Cravenroad7

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#18/G - Il vecchio che legge
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MessaggioInviato: mar nov 10, 2009 9:43 pm 
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ma guarda a me basta che ci metti un bambino che mi fissa immobile e mi cago sotto :)


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MessaggioInviato: mar nov 10, 2009 9:49 pm 
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Iscritto il: gio mag 08, 2008 7:37 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by dragodylaniato</i>
si parla di accoppiamenti come conigli,incesti cosa c'e di sano e normale in tutto questo?[:0]
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Potrebbe anche parlare di piombo fuso nei biberon dei neonati, o di vecchiette che molestano cavalli, non è il cosa ma il come. E il come stavolta è una detection troppo piana e troppo poco interessante, una sceneggiatura troppo verbosa e dal ritmo inesistente. La Barbato in passato è riuscita ad inquietarmi anche con argomenti più leggeri, qui mi ha fatto sbadigliare. Poi per carità è tutta roba piuttosto forte per un albo Bonelli, però non è che la cosa mi freghi molto, mica mi faccio inquietare tenendo presente la media degli albi Bonelli, o peggio del Dylan odierno, per cui ormai anche le storie di Nonna Abelarda sarebbero troppo forti (una vecchia che tira cazzottoni alla gente facendogli sfondare il soffitto? Troppo splatter! E poi c'è il rischio che si offenda qualche circolo di anziani per una visione tanto anticonformista della vecchiaia). Vogliamo paragonare la storia della Barbato a cosa si legge in certi manga, o in certe serie Vertigo? Ma per piacere, ammiro la Barbato per il suo immenso talento nel raccontare storie (cosa che in questa storia per molti versi non fa, ha ragione chi dice che in un certo senso è tutto un lungo spiegone), non per il suo essere "cattiva" o "malsana" in un contesto come quello del Dylan attuale, che in confronto ai Ruju e ai Di Gregorio riuscirebbe a sembrarlo anche la Tamaro.


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MessaggioInviato: mar nov 10, 2009 10:18 pm 
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accidenti a wait.. ora voglio leggere delle vecchiette che molestano i cavalli...


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MessaggioInviato: mar nov 10, 2009 10:50 pm 
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beh se vuoi ti presento il mio ex chitarrista che importuna le vecchiette


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MessaggioInviato: mar nov 10, 2009 10:52 pm 
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Località: Chieti
POSSIBILI SPOILER

Quoto Waits! Ripeto: ciò che non è convincente non sono le idee di base, che, seppure non proprio originalissime, sono in effetti piuttosto malsane; nè le capacità comunicative di Paola Barbato, che è in grado come pochi di raccontare il personaggio di Dylan Dog e le dinamiche delle sue situazioni.
Tuttavia l' impressione finale è abbastanza asettica: non ci si appassiona più di tanto alle vicende di quei tizi tutti uguali e senza personalità, nè ci si lascia accattivare o turbare dalla complicata maledizione che li attanaglia, per la cui comprensione converrebbe leggere lo spiegone tenendo a portata di mano un abaco o un pallottoliere.
E l' impressione che resta è quella di una storia ordinaria, di quelle scritte con mestiere e secondo schemi cui le storie di Dylan si sono uniformate fin troppo spesso (situazione paradossale e/o di pericolo, indagine, spiegazione finale con maledizione o invocazione demoniaca annessa).
Non è che questo tipo di storie non mi piaccia, sennò non leggerei Dylan Dog (ad esempio la storia del mese, "Discesa nell' abisso", è alquanto classica sotto questo aspetto, eppure non per questo non l' ho apprezzata); ma in <i>Tueentoun</i> non scorgo tutta la cattiveria e l' originalità che altri vedono.
De gustibus!


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MessaggioInviato: mar nov 10, 2009 11:12 pm 
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Località: Palermo in via dei dylaniati n.666
Scusami Nyarla ma allora per te qual'è sarebbe una storia realmente cattiva, malsana e disturbante dell'intera testata?

Te lo chiedo senza vis polemica, semplicemente per capire meglio il tuo punto di vista[:)]


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MessaggioInviato: mar nov 10, 2009 11:31 pm 
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Iscritto il: ven nov 28, 2008 6:30 pm
Messaggi: 8883
Località: Chieti
Mah, non saprei, ce ne sono tante...
Una che mi viene in mente a caso è "Terrore dall' infinito": quello è un finale devastante!
Poi, anche se non si reggono su idee di per sè sconvolgenti, ci sono storie che colpiscono per come sono raccontate e per l' atmosfera che creano; quindi il discorso è anche molto soggettivo.
Ripeto quindi che, per me, il punto debole della storia è la scarsa attenzione alla caratterizzazione dei personaggi, nonchè il modo con cui tutto si conclude: non basta

SPOILER

parlare di incesti se poi tutto si riduce ad una banale maledizione da pallottoliere, peraltro raccontata senza pathos. Che poi l' idea della maledizione poteva anche essere buona, se si fosse riuscito a rendere più toccante la storia dei due giovani innamorati; invece tutto ciò rimane in secondo piano, e viene detto solo per rendere plausibile la spiegazione finale. Troppo mestiere e schematismo; non c' è niente di male in ciò, ma non sono i requisiti più adatti per imbastire una storia disturbante.
Che dire... Points of view! [:)]


Ultima modifica di Nyarlathotep il mar nov 09, 2010 3:30 pm, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: mer nov 11, 2009 3:37 am 
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Iscritto il: dom nov 06, 2005 5:05 am
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Onestamente, questo gigante andrebbe ristampato con la copertina dedicata a Teentoun.


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MessaggioInviato: mer nov 11, 2009 10:06 am 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
Messaggi: 4831
<i><b>Il vecchio che legge</b></i>:

Altrimenti detto: <i>La prigione di carta</i>.

Celoni non mi piace, ma è un mio problema personale.
Come disegnatore, il suo tratto sovrabbondante mi affatica la vista (le centinaia di rughe sui primi piani di Ozra sono il vero incubo); come scrittore, il suo stile sovrabbondante mi affatica la concentrazione: Dylan in ogni vignetta si premura di spiegare pedissequamente ciò che accade nella vignetta, le lambiccate disgressioni poetiche (genuine o compiaciute che siano), per una personalissima questione di sensibilità, mi annoiano a morte, il continuo gioco dei rimandi letterari rende il piatto eccessivamente speziato, il repertorio immaginifico è abusato e stantio (il borgo medievale, la bambina misteriosa, il treno metaforico...). Persino la sensibilità propugnata da Dylan in questa storia non solo non mi prende, ma addirittura mi irrita (per non parlare dell'afflizione di Dylan seguita alla prima morte di Ozra, che nel volgere di una vignetta si tramuta repentinamente in stupore per il ritrovarsi nuovamente a bordo del treno... 'nsomma...).

E io che mi lamentavo dello stile retorico di Enna!

E poi, per favore, in Bonelli farei approvare un veto sui rimandi ai classici dell'infanzia: e basta con Dorothy, Alice, Pippi Calzelunghe, Peter Pan e tutti questi infelici bambini che non riescono a crescere e a trovare un posto nella realtà. Ma più che altro perché si rende loro un torto! Tutte queste opere letterarie sono a vario titolo "formative", nel senso che alla fine del libro, dopo aver vissuto avventure strampalate, i bambini esorcizzano le proprie fantasie infantili (avendo dato loro uno sfogo completo e incondizionato) e sono pronti ad affrontare la vita. Invece sembra che ormai queste stesse opere vengano usate appunto come alibi per rendersi impermeabili alla realtà, come dei ghetti in cui isolarsi da essa, e il senso ne viene completamente frainteso!
Non credo sia un caso che alla fine tutti vogliano poi fuggire da Oz, dal paese delle meraviglie o dall'isola che non c'è, no?

Comunque ho apprezzato l'idea ossessiva della ricorsività della morte dell'uomo in diversi contesti e in parte l'ultimo dialogo fra Dylan e Ozra su <i>Il meraviglioso mago di Oz</i> (il parallelismo fra Ozra e il mago e fra Vittoria e Dorothy).

Non ho letto gli altri commenti qundi magari dico cose già dette:
ovviamente il nome Ozrabaum è composto da Oz e da Baum, quest'ultimo cognome di Lyman Frank Baum, autore del libro;
a pag. 60 c'è un chiaro rimando all'artista Peter Coffin.

<i><b>Blatte</b></i>:

Esattamente la storia breve che mi aspetterei da un gigante. Divertente, modesta, onesta, <i>friccicarella</i>. Insomma, un bell'intermezzo.
Poi i disegni di Saudelli mi piacciono moltissimo, il Groucho dormiente con ciglia lunghe mi ha fatto pensare a un attore da film porno anni '70. [|)]
Unica nota veramente stonata (ai testi) è la battuta di Groucho sulla suocera (con la cui lingua tagliente si potrebbe squarciare il velo di plastica che avvolge la casa): magari può sembrare una sciocchezza, ma una battuta come quella è completamente priva di senso, e non <i>non-sense</i> come ci si aspetterebbe da Groucho.

<i><b>Tueentoun</b></i>:

Per questa storia ho dovuto ricredermi: ho trovato l'inizio manualistico e scarsamente interessante (mi sembra di aver letto in altri commenti che ci fosse una tensione stellare, una <i>suspence</i> da cardiopalmo... invece a me ha lasciato del tutto freddo), lo svolgimento della vicenda meccanico (l'ennesimo rompicapo barbatiano: per Dylan le cose sembrano facili salvo poi scoprire che c'è un intoppo anche nelle cose più ovvie, come identificare la fisionomia di una persona... come potrà Dylan scovare il più uguale fra gli uguali?). Mentre invece quello che mi ha davvero preso è il finale, quello che solitamente in altre storie mi delude: ero curioso di sapere dove sarebbe andata a parare l'autrice per spiegare l'uguaglianza dei cittadini o il loro numero invariabile, già immaginando il peggio... e pur tuttavia sono rimasto colpito. Una bella spiegazione, semplice, credibile, coinvolgente, senza che in bocca resti l'amaro delle parole: "<i>Ah, 'mbè, era questa la magagna?</i>". A prescindere da questo, si vede che Barbato <b>sa</b> scrivere e <b>sa</b> come si scrivono sceneggiature.

Forse ho un po' storto il naso per il Larry focomelico, per il quale il pensiero non può non volare a Ghor, oppure per l'insistito gioco dei ruoli fra sesso maschile e sesso femminile, o altre piccole minuzie di questo tipo, ma in fin dei conti posso dirmi soddisfatto.

Ah, sì: Molly Jensen è il nome del personaggio interpretato da Demi Moore nel film <i>Ghost</i> (mi scuso ancora se dico cose già dette, non avendo letto i commenti altrui).

<i><b>Per una rosa</b></i>:

<i>Una rosa è una rosa è una rosa</i>

...Che poi, in fondo, sono un cuor tenero...

Anche qui, storia riscattata dal finale (che in una storia breve come questa ha molto più peso, essendo anche quantitativamente, per numero di pagine dedicatogli, più siginificativo): non che la prima parte fosse "brutta", ma effettivamente era un <i>Piccolo Principe</i> tradotto <i>Dylan Dog</i>, niente di particolamente incisivo o interessante. E poi c'è la rilettura della vicenda alla luce delle ultime pagine: anche qui, niente di particolarmente pirotecnico, ma l'ho trovato efficace (per un po' mi sono tornati in mente i grandi <i>topoi</i> stabiliti da Chiaverotti nelle sue storie, complici anche i disegni di Dall'Agnol). Una storia semplice (non particolarmente brillante nella scrittura), che cita un classico senza rovinarlo e senza rovinare se stessa, un tocco di sentimento, i disegni di Dall'Agnol sempre più schizofrenici (magari avrei dato solo maggior risalto grafico proprio alla rosa, che in alcune vignette è giusto una macchia bianca contornata di nero!). Insomma, anche qui, una storia normale di quel normale piacevole a leggersi.

---

Una piacevole pubblicazione annuale, ma non mi sbilancio nella definizione del "miracolo editoriale" che invece qualcuno sembra avervi letto.


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MessaggioInviato: mer nov 11, 2009 11:05 am 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Waits</i>
Vogliamo paragonare la storia della Barbato a cosa si legge in certi manga, o in certe serie Vertigo? <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Ovviamente in altri fumetti si osa di più (e bella forza, si tratta comunque di albi che recano in copertina la dicitura "Explicit Content", mica di un bonelliano), ma del resto lo stesso discorso si può fare anche per i due romanzi della Barbato, che leggeri non sono (poi, magari a te o Nyarla hanno fatto l'effetto di <i>Cuore</i> [:D]). Però c'è un bel distinguo da fare: talora (mica sempre, ovviamente), negli albi Vertigo o in certi manga la violenza è solo formale, e si limita all'esibizione di teste mozzate o smembramenti; in <i>Tueentoun</i>, la violenza si infila sottopelle ma non si mostra mai apertamente. Si tratta pressapoco della differenza che passa tra un qualsiasi film splatter e, che so, un <i>Funny Games</i> di Haneke: nel primo si assiste a decapitazioni e sevizie di ogni sorta, mentre nel secondo ogni atto sadico avviene fuori campo, e di sangue praticamente non se ne vede. Eppure a me <i>Funny Games</i> fa molta più paura di qualsiasi splatter, e lo trovo molto più disturbante.


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MessaggioInviato: mer nov 11, 2009 11:09 am 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Nyarlathotep</i>
<br />Mah, non saprei, ce ne sono tante...
Una che mi viene in mente a caso è "Terrore dall' infinito": quello è un finale devastante!
Poi, anche se non si reggono su idee di per sè sconvolgenti, ci sono storie che colpiscono per come sono raccontate e per l' atmosfera che creano; quindi il discorso è anche molto soggettivo.
Ripeto quindi che, per me, il punto debole della storia è la scarsa attenzione alla caratterizzazione dei personaggi, nonchè il modo con cui tutto si conclude: non basta
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Capisco il tuo point of wiew che è diametralmente opposto al mio.[:)]
Non a caso hai scelto una storia di Sclavi che, per me,non è disturbante,o meglio,là si parla di ufi e psiche umana e ho trovato solo la scena della madre che uccide il proprio figlio deforme " realmente " cattiva!

Io, per definire una storia malsana, farei come esempio molti albi della Barbato o anche dello stesso Chiaverotti.

Sclavi appartiene ad una sfera emozionale diversa.


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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dario84</i>
ovviamente il nome Ozrabaum è composto da Oz e da Baum, quest'ultimo cognome di Lyman Frank Baum, autore del libro;<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Io ho pensato anche all'Ezra di <i>Mort Cinder</i>, personaggio che, anche fisicamente, ricorda molto l'Ozra di Celoni (il quale, nel disegnarlo, mi sembra anche aver tenuto conto dello stile di Alberto Breccia). Insomma, Oz + Ezra + Baum. [8D]

Edit: ho appena letto che Celoni, nel topic a lui dedicato, ha confermato la parentela tra Ozra e l'Ezra di Breccia. Garantisco che me ne sono accorto solo ora. [:I]


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MessaggioInviato: mer nov 11, 2009 11:11 am 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by MandarinoFish</i>
Io, per definire una storia malsana, farei come esempio molti albi della Barbato o anche dello stesso Chiaverotti.

Sclavi appartiene ad una sfera emozionale diversa.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Chiaverotti a parte [:D] sono d'accordo con te. Sclavi non è quasi mai disturbante, IMO, mentre la Barbato lo è quasi sempre.


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MessaggioInviato: mer nov 11, 2009 11:32 am 
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Bè, ho citato il primo che mi è venuto in mente; sono d' accordo comunque nel dire che, al di là di questa storia o delle singole storie, in linea di massima la Barbato è più disturbante (presto avrò un rigetto per questo termine! [:D] ) di Sclavi ("Il sonno della ragione", "Necropolis", "Il seme della follia" SPOILER che parla di <i>snuff movies</i>, "Nebbia" SPOILER che parla di pedofilia, ecc.).
Questo solo per dire che non intendevo criticare la Barbato in modo generale; è questa storia che non mi ha colpito particolarmente.

Su una cosa sono d' accordissimo con Rimatt: lo splatter non è affatto necessario per rendere un' opera (letteraria, fumettistica o cinematografica che sia) cattiva. Per esempio, ho visto tanti film con scene di violenza esplicita ed estrema, ma di questi ne inserirei pochi nell' eventuale lista delle pellicole che più mi hanno impressionato.


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MessaggioInviato: mer nov 11, 2009 11:57 am 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by rimatt</i>
Si tratta pressapoco della differenza che passa tra un qualsiasi film splatter e, che so, un <i>Funny Games</i> di Haneke: nel primo si assiste a decapitazioni e sevizie di ogni sorta, mentre nel secondo ogni atto sadico avviene fuori campo, e di sangue praticamente non se ne vede. Eppure a me <i>Funny Games</i> fa molta più paura di qualsiasi splatter, e lo trovo molto più disturbante.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Funny Games non me lo dovevi citare se volevi difendere Teentuon.[}:)]
Funny Games è infatti un perfetto e glaciale gioco sulle prospettive e le aspettative degli spettatori. Il regista di quel film sa quando colpire, sa come farlo e non si tira indietro davanti a nulla per farlo.
Una fermezza e un coraggio che mancano alla Barbato di Teentuon, che annacqua gli spunti morbosi nel grottesco più ovvio (gli accoppiamenti forzati), butta lì nello spiegone i momenti possibilmente toccanti (l'aborto, la storia dei due innamorati) e non ha il coraggio di sfruttare gli spunti davvero inquietanti (i cumuli attorno al lago.... tra l'altro, anche se aveva già intuito la verità, trovo assurdo che Dylan non provi a vedere cosa c'è sotto, ma anche il fatto che rinunci a guardare poteva essere una grande scena drammatica, invece niente, nessuna emozione, anche quel particolare è rimandato e diluito nello "spiegone"). Manca un tono, un'idea precisa di come mandare avanti la storia: troppo seriosa per essere veramente grottesca, troppo grottesca per essere seria.
Ma soprattutto, almeno a me, non fa provare nulla verso gli abitanti di Teentuon. Odiosi sono all'inizio, odiosi sono alla fine. Al limite posso pensare che quella maledizione era il minimo che potesse capitargli, e che crepino tutti e buonanotte (ma anche il finale aperto stavolta mi sa di manierismo della sceneggiatrice, un ennesimo tirarsi indietro rispetto a quello che si racconta).

Come ad altri Teentuon mi ha dato l'impressione che la Barbato abbia mirato troppo in alto, ma poi al momento di sparare gli si mancata la giusta lucidità per centrare il bersaglio.

Comunque ci sono manga dove oltre alla violenza fisica ci sono anche parecchie cose morbose e malsane. Non so dirti i titoli perché, come molti degli ultimi albi di Dylan, li leggo a scrocco alla sorella della mia ragazza e non ho memoria. Però anche solo una serie per teenagers come "Death Note" innesca tutta una serie di discorsi sulla morte, sulla giustizia, sulla società, i mezzi d'informazione e il senso di onnipotenza che non mi sembrano all'acqua di rose.


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