h.13.23
Grazie al Superbook ho recuperato e letto oggi ?Qualcuno nell? ombra?, uno dei 7 albi che mancano alla mia collezione. Gli altri 6 sono alcuni dei fuori serie usciti tra il 2000 e il 2002, anni durante i quali avevo smesso di seguire Dylan.
Dopo la lettura ho provato rabbia. Sì, proprio rabbia.
Perché fino all? ultima pagina ho sperato di poter pronunciare per la prima volta da quando sono su cr7 la parola ?capolavoro?, ma alla fine no, non me la sono sentita di farlo. Ma per poco.
?Qualcuno nell? ombra? sembrava avere tutto: atmosfera, ispirazione, un Bloch e un Dylan eccellenti, una splendida Estella, ritmo, bei dialoghi, uno splendido Freghieri ai disegni (allora molto più accurato, lontano dalla superficialità delle sue ultime prove).
Cosa mai sarà mancato?
Per rispondere al quesito non si può prescindere da alcune considerazioni sull? autrice.
La Barbato del 2001 era diversa rispetto a quella odierna: da un lato meno smaliziata, più verbosa, nonchè affetta da manie di spiegazionismo; dall? altro, però, più ispirata e forse anche più spontanea ed onesta con il lettore.
Oggi, infatti, l? esperienza che ha guadagnato le ha permesso di sviluppare una maggiore elasticità nelle narrazioni e dei finali aperti. I risultati? A volte capolavori (?Oltre quella porta?), altre volte storie troncate a metà (?L? ultimo arcano?) o penosi vuoti di idee (?La lunga notte?).
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
?Qualcuno nell? ombra? è invece un esempio (più che positivo) della prima Barbato.
L? atmosfera è infatti la stessa che si respirava nelle ottime ?Il sonno della ragione? e ?Lo specchio dell? anima?: un clima tetro, opprimente ed estremamente coinvolgente.
Il lettore si identifica con Dylan, osserva con i suoi occhi, ascolta con le sue orecchie, ha i suoi stessi dubbi, le sue stesse angosce. Nel nostro caso si risveglia senza memoria, cerca di raccogliere i frammenti di sé persi per strada, si vede accusato di crimini che pensa (o meglio spera) di non aver commesso, cerca di difendersi, riesce persino ad innamorarsi e a far innamorare la bellissima donna che lo sta psicanalizzando, percepisce gli sforzi che uno straordinario Bloch compie per credergli e per aiutarlo.
Il tutto è orchestrato alla perfezione: i dialoghi in effetti sono molti, ma accrescono l? interesse del fruitore senza appesantire la lettura, bensì contribuendo a creare la giusta suspence.
Insomma, come spesso è accaduto negli albi barbatiani, Dylan è al centro di tutto; la sua mente detta i tempi del racconto ed il lettore non può che seguire con il massimo interesse.
A metà dell? albo, la frattura: viene mostrato il vero assassino intento a ritagliare ed incollare al muro articoli di giornale contenenti immagini dell? Indagatore dell? incubo.
Se fino ad allora noi e Dylan eravamo la stessa persona, il capire che gli omicidi non hanno alcunchè di misterioso (ma sono probabilmente opera di un fanatico qualunque) scinde irreparabilmente il nostro punto di vista rispetto al suo: da quel momento noi sappiamo della sua innocenza, lui no.
Nonostante il prevedibile calo del coinvolgimento, non si può fare a meno di apprezzare ugualmente la prosecuzione della storia: dalla caccia agli indizi, all? assassinio di Estella, alla fuga di Dylan da tutto e tutti, al toccante racconto finale del passato di Oliver (il fanatico di cui sopra), al suo suicidio.
Ed è proprio l? incapacità di distinguere il bene dal male a rendere degne di nota persino le fiacche ultime pagine: se Bloch aveva creduto nell? innocenza di Dylan anche di fronte a prove schiaccianti a suo sfavore, non altrettanto aveva fatto anni prima il nostro Indagatore nei confronti dell? allora amico Oliver, pure lui accusato di un delitto non commesso.
Sono dunque nel finale le (poche) mancanze dell? albo?
In parte sì. Perché se da un lato esso ha il pregio di raccogliere l? intero senso della storia e di darle una chiave di lettura (una sorta di ?morale?), dall? altro non soddisfa. Non punge. Non colpisce.
In pratica, manca quel colpo di scena conclusivo che avrebbe reso ?Qualcuno nell? ombra? un capolavoro memorabile.
Ci resta comunque un gran bel Dylan Dog, sicuramente il miglior Almanacco degli ultimi anni_
V.M.è la luce
V.M.è l? ombra
V.M.-since1986-
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