L'idea mi piace e, trovo giusto rendere sempre disponibile Dylan in una edizione approvata come eternamente "definitiva", oggi, dall'editore.
Ma, mi viene da dire, i fumetti che tu citi sono in ristampa, Dylan no. E qualcosa questo concretamente vuole dire.
Ho varie idee. Innanzi tutto, credo che l'oggetto fisico albo "Dylan Dog" sia visto come giusto un pelo più "nobile" dei millemila Topolino 2145 a 50 cents nei mercatini domenicali di Massa Fiscaglia. Questo perché davvero, come oggetto fisico, si trova ovunque. Una volta addirittura a Bologna lo trovai in un ristorante come sottobicchiere "smembrato", e come pila d'arredamento "casuale" per riempire gli angoli. La troppa presenza materiale dell'oggetto in ogni luogo, mercatino, ecc. credo l'abbia inflazionato agli occhi della massa, che ormai lo vede davvero come la settimana enigmistica, o un oggetto "pop" sovraesposto sempre presente di sfondo ma senza profondità in sé, o appunto un numero casualissimo di Topolino. A chi é mai venuto in mente di ristampare anastaticamente i Topolino dal 2000 in poi? A nessuno, per la percezione generale é solo carta in grande numero paragonabile a "Chi".
Poi, secondo me, Dylan Dog come cose raccontate, personaggio, modo di porsi verso l'esterno, é stato più "fenomeno" che qualcosa di solido e con radici che sono diventate solide e ben piantate. Questo anche al di là del fatto che é possibile in teoria sfornare all'infinito racconti nel setting "Rinascimento", che pur se realmente esistito é diventato un luogo immaginifico, inscatolato per raccontare storie di fantasia con le sue regole - ma non é possibile farlo per la fine degli anni '80 e per i primi anni '90. Periodo non ancora storicizzato, con poca identità forte, fluido, flebile, dispersivo. Inoltre, dovrebbe essere quel lasso temporale con quella specifica visione del mondo di Sclavi, post-tutto, contro quasi tutto, quasi un naufrago sconfitto di una storia ancora non finita ma li' per finire.
Vedo Dylan più paragonabile - con le dovute e ovvie differenze di tempi, modi e qualità - in termine di percezione ed emozione, alla baracconata Disney/Marvel che tiene banco per qualche settimana tra articoletti, polemiche, finte discussioni e frasette annoiate sulla bocca di tutti, e poi tutto bello che mangiato e dimenticato. Su questa base più emotiva che ragionata, la iperproduzione nel giro di pochi decenni ha portato alla nausea e allo scoppio della bolla.
Poi dico anche che secondo me, Tex, Mister No, ecc, provenienti da un diverso periodo storico e forti di immutabili decenni e decenni di ferro, sono oggi visti come dei 'Classici', e da qui le ristampe continue, pur chiedendosi "Ma chi li compra? Ma non saranno tutti morti?" Quante ristampe de "ll conte di Montecristo" ci sono state, e quante di un libro X di qualità anche buona degli ultimi 20 anni? Dylan Dog se vogliamo ha avuto un solo vero decennio d'oro, frutto anche di 'casuale' cazzeggio puro. Più genio, più follia, ma meno solidità un po' ragionieristica ma che fa "funzionare" le cose a lungo, pochi brividi ma molta funzionalità.
Poi, e qui finisco, il western sai che é, sai inquadrarlo, sai decriptarlo, sai consigliarlo. E' secco, definibile. Dylan Dog che é? Lo puoi consigliare a tutti o solo ai moderni Werther? E quanti numeri occorre leggere per capire più o meno di che si tratta? Bisogna sempre fare un grande lavoro di pressing, di "Fidati, fidati, poi mi dirai!" "E dai, che ti costa, solo un numero e poi vedrai che é davvero il fumetto per te". La varietà, la ricchezza, il trovare bello il fatto che leggendo una sola serie ti puo' quasi capitare un po' di tutto mischiato assieme, credo sia più respingente che attraente, per la persona media. Non é il modo comune di ragionare, quello della "non inquadratura".
Se ti avvicini da solo, che strumenti hai per inquadrarlo in autonomia? Sopratutto, per arrivare a farlo occorre essere onnivori, aperti, curiosi quasi come atteggiamento generale.
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