Le mie 100 storie preferite di Dylan Dog : posizione
n°70 Labirinti di paura, speciale n°8, ottobre 1994
Testi di Claudio Chiaverotti
Disegni di Corrado Roi
Dylan Dog è immobilizzato, corde tenaci lo tengono legato alla follia di un'assassina, alla sua ossessione per le storie. Storie di orrore e di universi impossibili, raccontate lungo il filo di una lama. C'è una logica segreta dietro questo infinito narrare? Forse sì, ma è una logica che scorre veloce e fugge via, un indizio che bisogna inseguire dentro i labirinti della paura!L'ultimo degli speciali di cui si possa sussurrare "capolavoro!" prima dell'oblio; solo qualche sussulto targato Barbato (
La scelta n°18,
La peste n°19) o perfino Ruju (
Il treno dei dannati n°11,
Dov'è finito Dylan Dog? n°16). Da non sottovalutare nemmeno il chiaverottiano
Il monastero n°10; ma
Labirinti di paura è proprio un'altra pasta peraltro di terza mano (
Il club del'orrore n°1,
Gli orrori di Altroquando n°2). Tiene altissima l'attenzione nei singoli suoi atti ed offre una visione coagulante attraverso un'intelligente versione di
Misery. Da leggere e rileggere per chi vuol conservare un'immagine perfettibile dell'autore dylaniano; ogni cosa va al suo posto e le minchionerie tipiche sono domate. Ogni parte ha la sua cartolina: il prologo e la casa,
La donna dei sogni e gli studi di registrazione,
L'ultimo respiro e l'ospedale,
Il viaggio e l'astronave; un tratto comune è il contrastro claustrofobico-megalofobico, meandri e cartelloni, vicoli e corsie e complotti, corridoi e immensità cosmica. Il prologo slasher e il finale noir, poi, sono delle delizie tecniche; Chiaverotti è coraggioso poichè non si tratta di poche pagine ma di vere e proprie macrosequenze che elevano Asmodeo al rango di cattivone memorabile. Superflua la nota conclusiva su Roi.