Post d'apertura molto interessante, ma non mi sembra il caso, almeno per quello che mi riguarda, ritornare a discutere dei cambiamenti sull'arco di un (quasi) trentennio di una testata che ha dovuto sopportare molte vicissitudini ed impostazioni differenti col passare degli anni.
Parlando di cose strettamente attuali mi basti citare questo , come semplice corrente di pensiero, a riparo dagli spifferi di nostalgie ed altre amenità:
raffa ha scritto:
Non c'era bisogno di mandare in pensione Bloch o di razionalizzare Groucho, bastava scrivere buone storie.
Esatto: bastava - mica poco, a dire il vero
- trovare un curatore non esaltato dall'autoinvestimento demiurgico nel possedere la testata chiavinmano - in quanto passepartout in grado di fornire l'alibi per stravolgere in ogni dove - ma qualcuno che si interessasse a curare in partenza la
QUALITA' DEI TESTI, dalla base, stimolando vecchi autori o invitandone nuovi soltanto se consoni, e soltanto
DOPO... MA MOOOOLTO dopo verificare cosa non funzionasse nella gestione generale del personaggio e delle coordinate del suo mondo.
Cosa che qui non si è fatta, nella presunzione che bastasse sfornare una Rania in più per una 60ina di pagine onde nobilitare alla stampe ciofequiñe per regazzetti para-gualdoniane come
Il sapore dell'acqua...
V.M. ha scritto:
Gli acuti (pochi) della nuova gestione a ben vedere sono arrivati proprio da qualche isolato albo sperimentale: Spazio profondo, un horror fantascientifico nel quale il vero Dylan neppure compare; La casa delle memorie, che è un What if distopico e (di nuovo) fantascientifico; In fondo al male, che distrugge con insistenza la gabbia bonelliana ed è pervasa da un esistenzialismo naif molto diverso da quello di Sclavi.
Mah, mi sembra più un "trova l'intruso". Sinceramente la storia di questo mese non è affatto all'altezza di quelle altre due da te citate, che rimangono le migliori assieme a
Lacrime di Pietra ed
Il cuore degli Uomini. Mi spiace per Ratigher, ma i suoi aforismi didascalici da spiattellare in modalità sermon-haiku ogni 3x2 (non da gabbia SBE, però
) come vademecojoni di vita vissuta ambiguabile sono molto peggio che naif, e le carenze di una sceneggiatura non all'altezza, in chiara semi-assenza di soggetto, dovevano esser corrette alla base (v. sopra).
Per il resto, dite quello che volete, ma nei primi tre
Old Boy ben 6 storie su 9 per me superavano la sufficienza, cosa che sull'inedito dovrò aspettare per un lustro ancora, come media
.
V.M. ha scritto:
L'unico cambiamento potenzialmente pericoloso è la continuity. Ma è, appunto, un pericolo potenziale. Perché fino ad ora, se è vero che ha dato esiti sgradevoli, è pure vero che non ha inciso più di tanto sulla fruibilità e sul livello qualitativo delle varie storie.
Il potenziale pericolo s'è visto tutto, con l'incedere del suo incidere effettivo. Lo dico da un anno, da quando si paventavano le conseguenze di questa impostazione di scrittura, presagendo gli effetti deleteri su una testata nata con/per altre premesse narrative o difficilmente adattabile alla modajolata delle serie tv
.
Non è un fattore quantitativo: basta l'irruenza gratuitamente (
but for sales!) invasiva di una manciata di pagine con insistiti richiami a livello di continuity, sventagliati in modo fastidiosamente insistente e straforante, per plagiare l'andazzo di una sceneggiatura con recap e strizzate d'occhio di un'inutilità sconfortevole quando non patetica o raffazzonata in autocontraddizione. Non parliamo dell'ultima zombata genialoide della Barbato, dove se togli i riferimenti alla continuity ti rimane la pubblicità di
Morgan Lost in terza di copertina.
V.M. ha scritto:
Insomma, va bene criticare la debolezza della maggior parte delle nuove storie (e, in particolare, la scarsa ispirazione dei loro soggetti). Non credo, però, che questa debolezza dipenda dai più recenti cambiamenti o da precise linee direttive della gestione RRobe.
La direzione può anche scartare. E se mi approvi cose come la storia di Mignacco sui fantasmini vuol dire che non sai dirigere la tua orchestra, o preferisci andare incontro a stecche clamorose piuttosto che cestinare ciò che compromette la credibilità del tuo progetto, qualunque esso sia
.
RIFLESSIONI DI UN ALOHA CHE NUN STACCE