, La Casa degli Uomini perduti, Golconda ecc. Non puoi affermare:
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Oddio, cosa leggono i miei occhi! Sclavi uno dei più grandi narratori del Novecento...
Se pure questo è un fatto allora io aggiungo che Mollica è uno dei più grandi giornalisti attualmente operanti! E con questo non voglio sminuire l'operato di Sclavi, ma uno dei più grandi narratori del '900 è proprio troppo grossa!
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
? se riconosci il fumetto come narrativa disegnata. Peraltro, difficile da scrivere e che non tutti sanno fare.
Qualcuno ha detto prima di me, a proposito di G.L. Bonelli, che è stato forse il più grande narratore del Novecento ( questa sarebbe molto grossa, eh? ).
Sclavi non ha nulla da invidiare al miglior Pirandello carissimo Dario. La prova? La prova è solo quella di leggere e valutare che cosa ha scritto Sclavi. In questo difficilmente posso sostituirmi a te.
Però, non dovremmo essere a questo punto, perché altrimenti il dialogo rischia di trasformarsi in quello ?tra sordi?. Spero vivamente che la tua sia stata una battuta poco felice.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Infatti il livello di scrittura è così sostanzialmente diverso che non vedo in che modo si possa scrivere che Medda è l'erede di Sclavi o il miglior interprete di Dyd dopo lo Sclavi di un tempo. Argomenterò in seguito.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Che cos?hanno in comune? Un personaggio da scrivere. Un personaggio oggettivo, da scrivere.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Che quella dell'Ospite sgradito sia un'ottima sceneggiatura è fuor di dubbio, ma...dire che "Il gioco del destino" o "Il confine" le sono da meno mi sembra quanto meno riduttivo. Per quanto riguarda "Vittime designate" mai il messaggio e la sceneggiatura furono più lontane da quelle sclaviane, piuttosto ti esorto a pensare a "Lontano dalla luce".
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Riduttivo? Sarebbe riduttivo per L?Ospite Sgradito. Il Confine è una storia accettabile entro certi limiti. Anche interessante. Ma Lontano dalla Luce è una di quelle con il finale ?finto? chiaverottiano, dove per concludere le pagine si usa un espediente molto sbrigativo. Il riflesso mostruoso sull?ascia e il suicidio dell?assassina, mi sembra. Per il resto, vado a memoria. L?ho letto troppi anni fa.
Per quanto riguarda Vittime Designate Medda ha perfettamente compreso la filosofia di Dylan Dog come specchio dei tempi. Soggetto debole, quasi scialbo, così come le presenze fantasma, a fronte di una sceneggiatura eccellente dove il messaggio si fa voce dell?autore attraverso il personaggio. Così come era per Sclavi. Sappi che per scrivere Dylan Dog un autore non si deve rinnegare in quanto altra persona, ma scrivere ciò che vuole tenendo fermi i punti fondamentali del personaggio. In questo Medda è erede di un oggetto simbolico consegnato al pubblico con determinate caratteristiche che non possono essere negate. Ma possono essere usate per veicolare tutto quel che si vuole. Sclavi ha praticamente scritto un personaggio che può parlare di ogni cosa, purché lo si sappia fare. Questo era quel dato di fatto ( o oggettivo se preferisci ) che tu chiaramente hai smentito alla luce del ?tutto è uguale a tutto?: qualunque sceneggiatore da Mignacco a Masiero e via dicendo sono in grado di interpretare Dylan Dog, con la loro sensibilità e il loro messaggio.
( Nel dialogo con Rimatt, intendo.). Questa conclusione cui tu sei arrivato annulla qualunque differenziazione. Ed è inutile continuare a parlarne, a questo punto. Perché ometti il ?come?, la modalità, a favore di un principio nominale e formale, cui tutti gli sceneggiatori sottostanno ( o, almeno, dovrebbero ). Dunque? Dunque, fine del discorso: tutto si annulla con tutto.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Credo che qui ti stia lasciando trascinare dall'entusiasmo del tuo stesso discorso...capolavoro l e t t e r a r i o...mah.
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Nel Battito del tempo, capolavoro meddiano, la favola di Peter Pan ( letteratura ) viene riletta in chiave moderna, attraverso una tragedia. La sceneggiatura gronda riferimenti letterari ed è essa stessa un?opera letteraria. Un esempio dylandoghiano, per l?ennesima volta perfetto. Dire qualcosa attraverso quel personaggio, senza snaturarlo o banalizzarlo, o stravolgerlo. Ho risposto già sull? ?entusiasmo del mio stesso discorso?.
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">
Forse involontariamente hai centrato il nocciolo: Chiaverotti è la "versione" adolescenziale di Sclavi, perché è Sclavi stesso, in Dylan Dog, ad essere adolescenziale. Dylan Dog, quello dei tempi migliori, era un fumetto genuinamente adolescenziale, quando Dylan si innamora ogni volta in modo perso, quando Dylan combatte i mali della società, quando i veri cattivi non sono i diversi...e potrei elencarti una sfilza di caratteristiche che certamente conosci meglio di me per definire Dylan Dog un personaggio adolescenziale e scritto con una foga ed un impeto adolescenziali dal suo creatore.
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Molto volontariamente. Sclavi è anche un adolescente in Dylan Dog. Ma quel che ci interessa in narrativa è la maturità dello scrittore, non tanto i messaggi in se stessi. Il ?come? questi messaggi vengono trasmessi: se lo scrittore è maturo guarderà con gli occhi dell?adolescente ma scriverà come scrittore maturo; tutt?altro avviene in Chiaverotti dove il tema dell?adolescenza che lo accomuna a Sclavi è semplicemente replicato anche a livello di scrittura: Chiaverotti scrive _come_ un adolescente con ?sgrammaticature? annesse. Per questo il sensazionalismo di Goblin è visibile nella modalità di trattare l?argomento. Nel ?come? questo argomento viene affrontato.
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E se non è un grido da adolescente Johnny Freak...
Il bambino cui vengono amputati gli arti a favore del fratello "bene" e spregiudicato, che però è così sensibile, buono, fra l'altro un genio musicale e pittorico, che si immola alla fine della storia perdonando al fratello e alla famiglia ogni colpa. Un angelo catapultato in quell'inferno che è la vita e che intatto e incontaminato ritorna nel paradiso dal quale era disceso...
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Il motivo per cui ho affermato che Sclavi è tra i più grandi narratori del Novecento è che con una tematica buonista agli eccessi, riesce a ricreare il dramma, la sofferenza, dove invece avrebbe potuto toppare con un volgare patetismo. Soprattutto gli riesce sempre per mezzo della sceneggiatura, mai per mezzo del soggetto che è stato sempre debole nei suoi migliori lavori ( non a caso il soggetto di Johnny Freak è di Marcheselli ). E, dicevo, con una tematica buonista agli eccessi, trasforma il patetismo adolescenziale ( la vera cifra del dramma secondo Chiaverotti ) in dramma. Non usare analogie che poi risultano soltanto formali. La sostanza sta nella sceneggiatura che tu devi aver letto. Senza dubbio.
Finali illogici.
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Abbastanza d'accordo, espedienti da cui Sclavi stesso non è immune. Alzi la mano chi ha capìto fino in fondo "Caccia alle streghe", o "Ucronìa" o "Golconda" o...
Banale e senza senso poi non mi sembrano proprio un aggettivo ed una locuzione che si accompagnerebbero volentieri ad un "fatto".
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Capire? Capire cosa? E simili a Chiaverotti in cosa? Caccia alle streghe è un messaggio su/contro la censura. Proprio come lo specchio dei tempi di cui ti parlavo prima con Vittime designate di Medda. A quei tempi, gli ?Inquisitori? avevano mosso già aspre critiche e provvedimenti contro diverse testate splatter. Tuttavia, il messaggio serve a riflettere.
Golconda è un volo pindarico, fatto di blocchi narrativi di senso, dove il soggetto è assolutamente ininfluente a tutto lo svolgimento. Golconda si muove secondo i codici della poesia.
Tornando a Caccia alle streghe. Il finale di questa storia è semplicemente uno dei vertici apicali dello sgretolamento di certezze dove per rimettere a posto i pezzi devi per forza riflettere, senza riuscire mai a raggiungere una conclusione. Perché? Perché il miglior Sclavi non calava il messaggio rozzamente nelle storie, ma in modo che desse da pensare.
Chiaverotti, a parte un diffusissimo sensazionalismo distribuito in tutta la sua produzione e certe trovate davvero ridicole, ha mostrato solo di avere un?indole adolescenziale con scrittura ?sgrammaticata? annessa.
Inoltre, i finali ?illogici? non sono quelli incomprensibili come mi sembra che tu abbia capito. Sono quelli ?finti?, distorti, o che arrivano dopo una serie di pagine in cui si cambia prospettiva una decina di volte ( vedi La Sfida ) al limite di qualunque accettabilità logica, narrativamente logica.
Tuttavia, riconosco a Chiaverotti il merito di aver scritto alcune storie buone e di aver avuto la responsabilità di confrontarsi con il Totem sclaviano che all?epoca era dominante. Per es. Partita con la Morte mi sembra una storia sostanzialmente riuscita e senza grossi problemi.
Anche Sclavi si è imbattuto in finali poco felici. Ma questo si è verificato nel periodo post-100. [Vedi Il cane Infernale ( incomprensibile, in questo caso ) o Il ?Progetto? ( sospeso, invece)]. Il finale de Il ?Progetto? è l?abbandono dello scrittore, si sospende senza portare a termine la storia. Difatti, è l?ultima di Sclavi che segnala pesantemente e prepotentemente il blocco che seguirà. Ma, ovviamente, stiamo parlando di storie in cui già era evidente la crisi dello scrittore.
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Ancora non capisco. Vuoi applicare le tue griglie interpretative di Brandon a Dylan Dog? Vuoi spiegare il Dylan Dog di Chiaverotti attraverso Brandon? Ma sarà lecità tale operazione?
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Su Brendon ha risposto perfettamente Rimatt. Io aggiungo:
Sapevi che Brendon ha delle forti attinenze con Dylan Dog e Chiaverotti sembra aver replicato l?indagatore dell?incubo semplicemente cambiando l?ambientazione? Egli non è riuscito a liberarsi degli antichi retaggi narrativi. Tuttavia, oggi non saprei dire con esattezza se le cose sono cambiate visto che non lo seguo più dall?anno scorso. Ma di una cosa sono sicuro: la scrittura sarà rimasta quella! E questo è sufficiente per farne un banco di prova.
Comunque, la polemica nacque agli esordi di Brendon. Nel 1998. E la critica ci sta tutta. Quindi la tua domanda può avere senso soltanto se non conosci Brendon. Dall?inizio, soprattutto.
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Nessuno nega che Medda possa scrivere molto bene l'Indagatore dell'incubo o qualsiasi altra cosa, ma tu hai affermato un'altra cosa, e cioé che Medda è l'erede di Sclavi, paradossalmente senza fornire alcun dato!
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Paradossalmente il dato è il personaggio che leggi nelle storie di Medda. è il motivo per cui siamo su questo forum. è il motivo per il quale _esiste_ questo forum. Il dato è l?oggettività delle caratteristiche _narrative_ di Dylan Dog.
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Hai detto che Chiaverotti è adolescenziale e che "Il battito del tempo" sfiora il capolavoro letterario, ma non una parola sul dato oggettivo che possa accomunare Sclavi e Medda!
Credo tu abbia confuso i due piani.
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Mi meraviglia il fatto che una cosa così elementare non ti sia chiara. Ma non tanto a dire il vero: c?è ancora chi ( spero non tu ), in questo forum, dice:?dobbiamo ancora metterci d?accordo su cosa sia Dylan Dog?. Ad una riflessione del genere lascio tastiera, mouse e tutto il resto e abbandono qualsiasi buon proposito di discutere. Perché il problema è a monte allora: non si conosce il personaggio. Dobbiamo cominciare da zero. Non ri-cominciare, poiché non abbiamo mai cominciato.
<b>@ The Imp</b>: ti chiedo scusa, poi risponderò anche a te! [;)]
<hr noshade size="1">Temo di essere frainteso. Forse ho raggiunto il mio obiettivo.
Il Mio Blog:
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E a un Dio a lieto fine non credere mai.