Non frequento il caro Craven Road molto spesso, scusate. [:I]
Ecco, in apertura di topic c'è scritto questo: " vi ricordiamo di commentate in segnalazioni e non qui, altrimenti il vostro commento sarà cancellato", ma non capisco allora perchè tutti scrivano qui e non avendo trovato l'altro luogo, mi adeguo all'eventuale infrazione e chiedo venia ai moderatori! [;)]
Dunque. L'albo in questione è secondo me pessimo, senza giri di parole.
Quattro storie inutili nel caso migliore, deprecabili in quello peggiore.
La prima, Nemici per sempre di Tito Faraci e Camuncoli ambisce fin dall'inizio alla palma di peggiore in campo. La trama è risibile, lo scioglimento finale deprimente. Davvero, di Tito Faraci su Dylan ne ho avuto abbastanza: arrivato in pompa magna (e fra tante mie speranze), non vedo l'ora che si stabilizzi su Tex!
Quanto a Giuseppe Camuncoli, anche qui avevo un certo numero di aspettative da un autore internazionale e affermato come lui, ma i colori (sono suoi o Bonelli?) tendono ad appiattire molto le vignette. Avrei preferito goderne in bianco e nero e vedere un certo numero di dettagli in più, che ho la sensazione risultino ora invece coperti. Ho apprezzato invece la soluzione di utilizzare ligne claire e un retinato per simboleggiare le scene che si verificano nel passato e in sogno: una variazione dal classico effetto dissoluzione di contorni che solitamente si usa in Dylan.
La fiaba nera di Enna e Roi è forse l'episodio che ho gradito di più, ed è tutto dire. Alla fine SPOILER si tratta della solita banalissima storia di psicopatici e assassini, però almeno l'autore evita nuove banalità, affidandosi alla calda coperta di quelle vecchie, trite e ritrite!
Il filo conduttore fiabesco avrebbe potuto esser una buona idea, ma lo scioglimento anche qui non è accettabile.
I disegni di Roi mi sono piaciuti, e nonostante sia l'autore principe degli effetti chiaroscurali, colui che associ ad ogni storia ambientata fra le nebbie di Londra e del Tamigi, ho trovato che questo tipo di colore abbia preservato tutti i vari arricchimenti che il suo tratto ama dare ad una tavola.
La sposa del diavolo, di Mastantuono... ecco Corrado lo assocerò sempre alle prime esilaranti storie Disney di Bum Bum Ghigno, personaggio suo. La sua storia dal punto dei testi è mediocre, soffre dell'esiguità forse del numero di pagine in cui è stata sviluppata. L'idea di fondo non è particolarmente nuova, ma almeno il climax avrebbe potuto forse beneficiarne, in una condizione di più ampio respiro. Riguardo i disegni, invece, pur ammettendo che in certe occasioni mi è sembrato di trovarmi davanti a tavole di Mike Mignola, mi sono piaciuti particolarmente.
Quanto all'ultima storia, beh... dopo la delusione delle prime tre, è dura cercare di aggrapparsi ad una sceneggiatura di Claudio Chiaverotti!
Lo ricordo con grande affetto: resta in assoluto l'autore più simpatico e disponibile che io abbia mai visto (ad eccezione di Carlos Trillo e di RRobe, quando a Roma cominciava a farsi strada... altri tempi), però non mi può presentare Mana Cerace! Io ritengo questa testata un'utile possibilità di sperimentare con Dylan. Ma non solo a livello di disegni! Anche i testi devono osare di più, andare oltre! L'anno scorso ci hanno provato e quel numero me lo sono riletto parecchie volte. Una storia capolavoro, un'altra che sfiorò il traguardo. Qui trovo solo desolazione di tematiche trite e ritrite, moraleggiamenti (vedi pistolotto finale di Philip Crane) e idee sciape.
Non ho parlato dei disegni di Evangelisti. Non ho mai letto Termite Bianca, ma lo sfogliai e ne apprezzai le qualità visive. Ha una notevole cura per il dettaglio, gli va merito di aver tentato di salvare il salvabile di una storia decisamente pessima.
Va beh, aspettiamo l'anno prossimo!
Carlo Maria
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