Si comincia dall'inizio. Copertina preoccupante, sopratutto se disegnata da Stano e infatti se mi è molto piaciuto il viso di Dylan, e anche la vecchia armata, meno lo sfondo che pare incollato con photoshop. Diciamo sei di stima che è un periodo buono.
Disegni. Dell'Uomo non mi faceva impazzire ai tempi di Diablo e non mi fa impazzire ora. Diciamo che ho poco apprezzato certe espressioni e pose di Dylan che ora assomigliava a Norman Bates ora al solito Dylan di Freghieri ( vedi pagg.62 ) e in generale il tratto era si pulito e lineare, ma a volte troppo spigoloso. Belle invece le comparse cinematografiche inserite nella storia.
Da Spancer Tracy di pagg.15 a William Holden di pagg.32 ( almeno credo...) a Grace Kelly di pagg.38 ( il marito mi pare un attore ma non lo inquadro...) Stan&Oliver di pagg.68, forse Demy Moore di pagg.70, James Cagney pagg.82, e l'Hamiln/Orlock del finale. Finale che assomiglia vagamente a quello della mia storiella appena finita e quindi l'apprezzo...
Ho volutamente centrato la mia disamina sui disegni, per tralasciare la storia.
Che volete che vi dica, di questa storia ? Non posso che sposare la tesi secondo cui x Gualdoni, Dylan Dog è un contenitore vuoto, cui infilare cose anche carine come questa, ma che c'entrano una fava con il suo mondo e il suo modo di essere.
So che mi si dirà che in fondo DyD è un personaggio che affronta tematiche di vario tipo, ma davvero qui manca proprio la base.
Siamo di fronte ad una favoletta, ben raccontata e disegnata per carità, ma sempre favoletta.
La sincerità come arma a doppio taglio era stata portata anche da J.Carrey, attore che personalmente detesto, con esiti come al solito volgari e biascicanti. Qui si cerca di dargli un taglio horror, per altro latente come l'atmosfera londinese ormai totalmente assente nelle storie, con esiti che definirei penosi. Bertuccia ha già inquadrato le continue elucubrazioni mentali ( dicasi seghe ) di Dyd e oltre non affondo il bisturi. Forse Gualdoni propende per l'ipotesi secondo la quale far pensare molto un personaggio significhi dargli un tono di somma solennità, ma pare evidente che ciò non è. Qui poi, assolutamente no.
Avevo già ribadito la mia assoluta noia di fronte a storie in cui per fare cose banali, ci si impiega tavole su tavole, quasi che queste servano a riempire il luuuuungo percorso che porta alle 98 pagg finali. In questa storia, come in altre del resto, ciò avviene all'ennesima potenza. DyD non fa che pensare e camminare, camminare e pensare e alla fine tutto questo è peggio che un colpo di bisturi nella pupilla.
Piuttosto mi piacerebbe chiedere a chi di dovere, dove e cosa ci si prefigge di ottenere di fronte a pubblicazioni di questo tipo. Lo dico senza spocchia, senza rammentare il mio trascorso di lettrice storica. Lo dico per curiosità e basta.
Di fronte a mensili come questi, mi chiedo perchè.
Forse non ho il diritto di farlo, ma mi viene uguale.
Ah il voto...? Logicamente, insufficiente...