<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Mokmo</i>
Io ho sempre sostenuto che il fumetto sia un'opera d'arte, e come tale ha tutto il diritto di stare alla pari con la letteratura "seria", di cui tanto si parla: non ho mai commesso l'errore di considerarla un'opera di serie B, e mai lo farò.
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Però consideri i manga fumetti di serie B rispetto a quelli italiani: non è un po' la stessa cosa?
@dylan7679. Tu dici:
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Dylan Dog vende cmq tanto perche' e' un fumetto FATTO BENE, magari peggio di com'era, sicuramente peggio di com'era ma cmq di alto livello. Questo e' un concetto che deve essere chiaro a tutti e i fatti lo dimostrano, proprio cio' di cui ci si dispera in queste pagine e' la prova della bonta' della serie. 160 mila copie al mese per un fumetto in Italia oggi e' una cifra esorbitante.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Non sono proprio d'accordo. Io compro Dylan perché ci sono affezionato, non perché lo ritenga ancora un fumetto che vale i 2,70 euro dell'acquisto. E nel forum non sono certo l'unico. 160.000 copie sono moltissime, vero, ma possono essere anche pochissime, se si pensa che qualche anno fa Dylan vendeva 4, forse 5 volte tanto. La testata perde lettori, e questo è un fatto. Del resto, è impensabile che <b>tutti</b> gli acquirenti smettano di comprare Dylan di punto in bianco perché la serie non regge da un punto di vista qualitativo: c'è chi continua a comprarla per simpatia, per affezione, per abitudine. Dylan ha una storia, fatta di anni ad alto livello e di storie degne di essere lette, rilette, conservate: questo vuole pur dire qualcosa. Dylan vive di rendita, a tutt'oggi, ma se alla Bonelli non si danno una mossa anche quei 160.000 si stuferanno, poco per volta.