Nyarlathotep ha scritto:
Medda è liberissimo di dire quello che vuole, e libero anch' io di sottolineare che a mio avviso ha detto qualcosa di ben poco arguto.
Infatti.
A me pare una recensione superficiale (se bastavano gli SZOCK, AARGH, SPLAATCH per attirare "500.000 ragazzini" una rivista come "Splatter" avrebbe dovuto vendere il doppio di Dylan Dog, o no?) e un po' supponente: non dice che è una bella storia ANCHE SE "anomala" rispetto alle storie del periodo, dice proprio che è un "gioiellino" PROPRIO perché "inusuale"... perché non ci sono "sangue e mostri" e i "predicozzi moralistici" (il che, scritto dal futuro Savonarola del fumetto italiano, fa parecchio sorridere).
Se fosse stata l'opinione di un comune lettore niente da dire, ma da parte di un autore mi pare una caduta di stile verso un collega (immensamente più talentuoso
a parer mio) e una mancanza di educazione verso i lettori: in fondo è anche grazie a quei 500.000 fessacchiotti che in quel periodo arrivava nelle edicole "Nathan Never"... serie che non ha mai neanche lontanamente sfiorato la poesia e la potenza delle prime annate di Dylan Dog, quelle piene di sangue, mostri e predicozzi.
Questione splatter: personalmente a me perfino infastidiva all'epoca, mi sembrava una facile concessione alle mode dell'epoca, tanto che quando gradatamente sparì ne fui contento. Oggi mi rendo conto che è stato una grave perdita, che almeno nelle storie di Sclavi non era mai gratuito, ma faceva parte di una precisa poetica e visione del mondo. Il problema è che Dylan non si è poi evoluto, magari in senso di "commedia surreale" come ipotizzava Sclavi, ma è rimasto (sulla carta) un fumetto horror, ma sempre più svuotato da tutte le sue caratteristiche, perdendo insieme allo splatter, anche il pessimismo, la cattiveria, la carica surrealista.