La copertina non mi è piaciuta: Dylan è molto espressivo, sono i laser che stonano. E' l'aggiunta che rovina la tavola. Pazienza.
Le prime due storie hanno pessimi titoli. Il secondo in particolare. Storpiature di titoli tradotti: horror di serie b anni '70 in una storia che ha poco a che vedere con quello.
Le due storie però sono buone. "Io uccido, tu uccidi" ha un soggetto esageratamente poco credibile.
E anche le tavole di Cossu. Un reality show del genere non è credibile nella nostra società (va bene per un futuro di crisi stile "L'uomo in fuga" di King o il citato "La decima vittima" che non ho letto). Un'ottima sceneggiatura e delle ottime tavole mettono in secondo piano un soggetto esagerato e forse nemmeno troppo originale.
ps Immagine abusata: Bloch pensieroso davanti alle pareti di vetro di Scotland Yard "in che guaio ti sei cacciato stavolta, ragazzo"
"L'attimo morente" è un thriller classico. Il lettore sospetta già subito del possibile assassino, ma è interessante vedere l'indagatore dell'incubo in azione. Cossu gioca sulle espressioni dei personaggi, lui che è accusato a volte di essere inespressivo. Grande Dylan che rispolvera i Bobbybreathless (con cui però ebbe a che fare solo in un racconto onirico sotto rapimento). Niente di eccezionale, ma le tavole con gli omicidi sono davvero ben curate. Il tema della fotografia era stato già utilizzato nel bel "Safarà" di Ruju, ne "Gli occhi del gatto" di Sclavi e nella storia breve che uscì con Max. Marzano ha scritto di meglio ma anche di peggio.