Mirco ha scritto:
Ammetto comunque che non comprare dyd nasce anche da motivi personali e con voi forumisti voglio essere chiaro. Sono stato insultato dal curatore e da un autore su facebook, Simeoni. Il primo ha dato a me e altri mod degli inetti, il secondo mi ha accusato di aver speculato sulla faccenda dogares e la sua finta malattia per fare click e vendere la pubblicità. Il primo se ne è giustamente andato dalle palle, il secondo dopo la mia spiegazione se ne è guardato bene dallo scusarsi. A me le scuse di solito non interessano. Però entrambi, a mio parere, parlavano a nome dell'azienda per cui lavorano.
Possono anche dire che no, parlano a nome personale, ma non è così. Se tu vieni stipendiato dall'azienda, parli di argomenti di lavoro e insulti, la tua azienda ne deve tener conto. Non distinguo il ruolo privato da quello pubblico, mai. Lo stesso vale per il mio lavoro, le volte in cui un rappresentante di merce parla lo fa a nome dell'azienda e se mi dice cazzate mi dice cazzate a nome della azienda che rappresenta. Se non mi sta bene o capisco che vuole fregarmi, io non sfanculo lui, sfanculo l'azienda.
In questo caso la Bonelli. Il silenzio assenso del direttore mi porta a pensare che sia tutto programmato. Sono stato insultato a livello personale, anche se in torto non ho ricevuto scuse (figuratevi) e mi vedo costretto ad abbandonare tutte le testate Bonelliane.
Tutto questo nasce da quando c'è stato l'avvicendamento. Non è un caso. Se all'attacco metti un centravanti falloso sai cosa stai facendo.
PEr questo eviterò di comprare dyd e altri bonelli, perché la mia fiducia sulla Bonelli è a bassissimi livelli, gli stessi livelli di una qualunque discussione su facebook. La loro etica si è uniformata agli infimi standard di facebook e non è un caso che è da lì che partono le provocazioni.
Il forum lo tengo vivo per voi, a me non me ne frega na ceppa. Fra un mese pagherò altri 30 euro di database ma li considererò un investimento per il rosicamento di certa gente che vorrebbe farci chiudere.
Mi sa proprio invece che la Bonelli non dever rendere conto di ciò che dicono e fanno i suoi autori (che in grandissima maggioranza sono liberi professionisti che lavorano a progetto) più di quanto, chessò, la Sellerio debba rendere conto di ciò che dice e fa Andrea Camilleri, o la Columbia di ciò che dice e fa Tarantino, o una qualsiasi casa discografica debba giustificare o scusare ciò che dicono e fanno i musicisti che hanno sotto contratto.
Perdonami, ma post come questo sono a livello del bambino che fa il broncio perché, secondo lui, la cattiva maestra non ha punito il compagnuccio che gli ha dato il pizzicotto. Quando giustamente alla maestra non frega un cazzo delle beghe tra mocciosi.
Comunque sia, mi fa sempre impressione l'ipocrisia del vittimismo da forum.
In questo come in tutti i forum, non c'è discussione di albo e serie che non contenga critiche esacerbate su questo o quell'atro autore. Critiche che mettono in dubbio professionalità e intelligenze, che accusano e demoliscono, andando spesso e volentieri nel personale.
Non è giusto e sbagliato, è così e basta.
Gli stessi autori di fumetti nei loro blog o simili quando parlano di cinema, musica e quant'altro esprimono spesso giudizi altrettanto esacerbati e trancianti.
L'ipocrisia sta nel scrivere cose volutamente offensive e poi meravigliarsi e trasecolare che l'obbiettivo di turno si offenda.
Voler essere velenosi e poi fare gli inncenti se il veleno fa effetto.
Ecco, il forumista offeso con l'autore arrogante perché ha osato reagire perché gli si è dato dell'incapace è il massimo della tristezza.
Anzi no, lo stadio ultimo della tristezza è il forumista che ricorda all'autore che lui è il cliente che "paga".
Un po' di palle e assumersi le responsabilità di ciò che si scrive e dei toni in cui si scrive, no eh?
Toh, ecco cosa scrivevo 5 anni fa di una storia come "Relazioni pericolose"...
tommaso ha scritto:
Non che sia la peggiore storia mai letta su Dylan Dog, purtroppo si è letto di peggio, ma è la più deprimente, quella che fa cascare più in basso le b...raccia. Questo albo è l'equivalente di un lifting della Vanoni, del cerone di Berlusconi: un tentativo di svecchiare che ottiene l'effetto opposto.
Dylan dog ai tempi dei Tokio Hotel. Anzi, meglio, de I dARI (mi raccomando con l'articolo e la maiuscole invertite).
Torno dopo anni a leggere per intero una storia di Ruju sulla serie regolare.
Ero moderatamente curioso di leggere il seguito de "Le notti caccia" (una delle migliori di Ruju ad onor del vero) e "Manila" (che non ricordo per nulla, ma trattandosi di Ruju può essere un segnale positivo) e mi becco una roba che pare scritta con la consulenza di Maria De Filippi. Una brutta storia? Peggio, una storia patetica, ricolma di quelli che noi blogghettari e forumisti più fighi siamo soliti chiamare "vecchiettismi".
Dicesi "vecchiettismo": la comprensione della personalità e il linguaggio di un giovinetto che potrebbe esibire un vecchiettino ultracentenario, poco avvezzo alla corrente elettrica e al motore a scoppio.
Detto in altre parole, i "vecchiettismi" sono gli inconsapevoli strafalcioni in cui incappa uno scrittore/sceneggiatore non più giovane che tenta di scrivere da giovane per i giovani. Meglio: da gggiovane per i gggiovani.
In questo caso il quarantenne Ruju si improvvisa scrittore per teenagers e tenta di scrivere un Dylan Dog ad uso e consumo dei bimbominkia. Che però, giustamente, se leggono qualcosa sarà qualche manga tra i più genuinamente burini, non certo una serie innocua, muffosetta e autocensurata come Dylan Dog, con i mostricioni che fanno "rauuurgh"... e vai con il fuoricampo. Il mix vampiri ed adolescenti fa pensare a "Twilight"? Troppa grazia, che in fondo i romanzetti della Meyer sono furbi e sanno come far scattare l'identificazione dei lettori. Qui siamo più dalle parti del
casalinguo disperato Moccia, cioé al grado zero dei clichè sui gggiovani. Come Moccia anche Ruju descrive i gggiovani solo e unicamente tramite i luoghi comuni "da vecchie zie", quelli addocchiati negli spot pubblicitari dei cellulari o al massimo nei servizi "trasgressivi" di Studio Aperto. I gggiovani di questo storia parlano in modo ridicolo e fanno cose ridicole, tutto è filtrato in un' ottica implacabilmente e ottusamente paternalista, con perle degne dei tempi di Peppone e Don Camillo (tipo che la trasgressione è il vero conformismo - se interessa l'argomento consiglio: "Don Camillo e i giovani d'oggi" anno di grazia 1970 o, per i più cinefili, "Le castagne sono buone" con Gianni Morandi).
Ma ciò che inesorabilmente tradisce i "vecchiettisti" sono il distacco e il malcelato disprezzo per la materia trattata, che in un modo o nell'altro finiscono per filtrare, aprendo crepe nella patina finto-giovanilista. In questo caso più che filtrare il "vecchiettismo" trasuda letteralmente da un Dylan novello Nonno Simpsons, musone e scassa maroni, che si inalbera per le parolacce (ah ah ah
) e ed è infastidito dal volume troppo alto della musica (fan-ta-sti-co!
).
Un altro memorabile ed esilarante "vecchiettismo" è la citazione di Marylin Manson: come se in una storia del 1990 di Sclavi o Chiaverotti, Dylan fosse entrato in una discoteca e ci avesse trovato gente con i pantaloni a zampa che ballava al ritmo di "Staying Alive" dei Bee Gees.
Ovviamente sarebbe bastati quei trenta secondi per fare un giro in un qualsiasi sito musicale per beccare un nome un po' più alla moda e un po' meno patetico, ma perché Ruju dovrebbe perdere secondi preziosi di vita per queste quisquilie? E poi che gli frega, uno a cui hanno pubblicato roba tipo "Nightmare Tour", può permettersi di scrivere quel che vuole, che tanto pubblicano tutto.
Aggiungiamoci un Roi in grande forma rispetto alle sue ultime prove, ma inesorabilmente rimasto al look più tamarro dei primi anni '80 in fatto di giovani, e in quanto a muffosità vecchiettistica direi siamo a posto.
Tempo fa accusai Dylan Dog di essere una serie scritta da e per trentenni rincoglioniti: ecco, per piacere, torniamo a quelli. Torniamo a noi.
Non arretro di una virgola sul giudizio della storia, ma... dai su, a rileggermi adesso sembra che invece di scrivere una storia che non mi era piaciuta avessi sorpreso Ruju a letto che con la mia ragazza.
Mi era partito il mood malevolo e volevo prendere per il culo, essere sprezzante, velenoso. Per altro ben sapendo che Ruju interveniva in quella discussione e l'avrebbe letta.
Ecco, se Ruju non fosse il gran signore che evidentemente è e fosse intervenuto con un "Caro Tommaso, vaffanculo anche a te", io avrei incassato o magari risposto a tono, ma di sicuro non avrei iniziato a frignare contro i cattivi autori arroganti che non accettano le critiche e vogliono censurare la libertà di pensiero, o scrivere corbellerie stile "ricorda vile autore che io, Il Lettore, ti pago il companatico". Ho un minimo di dignità, perbacco.