Ma... Che dire? E' un discorso che per altre vie (Qualità testata, calo vendite, autocensura, etc... etc...) abbiamo affrontato spesso. Quindi diciamo che non c'è più molto da aggiungere.
Se poi bisogna dire, nel caso specifico, se chiudere o meno la testata, allora... beh... credo proprio di non essere d'accordo. Dylan, IMO, è ancora un solido punto di riferimento nell'universo del fumetto italiano. E' sempre una delle 3 testate che vende di più (Escludendo il Topolino). Rimane sempre un buon punto di incontro autoriale del bel paese (Rrobe, Medda, Barbato e Cavazzano in arrivo, seppur comparsa, etc...). Ed anche se siamo a livelli parecchio bassi rispetto al Dylan di 15 anni fa, è sempre un buon fumetto rispetto a quelli che arrivano in edicola.
Detto ciò... parlando a titolo personale, Dylan è troppo importante nelle abitudini della mia vita. Mi vien difficile pensare a un mese, due, tre, e così via, senza che possa leggerlo. Riconoscendo, di fatto, la caduta verticale qualitativa della testata. Come già han detto Sbarbi e Dragodylaniato, Dylan è come un amico e vorrei proprio vedere se chiudessero la testata. Certo... è un amico un po' palloso ultimamente, ma gli amici si accettano così come sono. E con tutta la buona volontà, non riesco proprio a medesimarmi negli altri forumisti che riescono a saltare mesate Dylaniate per la presenza di qualche scarso autore o per evitare di leggere storie di bassa qualità su "consigli" indotti dai nostri commenti. Ripeto, non riesco a medesimarmi nopn accettare, comprendere o chissà altro. Quello ci riesco. E' proprio a titolo personale che dico tutto questo. Mi vien difficile saltare numeri. E anzi... ne vorrei di più per vederlo più spesso questo "amico"... ma questo ci porta al problema un po' più tecnico-qualitativo della testata.
Quanto ne può giovare Dylan da questa massiccia presenza di storie? (in ascesa, oltretutto)
Comincio a pensare che il problema non sta più sugli autori in sè... sulla loro creatività o capacità di scrivere. Ho il forte dubbio che la testa pensante e organizzativa della serie, stia andando in tilt. Tutto là è il problema. E per ovvi motivi, la testa non si metterà mai da parte. Vien sempre difficile farsi fuori. [:)]
Che voglio dire con questo?
Tento di spiegarlo per brevi punti triti e ritriti in post passati.
1 - Autocensura (o censura vera e propria) dell'Editore.
2 - Stanchezza cronica nel seguire la serie e relativo disinteresse nel ricercare il colpo ad effetto che faccia risollevare la qualità (ma dove sono i Johnny freak, Caccia alle streghe, I Vampiri o le sperimentazioni stile Ultimo uomo sulla terra?)
3 - Poco coraggio nel dare una vera e propria sterzata alla serie per dare un po' di novità e freschezza (Cagliostro docet... ed è il massimo che si son potuti permettere in 23 anni e vedi un po' che grandi novità ha portato)
4 - Quantità eccessiva di storie e autori. Marcheselli e Sclavi secondo me, non riescono più a gestire una tale mole di lavoro in supervisione tanto da far passare il più possibile, così com'è e nel minor tempo possibile.
5 - Disinteresse del creatore della serie che comunque data la sua presenza in supervisione, fa riflettere questo suo disinteresse nel problema del punto 4.
6 - E alla luce del punto 5 aggiungo che la presenza dello Sclavi svogliato (O poco ispirato) si riflette anche nella gestione dei personaggi all'interno della serie (Groucho su tutti. Ricordo che lessi da qualche parte, in una intervista al papà di Dylan, che spesso mettono gli altri autori la presenza di Groucho senza neanche le battute, ma lasciando spazi bianchi che lo stesso Sclavi doveva riempire con la sua Verve. E se sei svogliato o hai altro per la testa, non riesci a creare battute a ripetizione. Ergo... presumo, che Groucho parecchie volte viene teagliato e ridimensionato anche in supervisione)
7 - Svecchiamento gestionale del rapporto con i lettori. Insomma... nell'era di Internet, qui sono ancora solo con lettere e corrispondenze private. Roba medioevale. Semplice cattivo rapporto delle tecnologie moderne, o paura di stare al centro di critiche e proteste?
8 - E in continuazione del punto 7, totale rottura dei rapporti editore-lettore a causa (almeno così dicono) degli arretrati. Mah... ormai hanno un sito dove caricare gli arretrati disponibili (che poi sono tutti negli inediti a parte il 100). E' proprio necessario, ogni numero, veder letto in seconda di copertina, che ci sono i Dylan Dog inediti dal 70 in poi e che per fare richiesta bisogna spedire etc... etc...? E' proprio necessario? Ormai lo sanno cani e porci: vai nel sito della testata e richiedi i numeri che interessano. Lo fanno le casalinghe di 60 anni (in media scarse con internet) per chiedere gli arretrati di "Uncinetto Facile Facile" e non lo deve saper fare un qualunque lettore Bonelliano? Mah...
9 - Curare di più la scelta dell'autore. Non in base ai curriculum vitae, ma in base al loro amore per Dylan Dog, al di fuori del loro, per l'appunto, curriculum (Barbato Docet). Solo così vedremo gente meno mestierante e più passionale.
10 - Finire questa sorta di autocelebrazione continua. Sembra quasi che vogliano convincersi, loro stessi, che stanno pubblicando chissà che. Pare di leggere un comunicato di Silvio. Una volta, a mala pena si celebravano in storie come Johnny freak o Il lungo Addio, ed erano veri e propri capolavori. Magari qualche complimento in più se lo facevano nelle ristampe e nelle seconde ristampe, a successo di storia ottenuto. Ora se lo fanno sempre. E comincia ad irritare. Mi sa di presa per il c**o.
Detto ciò... conclusi i miei 10 punti, direi che comunque, non me la sento di stare senza Dylan. Perchè Dylan Dog è ormai parte integrante della mia vita, come sopra detto, e non mi di farne a meno.
Detto ciò...
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