Dear Boy ha scritto:
Io provo a fare un ragionamento semplice.
Il lettore insoddisfatto insulta la storia.
L'autore stizzito insulta il lettore.
Chi è andato sul personale?
CLAP CLAP CLAP CLAP
Peccato! mancano emoticon adatti all'uso...
Oggi, dopo le parole di Mirco, in un momento di relax tra la tesi TFA e il lavoro (prima che se ne escono con commenti del tipo: chi scrive nei forum non fa un cazzo nella vita), mi sono cimentato nel leggere un po' tutta la questione Simeoni. Sia nel topic a lui dedicato qui sul forum, sia - grazie a te Dear - nella sua pagina di Facebook. Alla fine di tutte le letture ho tirato le somme: ora capisco perché non sanno scrivere una buona storia DI Dylan Dog (e non SU Dylan Dog). Sono dei pessimi indagatori. Traggono conclusioni affrettate senza un minimo di informazione.
Definire con le varie terminologie internetiani sui disturbatori, noi forumisti è sinonimo di superficialità.
Non mi sono iscritto nel 2005 per divertirmi a rompere le palle oggi, nel 2015, a Recchioni o Simeoni (e come me, tanti altri forumisti).
Non ho speso fiumi di parole (più o meno corrette) per infangare il lavoro di tutti gli autori e curatori succedutisi negli ultimi 10 anni su Dylan Dog.
Non è questo un forum di FAN-AUTORE-DI-TURNO-NONCHE'-CURATORE-RECCHIONI... è uno spazio di fan di DYLAN DOG (ed è una bella differenza).
Non mi risulta che qualunque forumista "regolare" ad ora di criticare storie mal riuscite se ne esce dicendo: mazza, Cossu è proprio un deficiente! Si dice che non piace il suo tratto per le pagine dylaniane, non è adatto, è rigido, etc ... tutte critiche sul suo operato, non sulla persona (ed è una gran bella differenza)
Non mi sembra che nei confronti degli autori ospiti, lo zoccolo duro si è divertito a insultarli.
Non mi pare che ad ogni storia, diciamo "è una merda" e concludiamo là, la nostra opinione.
Non noto stroncature aprioristiche per ogni storia del nuovo corso (anzi, vedendo i voti, direi piuttosto il contrario).
Da tutto ciò si evince solo il fatto che questi autori non amano critiche, e parafrasando Dear, LORO insultano forumisti e forum perché si è osato smuovere qualche appunto.
A sua volta mi sembra assurdo prendere sul personale ogni critica svolta sul lavoro effettuato, qualunque esso sia. Se mi si dice: come architetto sei una merda, mi offendo. Ma se mi si dice: sarai un architetto, ma questo teatro da te progettato nun se po' vedè... e beh... che devo offendermi? Opinioni. Parei. Poi sta nella mia intelligenza capire se ritenere le critiche valide per migliorare il mio operato, oppure sterili e faziose solo per criticare a priori.
Nessuno obbliga gli autori ad ascoltarci.
Possono benissimo ignorarci.
E sopravviveremo tutti benissimo.
Ma se per assurdo, la SergioBonelliEditore, nelle figure di Davide Bonelli, Mauro Marcheselli, Michele Masiero, Graziano Frediani e, nel caso specifico di Dylan Dog, lo stesso Tiziano Sclavi, ci leggono e, dopo le vendite, considerano ANCHE le nostre opinioni, non si prendano - gli autori del nuovo corso - il diritto di venire qui a imbonirci (prima) e insultarci (dopo) perché non ci siamo allineti tutti quanti alla loro linea editoriale e ai loro registri narrativi, mettendoli a rischio in caso di fallimento.
Perché, parliamoci chiaro: io me ne frego altamente se a causa di critiche spietate vengono ridimensionati con tutto ciò che ne consegue (artisticamente ed economicamente). Io pago di tasca mia per acquistare un prodotto editoriale. E pretendo che sia di qualità. E sono pienamente libero di criticarlo negli spazi mediatici in cui mi si permette di farlo. Non devo tenere conto delle vite altrui, se non solo dal punto di vista del "talento" che mi propina determinate storie.
E non sto qua a dire, io pago e mi DOVETE ascoltare (che veramente è sterile). Quanto, invece, io pago e POSSO CRITICARE.
Mi (ci) volete ascoltare, bene.
Mi (ci) volete mandare affanculo, bene.
Punto e basta.
Come hanno detto già in tanti, se produci qualcosa che ha una grossa fruizione, aspettati delle critiche. Non si può pretendere sempre il lecchinaggio.
Poi certo, o hai l'intelligenza di cambiare ascoltando le critiche (vedasi per esempio i Queen durante il periodo funky a cavallo degli anni '70-'80 per poi tornare a un registro più rock-pop), o hai la cocciutaggine artistica di andare avanti nella tua idea (vedasi per esempio il periodo elettronico di Battisti post Mogol). Sta poi al mercato, ai gusti e, se li hai, ai tuoi superiori, dar conto delle tue scelte.