Cravenroad7

C'è comunque una differenza certa fra il lavoro svolto da Paola Barbato in questo albo e quello che Gualdoni aveva effettuato nel suo: qui sono stati rivisti e modificati solo i dialoghi (in che quantità non si sa), mentre là Gualdoni ha preso una storia di 94 tavole e l'ha trasformata in una di 160, quindi - inevitabilmente - modificando la vicenda.
Sicuramente la Barbato ha i suoi meriti in questo, ma dire che la storia è bella solo grazie a lei mi pare un'affermazione decisamente arrischiata. La trama e l'impostazione delle scene è farina del sacco di Gualdoni e per quanto i dialoghi possano avere un grande peso, i meriti di Gualdoni a mio parere sono indiscutibili.
Tra l'altro, io in passato ho apprezzato anche altre sue storie... come il precedente speciale, per fare un esempio... e lì, di certo la mano della Barbato non c'era.

POSSIBILI SPOILER

Che questo Speciale sia tutto farina del sacco di Gualdoni o invece sia stato rivisto, sforbiciato, tagliato, prosciugato, riscritto, rimodellato e quant'altro... beh poco mi importa. Quello che importa è che questa storia non solo sia ottima (in my honest opinion of course), ma abbia anche quel tocco di "speciale" che da anni paradossalmente mancava a questa pubblicazione.
Ho criticato più volte Gualdoni per il ricorso eccessivo al citazionismo dylaniato dell'epoca aurea, un uso che fino ad oggi è apparso fine a se stesso, scolastico e/o freddo; stavolta, tanto di cappello (a lui o a chi per esso), non solo l'espediente funziona (e bene) ma costituisce la molla stessa dell'azione perché il tutto prende avvio di fatto da uno dei finali migliori della serie, quello del #27, che aveva lanciato nell'immaginario collettivo dei lettori la figura di William Cherill tra i cattivi più odiati della serie (per essere poi frettolosamente accontonato nel #69). Tutte le citazioni dylaniate si incastrano fluidamente nella narrazione, insieme a quelle cinematografiche; non v'è dubbio infatti che, oltre ai vari rimandi ad altri film, il punto di svolta finale sia ispirato a "L'esercito delle 12 scimmie" di Terry Gilliam (e Brindisi ce lo manda a dire con quel pp di Gericho/Brad Pitt a pag. 119). Gli omaggi non sono solo espliciti, ma anche impliciti o non voluti come l'incipit che ricorda "Necropolis", senza peraltro risentire del dejà vù barbatiano.
Il cameo della Morte non è gratuito, così come quelli indiretti o mancati dei comprimari. Groucho spacca pur apparendo in una sola sequenza, quella capolavoro (sì), già pluricitata di pagg.102-103.
Benchè mi faccia strano vedere tavole di Roi e Dall'Agnol riproposte con il tratto di Brindisi, non riuscirei a immaginare altro disegnatore per questa storia: Bruno appare ispiratissimo tanto nei (numerosissimi) primi piani quanto nel resto, superlativo e accurato. Non lo scopriamo certo oggi, ma ammirarne il lavoro è sempre uno spettacolo, soprattutto quando supporta i testi in modo così decisivo.
Votato ottimo, non apprezzavo così tanto uno Speciale dai tempi de "La scelta"! Non è perfetto, difetti ne ha (a cominciare dal titolo), ma ha saputo toccare le corde del mio nostalgico cuore dylaniato senza risultare stucchevole.

La differenza fra supervisore (Recchioni) e revisore (Barbato) non è esattamente la stessa cosa che tu vorresti imputare ai testi di Gualdoni. Anche senza fare la minima spunta al segno e ai cambiamenti o alla riscrittura, il riconoscimento della riuscita dovrebbe quantomeno essere opportuno. Oppure limitiamoci a dire che - a prescindere dall'autore - la storia è bella e riuscita. Ci piace. Indubbiamente è una bellissima storia, molto riuscita. Ma la tua percezione relativa a "storia di Gualdoni" è falsata e impropria, priva della benchè minima conoscenza acquisita. C'è dietro il soggetto di Gualdoni e una sceneggiatura riscritta dalla Barbato. Ognuno potrà trarre le proprie conclusioni.


Ma che fai..

Adesso verrà fuori che Gualdoni per questa storia non ha preso una lira... Il soggetto é della moglie del parrucchiere di Ferrandino, rivisto e corretto dal fratello del cugino di mia sorella...

Bah...vi emozionate per poco...

Forse perché eravamo abituati male, Bob.

La sceneggiatura, fino a prova contraria, non è la sola composizione dei dialoghi all'interno dei balloon. Se si crede solo questo, allora si va fuori strada. Una sceneggiatura è l'esatta descrizione, composizione e, ovviamente, sviluppo dei dialoghi. E questo per tutte le tavole. Per quanto si possa pensar male (di Gualdoni) o bene (della Barbato), comunque la storia è stata sviluppata e disegnata ben prima dell'intervento della nuova gestione (che è iniziato ad aprile di quest'anno, se non ricordo male).
Pertanto, tutto ciò che avrà potuto fare la Barbato è stato un maquillage dei dialoghi. Cosa che, sicuramente, ha influito nel prodotto finale (e ci mancherebbe altro!!!) ma che non può essere definito come elemento fondante ed unico della riuscita de "La Bomba". Si continuerebbe a pensar per stereotipi: Gualdoni = Schifo e Barbato = Capolavori. Cosa più sbagliata. A volte può capitare anche l'incontrario. E, ripeto, considerando che in questo caso le migliorie sono sui dialoghi, non credo che sia tanto diversa la situazione dal periodo di Sclavi come supervisore o Marcheselli o lo stesso Gualdoni. Indubbiamente i nuovi curatori avranno giudicato la storia troppo verbosa (tipico Gualdoniano) e l'avranno alleggerita rendendola più scorrevole. E sicuramente ha influito nel mio voto. Ma se partivo, per quanto mi riguarda, già da un 8 fisso per come è stata sviluppata, l'eventuale alleggerimento Barbatiano mi ha dato i 2 punticini in più per gridare al capolavoro. Non ci vedo nulla di male, in questo.
Dico ... poi felice di essere smentito da chi ha seguito il "cantiere" di questo speciale. Ma per ora così la penso (soprattutto a causa dei tempi brevi per apportare modifiche).
Diversa sarà la questione man mano che andremo avanti con le uscite. Più ci si avvicina a ottobre 2014, più gli interventi saranno radicali (anche nei disegni).
Mi incuriosisce, invece, sapere i prossimi due mensili da dove saltan fuori. Credevo che Ambrosini avesse smesso di disegnare Dylan Dog (in considerazione delle ultime diatribe proprio con Gualdoni) e, detto da Enna stesso, dov'era nascosta "Sulla pelle", dato che era una delle sue sceneggiature più vecchie. Il Rrobe, con tutta l'allegra compagnia, han deciso di recuperare "scarti" eseguiti da Gualdoni perché troppo impegnativi per i lettori con un minimo di cervello? (le mie idee su Gualdoni curatore, ahimé, saran veramente dure a morire)

Fonti attendibili (che bello avere fonti attendibili!) mi comunicano che la sceneggiatura di questa storia non é quasi per niente frutto di Gualdoni. Perché allora sul tamburino compare soltanto il suo nome?

Ah boh... ripeto, se Rrobe (che ne saprà più di me indubbiamente) ci spiega come si dividono gli onori (e gli oneri), de "la Bomba", ci eviterà ulteriori dibattiti ...

Ho gia capito che per un anno andra' avanti la tiritera su chi ha scritto o meno l'albo del mese... Ma godetevelo (o meno) e basta

Sono tra i pochi che vanno controcorrente.

Quest'albo NON è un capolavoro.

Il perchè è presto detto : è un centone.

QUALSIASI sequenza e addirittura la maggior parte dei dialoghi rimanda a vecchie storie di Dylan. E' realizzato con un copia/incolla pressochè totale.
Vabbè che la citazione è sempre stata di casa negli albi dylaniati, ma quando si arriva a citare sistematicamente se stessi si arriva all'auto-cannibalismo!

Per me quest'albo è una dichiarazione di resa da parte della gestione gualdoniana.
"Resa" nel senso che si ammette, più o meno indirettamente, l'incapacità di tirar fuori storie, non dico con una parvenza di originalità (suppongo sarebbe pretendere troppo), ma anche capaci di rielaborare in maniera personale spunti provenienti da altrove.
Non resta che citare se stessi, in un gioco di rimandi assolutamente non necessari e buoni solo per i nostalgici.

seguono
S
P
O
I
L
E
R

A parte i rimandi più ovvi (Ti Ho visto morire & Caccia alle streghe) si ritrovano citazioni da Necropolis (l'ospedale-prigione), Mater Morbi (il medico che sostiene che non bisogna "curare" i pazienti ma fare quel che meglio per loro), L'ultimo uomo sulla Terra (il paesaggio desolato), I vampiri (i mostri con testa da da pipistrello)... e cento e cento altre citazioni da albi dilaniati.

Tutta roba che ovviamente manda in brodo di giuggiole i lettori di vecchia data, che rammentano le emozioni provate ALLORA e quindi promuovono l'albo che ha il "merito" di ricordare loro le emozioni in questione.

Ma di "Ti ho visto morire" manca il senso di catastrofe ineluttabile, mentre di "Caccia alle streghe" manca il senso del grottesco.
Quest'albo si limita a campare di rendita "centonando" pezzi riciclati di emozioni passate.
L'unico argomento che poteva dare alla storia un senso ulteriore, ovvero il dubbio se sia giusto o meno fermare PREVENTIVAMENTE un criminale non ancora tale (tema non certo nuovo -basta pensare a La zona morta o a Minority Report- ma pur sempre affascinante) è appena sfiorato e in pratica emerge solo nelle ultime pagine.

Questo anche perchè Gualdoni, come spesso gli capita, stiracchia in maniera intollerabile un soggetto buono tutt'al più per 94 pagine. Basti pensare alla lunghissima prima parte ambientata nella prigione-ospedale, che in fin della fiera occupa davvero troppo spazio rispetto all'economia narrativa della storia e non fa emergere assolutamente le caratteristiche "hitleriane" del regime di Cherryll.

Per quanto mi riguarda, questo resta un albo fin troppo compiaciuto della sua natura di centone e un sequel assolutamente superfluo di due classici.

Voto 6 perchè perlomeno non ha tonfi clamorosi di sceneggiatura come invece aveva roba tipo Blacky.

Ma sono l'unico che ha notato la somiglianza del Dottor Phibes con Mario Monti?

Tu l'hai detto in maniera un po' più cattiva, ma è lo stesso concetto che avevo espresso io, quindi non posso che essere d'accordo. Che poi ne sia uscita una storia gradevole è vero, ma rimane il fatto che quest'albo è "filosoficamente" criticabile. Hai voglia a tirarlo a lucido: l'anima dello Speciale rimane gualdoniana al 100%.

L'ho notato anch'io.



In linea teorica potrei essere d'accordo, infatti auspico anch'io, come già ribadito più volte, che non si guardi più al passato dylaniato se non con il contagocce. Però Gualdoni ci ha provato tante volte invano a tirare fuori una storia come questa, che autocitasse Dylan e funzionasse, e stavolta ci ha preso.

Ho l'assoluta colpa di essere una nostalgica di quelle fesse, evidentemente.
Perché è così che passa il messaggio: sei fessa, sei scema, quindi ti piace la ruffianata di Gualdoni, che poi se è riuscita con il buco, sta ciambella, allora dev'essere della Barbato per forza, sennò è mera operazione nostalgia.
Ti autociti, o gualdo maledetto, quindi scompari in un oceano di fiamme !
Appunti:
il rimandare a atmosfere classiche, ( che poi qui non c'entrano assolutamente niente con "Ti ho Visto Morire" che della fine del mondo parlava solo in senso sfumato ma accennava a tutt'altro, e del disagio di "Caccia alle Streghe" non tocca niente, se non una citazione di un personaggio che doveva citare per forza poiché di quell'argomento si parlava, che dei visi dei vampiri di "Vampiri" fa non nostalgia ma stupenda immagine simbolo, simbolo del potere quando schiaccia e quando opprime, quando porta ad alieni coloro che dovrebbero esser invece fratelli.. ) il ripescare cose viste e rilette ( ma quando ? ) non colpa di questo speciale, visto che questa gli si addebita.. E' merito.
Operazione per idioti senza cervello, guidati non dal sommo scibile ma dalla panza in subbuglio ? E chi se ne frega !
Le cose vere, quelle che arrivano al cuore, che commuovono e indignano, fanno paura o schifo, partono dal cuore, non dalla dura madre. Arrivava al cuore il disagio di Johnny Freak, al cuore il messaggio d'amore di Marina, al cuore la disperata solitudine di Nessuno...al cuore e non alle elucubrazioni cervellotiche de " Il Crollo" o di "Xabaras/Il Nome del Padre" che emozionano, emozionarono me per dir meglio, come un budino molle.
Possibile che nessuno ci veda, in questo capolavoro, il seguito, l'evoluzione, la schiusa dello splendido: "L' inferno in Terra" dello stesso Gualdoni ?
Possibile che ci si dimentichi, ribadisco per l'ennesima volta, che Dylan E', è sempre stato, citazione, somma citazione, rimando, estrapolazione dei classici, dei gore, dei gotici, e anche dello splatter ?
O non era citazione L'Alba dei Morti Viventi ? O non era citazione e autocitazione "Cagliostro" ?

Massì sono fessa e credulona...e chi se ne frega ! Me ne frega nel momento in cui arrivo a tremare per una scena, per uno sguardo, quando provo la nostalgia della sparizione degli amici, quando il mondo trema per la sua follia, quando lo scenario di una Londra deserta rammenta la violenza e la barbarie umana.
E chi se ne frega delle paturnie esistenziali di Nash, della protagonista de " Il Tocco del Diavolo " !
Chi se ne frega della monocorde e vuota denunzia di " Doktor Terror " ( che deve piacere per forza perché è giusto che piaccia per quello che dice...dice...e dice...annegando il cuore nelle parole ) quando mi basta vedere il corpo scarnificato di un bambino, la ciminiera che butta fumo nero in una tavola senza parole, perché questo e altri mille messaggi mi arrivino come un dardo scagliato da Dylan al mio cuore.
Chi se ne frega alla fine di quello che dico e commento.
Io ci son stata in quei tempi e li ho letti quei Dylan. E me ne vanto, altro che nostalgia !
E, ancora per poco forse, ci sono a leggerne altri come questi.
E quando, speriamo presto, me ne andrò per sempre, sarà con il ricordo di questi di Dylan che lo farò.