Buongiorno a tutti sono una nuova iscritta del forum..
Devo confessare di non essere assolutamente una gran conoscitrice di dylan dog anzi forse vi sconvolgerà sapere che mi sono iscritta avendo letto praticamente solo questo albo, "oltre quella porta", dimenticato a casa mia da un appassionato deluso[:)].
Volevo solo aggiungere la mia modesta opinione che magari troverete interessante già solo per un punto di vista totalmente ignorante della serie..perdonatemi l'intrusione se non sarà degna. Non so chi sia xabaras nè sono a conoscenza di cambi d'autore etc etc..ma ho letto questo albo come un'analisi della condizione del narratore e della frustrazione che ne deriva.
A combattere tra la vita e la morte è l'autore..non ha bisogno di un nome, in generale un inventore di storie spinto ad un gesto estremo e disperato da due fattori:
-una mancanza nella vita reale. La donna della sala d'aspetto per me viene direttamente dalla realtà, una realtà da sabato e domenica al sole e senza paura, a cui l'autore non riesce ad avvicinarsi perchè perso nella sua immaginazione da incubo. E quel che fa è giocare senza speranze con lei nella sua mente, immaginando di fargliela attraversare avvicinandola e allontanandola da dylan (il suo incubo per eccellenza) in un altalena sconsolata..
-la frustrazione del narrare. Nella mia ignoranza ho identificato in xabaras il pubblico di lettori a cui l'autore passa letteralmente informazioni sulla vita di dylan..e questo perchè dylan possa esistere, nella tendenza estrema di riuscire a riunire i due mondi un giorno e che la narrazione incontri la realtà e che il pubblico percepisca direttamente la sua realtà. Ed è con rabbia che si mette nelle mani del pubblico..affidandogli la propria vita che sacrifica senza rimorsi a questa sua missione.
Per quel che riguarda il medico io identifico, col suo pragmatismo (la vita è questione pratica: cuore,organi, emoraggie da bloccare..),l'ultima stilla di vita, l'ultimo tentativo di sopravvivere a scapito delle emozioni disperate che han portato a quel gesto, l'istinto di sopravvivenza del corpo..
Letto in quest'ottica questo albo mi ha emozionato parecchio e commosso in alcune parti..
-SPOILER-
come quando sull'orlo del pozzo l'autore si ritrova solo col suo personaggio, o come nel labirinto di specchi in cui deve guardare dentro se stesso nei suoi incubi peggiori per portarli fuori anche se poi si rivela essere lui stesso il centro del labirinto (il minotauro) che li intrappola, o nella conversazione con xabaras in cui sembra dargli semplici informazioni sull'ultimo caso ma xabaras soprattutto chiede "come sta?"..
Insomma..questo è quanto..spero di non sembrare troppo infantile nella mia interpretazione immagino sia nulla per chi conosce a fondo la serie..[:)]
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