Cravenroad7

Scusate ma lì lo dice solo per far venir fuori allo scoperto il poliziotto, è una bugia per aiutare Dylan!
Oltre a capirlo subito si puo' notare anche a pag. 65 nella 4° vignetta, quando Dylan ringrazia/loda Lenny.

A parte quello, in generale concordo con Dario.
Io darei un 6 alla sceneggiatura, un 7+ ai disegni e un 8 alla copertina.

Il problema non sono le 'motivazioni' per cui Lenny dice quella bugia. Le motivazioni vanno bene: cercava di ingannare il guardiano.

Il problema è che il guardiano, evidentemente, è così sordo e rincoglionito da non essersi accorto che Dylan non ha sparato neanche un petardo!
QUELLO non va bene. Sta in piedi come un tavolo con due gambe.

Cavolo è vero!
Avete ragione ò_ò

beh almeno a me ha fatto andare d'intestino sta storia raga,almeno a qualcosa è servita.....

se il tuo nick è vero vuol dire che parli al contrario, giusto?quindi la storia ti è piaciuta moltissimo.

Giusto per aggiungerne un'altra alla lista delle paracarraggini sfacciate :

A pag 65.iii-v, dopo l'avvincente sparatoria ai limiti del Benny Hill Show..., la pistola "fumante" è ancora nella mani di Dylan. Cosa ne faccia dopo non è dato sapere, ma è molto improbabile che la appoggi per terra (p.66.iii) accanto alla carognaccia di Ricky "Lasollunga" Solano, o la affidi all'equilibratissimo Lenny per farci un giretto - come no, di roulette russa... .
Più verosimile che la infili nella giacca o tra i calzoni (spero con la sicura...non si sa mai per un erede da concepire....).
Ma cosa scopriamo noi fiduciosi lettori paraocchialuti poco dopo? Nulla, se non che Lenny tenta il suicidio poco dopo con la medesima pistola (p69. iv-vi)
Cosa ci tocca adesso incastellare in aria per trovare un alibi inverosimile allo sceneggiatore? Che Dylan è così tontolo ed impedito da farsi sfilar via la pistola sotto il naso da Lenny, senza opporre resitenza? Che Lenny abbia seguito i corsi per corrispondenza del Mago Silvan (od Oronzo) per i giochi di destrezza, non volendo seguire quelli di un altro noto prestigiatore che dice di non aver messo le mani nelle tasche degli italici italioti?
Non era forse necessaria - senza esser per questo pedante o completiva - una vignettina in cui si vedeva almeno Lenny sfilar via la pistola? Ammesso che non si tratti, come temo, di un'altra svista sciagurata...
Provateci voi a trovare un altro alibi...perché io penso neanche la creatività di Ghedini possa scagionar l'autore di tutto ciò.
Ormai in questi albi non si tratta più enigmisticamente di "Trova l'errore" vista l'abbondanza di refusi...ma di "Trova il pezzo giusto" - se ci riesci. Buona caccia.
Mah...

ALOHA

Letto e riletto! mi sa che faccio parte del nuovo target a cui si rivolge il nuovo corso di Dylan Dog

potrebbe contenere tracce di SPOILER!

A me la storia ha dato un senso di. . . tirato via (©Rimatt). Concordo con chi ha scritto che c'erano gli ingredienti per una storia migliore, alla fine della lettura non mi è rimasta nessuna sensazione. . . soprattutto dopo le considerazioni che Dylan fa nel diario, veramente la fiera della banalità, forse che si, forse che no, ma il cielo è sempre più blu il rovesciamento Lenny personalità 'falsa'/ Buster 'vera' non me l'aspettavo vista l'ora prossima al sonno della mia lettura, certo che poteva essere gestita meglio. Viceversa mi è piaciuta la storia del passato di Lenny e dei cugini Potts, che mi sono piaciuti pure come caratterizzazione grafica (ok non sapevo del film del 2007 da cui si sarebbe preso spunto. . . ma a quei tempi combattevo per l'accettazione sociale alle scuole medie). Per il resto le mancanze dell'albo sono state sottolineate ampiamente, per quanto riguarda gli episodi singoli, forse il sorvegliante ha semplicemente ricaricato la pistola tra le 4 vignette che intercorrono tra il 6o ed il 7o sparo ok i problemi sono altri, ma si possono perdonare le ingenuità più lievi come si fa con altri autori, tipo la torcia e la cantina il problema per me è che un albo così non ti lascia proprio nulla in fatto di emozioni e riflessioni. . . per non tacer dello splatter
Dimenticavo i disegni! a me sono piaciuti anche se a volte Dylan fa fatica ad arrivare a 25anni

Comunque la Regola di Goblin (se ricordo bene) ha colpito ancora per curiosità. . . chi ha votato ottimo?

Ho votato mediocre.

Avete già detto tutti voi.
Penso proprio che con il 300 chiudo pure io, e non per i dueeuroesettanta, ma per una mia piccola forma di protesta, sperando che sia seguita da molti altri dylaniati come me!

mi copio e incollo

"Ci sono storie di Dyd in cui Dylan Dog non serve.
Negli anni è capitato. Avresti potuto metterci un Brendon, un Martin Mystère, un Nathan Never e tutto sarebbe filato comunque. Quando succede significa che chi ha scritto la storia non è stato capace (o non ha voluto) sfruttare le caratteristiche peculiari del personaggio, quei segni distintivi che lo rendono unico e che ci guidano in un'avventura, convincendoci che solo con il nostro protagonista saremmo riusciti a risolvere la situazione in quel modo.

Il Dylan Dog di Gualdoni potrebbe essere chiunque. Se mi mettessi le lenti, potrei essere io con la camicia rossa e le Clark. Già nel Maxi 15 erano emerse alcune incongruenze, nella sceneggiatura della storia da lui scritta, che mi avevano lasciato perplesso.
Ora leggo quest'albo della serie regolare e non posso fare a meno di chiedermi: con quanta cura il curatore cura il personaggio?"

http://byroneloisa.blogspot.com/2011/07 ... a-del.html

Quest'albo è pessimo, senza mezzi termini.
Ho anche provato a lasciarlo decantare, l'ho riletto per vedere se le prime impressioni piucchenegative - eufemismo - potessero essere smussate da una valutazione più a freddo, col risultato di non smuovermi dalle posizioni iniziali: una delle più brutte cose lette su Dylan Dog e non.

Gualdoni trascina stancamente (e con strazio di chi legge) il suo schema narrativo ormai cristallizzato, consistente di: una sola idea di base, rigorosamente (non sia mai ricorrere anche soltanto a una mezza in più!*); pochi attori in scena; assenza di cambi sensibili di passo/ritmo (come preferite); dialoghi protocollati e mai incisivi. Non che non questi elementi precludano automaticamente la possibilità di una buona narrazione, ma qui 1) si copre oltre la metà della storia con una digressione biografica sbrodolata e noiosa, peraltro ampiamente anticipata sia dal sito ufficiale della Bonelli che dall'Horror Club, perlopiù incorporando una ridicola preterizione (in senso letterale, non in quello di «passare sotto silenzio una cosa nel momento in cui la si nomina»); 2) pur dovendo gestire due soli personaggi, di cui uno è carta ampiamente conosciuta e non abbisogna di un background da creare, non ci si sforza di rendere la caratterizzazione anche solo minimamente accattivante; 3) la povertà di accadimenti non è compensata da ritmo, atmosfera o altre risorse atte a sopperire e finanche a valorizzare l'esilità dell'aspetto puramente narrativo; 4) i dialoghi, scipiti e telefonati, non rimangono entro i limiti di una decente funzionalità, ma sono infarciti di strafalcioni e comicità involontaria (acuita dalla volontà di Gualdoni di prendersi molto sul serio, con tanto di imbucamento (cit.) filosofico-antropologico finale).
E dire che Freghieri, senza strafare, è meno frettoloso che in altre sue prove recenti...

Mah.
La voglia di mollare, doppiata la cifra tonda, è molta. O quantomeno di diventare estremamente selettiva, soprattutto per la serie regolare che, lungi dall'essere principale vetrina per il personaggio, ospita le peggiori ciofeche.

*Peraltro il disturbo schizofrenico è anche il cuore pulsante di Anima nera, una delle ultime cartucce del Chiaverotti post-Brendon e, a mio avviso, una delle sue migliori sceneggiature, pressoché inattaccabile e al più 'inficiata' - termine eccessivo, stavolta - da qualche peccatuccio venialissimo.

SPOILER

Insomma.

Gualdoni scrive come cura: col pilota automatico inserito, senza guizzi e con la passione di un burocrate annoiato da 35 anni di lavoro e prossimo alla pensione.

La storia in sè non sarebbe malaccio, ma si sviluppa piatta ed in modo molto lineare, anzi TROPPO lineare, con dialoghi anonimi in alcuni punti ed insopportabilmente pretenziosi in altri. Il difetto principale è l'impostazione della sceneggiatura: Gualdoni ha deciso, in ossequio alla nuova linea editoriale per decerebrati, che la storia debba andare da A fino a B, e non sia mai inserire un guizzo, una scena leggermente più forte, qualcosa di disturbante, di spiazzante, qualcosa che ti sproni a ricordare l'albo anche a distanza non dico di anni (sarebbe pretendere troppo da uno sceneggiatore mediocre), ma anche di giorni o settimane.

Per di più, la prima parte è anche abbastanza noiosa, prolissa e rindondante. Gli strafalcioni non li ho nemmeno notati, ma alla fine credo che se fossero inseriti in un contesto migliore nemmeno si noterebbero. Così fanno però ancor più calare il giudizio generale.

Dite che c'è speranza che il curatore della testata cacci se stesso?
Freghieri mi è sembrato migliorare rispetto alle sue ultime prove.

Voto mediocre. Dai che col 300 smetto anche io!

Mirco, preparati a riconvertire il forum nel forum di Hannah Montana!

300...e sai cosa fare.

Avrebbero dovuto far sceneggiare il numero celebrativo a Charles Manson.

FINE OT