AL SERVIZIO DEL CAMEOa.k.a. A Grande Richiesta ecco il Reboot de Gli Uccisori in Chiave PretenziosaÈ probabilmente il 341 l'albo della fase 2 che più lascia intravedere la dimensione che raggiungerà Dylan Dog con la nuova gestione.
L'alchimia che ha creato un fumetto tanto innovativo e convincente è irripetibile.
L'autore con il talento e la sfrontatezza giusta nell'epoca giusta.
Preso atto che gli anni passano e che l'autore in questione, non più all'altezza, si è chiamato fuori, l'unico modo per salvare il personaggio è avviare un rinnovamento che in realtà pare essere un
processo di normalizzazione che renderà Dylan Dog un
eroe convenzionale. Forse meno viscerale, ma più trasversale.
Con avventure anche godibili come questa che introduce un nuovo villain tanto convincente da cannibalizzare il protagonista.
Si percepisce la cura certosina con cui dialoghi e sceneggiatura sono stati sviluppati (stupisce infatti la cantonata delle "energie riciclabili"!), con tantissima carne al fuoco come a voler accontentare un po' tutti i tipi di lettori. E molti si sentiranno persino sensibilizzati dall'aspetto sociologico della storia anche se è esposto come una puntata scadente di Report, e altri ancora arguti nel cogliere le 94 pagine di citazioni e camei senza sosta
*.
E poco importa se l'idea di base in fondo era già stata usata in uno dei primissimi numeri della serie e che l'indagine che risolve il caso sia un po' ballerina perché in fondo si lascia intendere che tutti sono pedine di un disegno più grande.
L'intrattenimento c'è.Il concept della copertina è ottimo ma la realizzazione non convince. Soprattutto la stesura del colore è inspiegabilmente dozzinale.
Molte meglio sulle pagine il vecchio Stano.
Notevole anche Bigliardo che abbandona neri netti ed inchiostrazione modulata per grezza istintività (forse per integrarsi meglio con Stano?) guadagnandoci in maniera esponenziale.
Anche se il copia incolla a pag 90 grida vendetta!
* Vorrei fare una riflessione sull'uso di citazioni e camei (magari se interessa ne facciamo un topic dedicato).
Trent'anni fa, in un'epoca in cui le videocassette erano lusso, le fumetterie oasi nel deserto delle edicole e certe passioni erano quasi esclusivamente pratiche solitarie (lo so, non suona bene
), le citazioni erano cioccolatini per i lettori. Un gesto di complice condivisione con gli autori e gli altri appassionati. Una comunione invisibile che gratificava e arricchiva.
Ora, con tutto a portata di touch, la citazione puzza di scorciatoia e non di omaggio.
Il cameo non può diventare struttura.