Questo albo sono riuscita a leggerlo solo un paio di giorni fa.
È da diversi mesi che rileggo religiosamente il trittico
Alba dei Morti Viventi-Morgana-Storia di Nessuno, e ogni sacrosanta volta Xabaras ha il bisogno al limite del metanarrativo di ricordare a Dylan che "
ci siamo già incontrati ai tempi degli uccisori :x: ", quindi alla prima occasione ho rubato l'albo da un familiare.
Mi aspettavo qualsiasi cosa tranne che Xabaras guadagnasse scrivendo programmi magici alle multinazionali
, però nel suo andare contro ogni logica e ogni buon senso è in linea col personaggio, il suo ragionamento sarà stato "
via, diamo il giocattolino ai bimbi, se ammazzano mezzo mondo sai cosa me ne importa tanto resuscito tutti dopo. :x: " o qualcosa del genere.
Però il punto è un altro. Il punto è la presa di coscienza improvvisa dell'incessante scorrere del tempo.
Il Dylan delle origini ha, per come l'ho vissuto io, tenuto molto bene al passaggio del tempo. Poi arriva Lord Wells che cita
Basic. Passo ore a dirmi "wow però per essere roba scritta fra la fine degli anni 80 e gli inizi degli anni 90 è molto attuale
" e mi arriva in faccia una mattonata del genere. Non potete farmi questo.