Granger ha scritto:
Se Leo Ortolani decidesse di farla finita con Rat Man e di cedere i diritti ad un altro autore, l’unica cosa che mi darebbe davvero fastidio (A ME, soggetto che parla) è se il nuovo autore X cercasse di replicare lo stile di Ortolani, l’ironia di Ortolani, e la cazzimma di Ortolani. Perché sarebbe inevitabilmente un falso, una presa in giro, Alien che viene sbrodolato di film in film e diventa una cacata pazzesca.
Lunga vita a James Cameron che trasforma un horror puro in Aliens invece di proseguire sulla scia dell’ottimo primo capitolo. E cortissima vita a quelli che dicono che ha degenerato tutto, che ha tradito, perché Alien era un horror non fantascienza tamarra (escono dalle fottute pareti!).
A questo punto, nel momento in cui si accetta che Rat Man venga scritto da un altro (perché se non ti sta bene questo, il discorso si chiude qui, Dylan Dog non è una tassa che siete obbligati a pagare) l’unica cosa da fare è metterci del tuo e portare avanti la baracca (qualcuno ha detto Cattivik?).
Modificare è necessario, non sufficiente, ma necessario.
Se il nuovo Rat Man ti piace, continui a comprarlo. Se non ti piace, smetti di comprarlo. Se non ti piace e continui a comprarlo è un problema tuo, c’è gente che si fa prendere a calci nei testicoli ed è liberissima di farlo. Tutto con tutti se tutti d’accordo, diceva il filosofo (Cicciolina).
Ma io non mi faccio prendere a calci nei testicoli per poi lamentarmi sui forum che mi fa male lo scroto. Per vent’anni.
Se per te Ortolani è uno stronzo che ha pensato solo ai soldi, liberissimo di pensarlo, così come lui è liberissimo di fare il cazzo che vuole con la sua creazione, è liberissimo di pensare di monetizzare e vedere la sua opera modificarsi sotto la sensibilità di un nuovo autore. Non necessariamente migliore o necessariamente peggiore, ma necessariamente diversa.
Qui bisogna togliersi la presunzione di avere il sacro scettro dell’oggettività in mano, di sapere quello che è bello e quello che è brutto, quello che è meglio e quello che peggio. Se il nuovo Rat Man fa schifo a te e piace a qualcun altro, non gli rompi i coglioni nemmeno simulando ironia e il sorriso sotto il baffetto tremulo e le mani umidicce da pippetta veloce da questo è sbagliato, quello prima ha fatto meglio, ma che ne sai tu povero illetterato.
Se alla gente piace Tiziano Ferro io non gli rompo il cazzo che sono meglio i Cripple Bastards, così come non voglio che mi si rompa il cazzo perché non mi piace De André. E così come da qualche parte ci sarà quell’altro che dice che il cantautorato è uno schifo, la vera musica è il jazz o Beethoven di sta ceppa. Me lo consigli De André, al massimo, e io ti rispondo che l’ho ascoltato, e mi fa cacare, e chissà un giorno lo rivaluterò. Ma a me me piace er grindcore.
Che dopo venti anni si rompano i coglioni sul Dylan Dog di Sclavi è abbacinante. Sto qui da due settimane e non ne posso più. Il Dylan Dog di Sclavi è uno dei Dylan Dog esistenti (anzi forse anche più d'uno), così come quello di Chiaverotti è uno dei Dylan Dog esistenti. Il Dylan Dog di Mari è uno dei Dylan Dog esistenti, così come quello di Roi è uno dei Dylan Dog esistenti. Sicuramente simili, ma anche no.
Quando Recchioni parlava di downgrade o cose del genere, dal basso della mia inesperienza, avevo sempre interpretato il tutto in questo modo: volere che ogni autore ricominci a sviluppare (anche con l’utilizzo di personali sotto-continuity – il che significa anche propri mondi coerenti e non necessariamente serie tv americane, e cheddupalle state sempre a parlare di prendere dalle serie tv americane) un proprio Dylan Dog che non sia necessariamente quello ormai canonizzato e cristallizzato e irrigidito. Questo in mezzo a tutta la pubblicità, e l’hype, e il cellulare e blablabla. Io indico la luna e tu guardi il logo trasparente di DyD.
Così come la faccia di Dylan cambia col disegnatore.
E un conto è dire che non mi piace quella rappresentazione o quell’altra di Dylan Dog, un conto è dire quella rappresentazione è sbagliata perché Dylan Dog non ha quel naso. E’ sottile la differenza, ma nel primo caso si esprime un sacrosanto giudizio personale, nell’altro si persevera con la stronzata.
Caro Granger, assodato che Andrea Plazzi e Leo Ortolani hanno più volte dichiarato che, quando Ortolani non scriverà più Ratman, la testata RTcollection chiuderà. E per fortuna, aggiungerei io.
Il tuo post offre però uno spunto interessante, e la tua tesi non farebbe una grinza se non la rapportassimo al modo di pensare di un animale (da fiera) alquanto anomalo quale è il collezionista di fumetti.
Anche a me non è piaciuta "spazio profondo" ma in casa possiedo la variant con la cover di Gipi autografata (con dedica) da Roberto Recchioni.
Strano vero?
Ti racconto degli aneddoti, poi ne scriverò il motivo.
Ho cominciato a collezionare DD nell'89. All'epoca non erano usciti molti numeri ed erano facilmente reperibili e così cominciai a comprarlo.
Ho letto di recente qualche numero di Julia (personaggio che non conoscevo) e ho scoperto che mi piace un sacco ma, siccome sono già oltre il 200, aspetterò una ristampa o di reperire i miei mancanti 199 prima di cominciare a prenderlo.
Durante questi anni di collezionismo una volta comprai un DD in edicola purtroppo illeggibile perchè per un errore di stampa ci avevano stampato in mezzo una storia di Tex. Ne comprai tre copie, la storia (mi pare fosse l'incubo dipinto) la lessi anni dopo.
Se per un errore avessero fatto uscire un DD con le pagine bianche ne avrei comprate 10 copie.
Sicuramente penserai che sono pazzo.
E hai sicuramente ragione.
Comunque non è facile mollare un personaggio dopo 30anni di collezionismo. Per me comporta ritrovarsi con una collezione incompleta, e per un collezionista è come avere un automobile senza le ruote. Non mi serve a niente. Ora per me la questione è diventata: o sbarazzarsi di trent'anni di collezione (magari barattare con Julia e altre) o continuare a comprare DD nonostante non mi stia piacendo.
Il titolo del topic prende spunto da quella che era la "dichiarazione d'intenti" di DD. Scritta se vuoi sul suo ipotetico statuto, se qualcun altro se la ricorda.
Ratman chiuderà con Ortolani, così come Valentina ha chiuso con Crepax, i Peanuts con Schulz ecc. ecc.
Così Dylan Dog avrebbe (forse) dovuto chiudere nel momento in cui l'autore ha deciso non solo di non scriverlo più, ma ha smesso pure di supervisionarlo e, comincio a sospettare, anche di leggerlo.
A voi la parola.
p.s. Cripple Bastards