Cravenroad7

Nizzoli è la vera star dell'albo.

Forse c'è un piccolo errore: a pagina 27, la data sul monitor del pc cambia da una vignetta all'altra (prima è May 3, 2013, poi March 3, 2014).
Ad ogni modo, la storia ha qualche buono spunto rovinato da fastidiose cadute di stile e da una caratterizzazione di Neve non abbastanza approfondita.
Su Dylan, fra l'altro, il tema della ragazza braccata e dal passato misterioso era già stato affrontato in più occasioni, con risultati altalenanti (al momento mi vengono in mente La preda umana, Il vivaio e Sul filo dei ricordi).
Buoni i disegni di Nizzoli, che però mi era sembrato più in forma in La Dea Madre. Ottima la copertina.

Infine, due domande:
1) La supervisione di chi era? Con un po' di indecisione, punterei su RRobe.
2) Nel topic sull'anteprima si era parlato, a proposito del logo in copertina, di una colorazione "a sorpresa". Qual era l'idea originaria e come mai alla fine si è scelto il nero?

Beh, credo sia proprio il colore nero la sorpresa, in effetti non c'era mai stato un logo nero con ombra bianca

Ecco, quoto il post al quale mi riferivo.

Sì, ma in un post successivo disse anche:


E nero fu.

Insieme a Bloch. Lui e Dylan, assieme, funzionano ancora quando lo sceneggiatore si sforza di metterci un pò di sarcasmo.

Sono d'accordo con bertuccia e cyber dylan ,

SPOILER
Questa storia ha troppi fail nello svolgimento , quelli gia' detti della polizia ,
E ci aggiungo anche della arpia della casa farmaceutica , che toh ha spifferato tutto a dylan senza pensare un attimo che avrebbe avvisato la polizia , ma guarda un po' .. Va bene coinvolgere dylan nelle indagini , ma non con questi espedienti assurdi .
La poliziotta poi che candidamente indica a dylan alla fine dell'albo , e' uscita di qua , ma e' un labirinto ... oMG , e dylan in 5 minuti trova il cess... Ehm laboratorio ,scotland yard ci aveva rinunciato..., se ne potrebbero elencare numerose in questo albo , ma diciamo che meglio sorvolare ... Di solito Marzano mi aveva o convinto o cmq lasciato senza la sensazione di aver letto una boiata , invece in questo albo si.
L'atmosfera intorno al personaggio neve e' ben fatta , l'unica cosa che si salva in questa storia.
Anche i disegni mi ricordano come stato detto gia' tra il di vincenzo e cossu , non e' che siano tra i miei preferiti avere un clone , visto che siamo in tema...
Ok detto questo , questa storia rappresenta secondo me un sunto di questi anni passati di Dylan cioe' mediocrita' , e non fa altro che accellerare l'aspettativa dell'inizio del nuovo ciclo , bene o male che sara' , ma cosi' non poteva continuare dylan dog.
Copertina straordinaria , punto.

un 6,5..forse la migliore del nuovo corso del quale a me non ne sono ancora piaciute

La copertina é fantastica, un vero capolavoro, Stano é un vero artista e questo stile calcografico conferisce alle copertine di dyd un fascino tutto nuovo! Abbasso le cover popart ed alzo il dito a favore dei tratteggi
Nizzoli : forse oggi è l'unico che disegna dyd con la sua vera faccia, uno che cura in maniera certosina i dettagli e non trascura niente, lo adoro!!!
Marzano forse poteva impegnarsi in po' di più, ma gli do fiducia, in sostanza la storia mi è piaciuta e sono sicuro che prima o poi ci offrirà un capolavoro

Tra buono e accettabile. Alla fine ho votato 7 solo per la copertina - davvero stupenda - la parte iniziale dell'albo e la parte finale. Nel mezzo praticamente il vuoto totale. La storia non cè.

POSSIBILI SPOILER

Della poliziotta avete già detto molto, così come l'intervento della squadra d'assalto stile film d'azione di serie C. Ma la cosa che mi sono detto a fine albo è stata "Cacchio con un soggetto così interessante, si poteva fare molto di più". Le potenzialita c'erano ttte, ma alla fine si sono riviste le solite situazioni, il solito Dylan pedante e i soliti dialoghi noiosi che ammazzano la storia, senza animarla. Poi la scoperto del libro all'inteno di un antico edificio.. ma dai! Questa è stata una grande occasione sprecata. Almeno il finale è bello.

Spoiler

Sulla poliziotta non ci trovo granchè di clamoroso..fatevi un giro dalle mie parti e vi accorgerete che nelle forze dell'ordine trovereste anche gente incapace di leggere una ricevuta assicurativa..

Salve a tutti !
Scrivo poco per via dei miei impegni universitari, ma non potevo esimermi dal fornire un giudizio in merito all'imminente cambiamento destinato a verificarsi sulla testata.



La situazione è un tantino differente rispetto a quelle da te citate, Dogares.
Le resurrezioni di cui parli avvennero poiché le testate da te menzionate stavano attraversando un periodo di profonda crisi economica determinato dallo scarso appeal che quei personaggi esercitavano sul pubblico.
The Uncanny X-men era stata chiusa press'a poco nei primi anni settanta, tant'è vero che la Marvel cominciò a ristampare le storie precedentemente pubblicate nei Sixties.
Su Daredevil si era persa ogni speranza; ed infatti l'allora editor in chief Jim Shooter diede carta bianca ad un giovane, e pressoché sconosciuto, Frank Miller.
Sulla situazione di Batman non vorrei dilungarmi, ma mi sento in dovere di spezzare una lancia in favore delle storie, più che buone, precedenti all'arrivo di Miller che ebbe il merito di cambiare radicalmente la concezione sul personaggi; concezione della quale l'odierno uomo pipistrello è figlio.
Quel che voglio dire è che le testate a cui fai riferimento subirono un profondo cambiamento poiché esso era stato reso necessario dalle circostanze.
La valorizzazione di elementi quali la multietnicità e la soap opera furono fondamentali per rielaborare, in maniera più convincente ed appassionante, un argomento ricco di spunti narrativi quale quello dei mutanti.



E bada che le storie mutanti dei Sixties, seppur non premiate dal successo, erano state realizzate da alcuni dei migliori artisti dell'epoca quali: Stan Lee, Jack Kirby, Roy Thomas, Neal Adams ...



Frank Miller fu costretto a stravolgere completamente quello che era un personaggio relativamente sereno [ seppur afflitto dalla piaga della cecità ] conferendogli i crismi cinematografici del genere hard boiled.



Daredevil prima ...



... e poi.

Nel nostro caso, Dylan Dog segnò una rivoluzione culturale all'interno del fumetto italiano per quanto riguardava: contenuti, (non)struttura narrativa e parco disegnatori, ponendosi come ponte fra le opere popolari e quelle d'autore.



Il trascorrere degli anni ed il progressivo abbandono di Sclavi [ e, aggiungerei, Chiaverotti ] dalla serie, favorito anche dalla censura operata dai media durante i Nineties, hanno banalizzato il personaggio mantenendo ben vivi i suoi aspetti superficiali.



Chiarisco che non ho intenzione di attaccare questi od altri autori dato che la mia vuole essere una critica puramente costruttiva.
Quello di cui ha disperatamente bisogno Dylan Dog non è, pertanto, uno stravolgimento, bensì di un ritorno alle origini, se non altro per quel desiderio di osare che aveva permesso alla testata di riscuotere grande successo.
Ben venga, dunque, il cambiamento a lungo annunciato, sperando che riesca a restituire a Dylan lo smalto perso nel corso degli anni.

P.S. Mi scuso per questa domanda, Rrobe, ma vorrei sapere se vi siano i presupposti per far tornare Claudio Villa anche soltanto per una storia.

Innanzi tutto grazie per aver postato alcune delle copertine storiche della Marvel, che qui molti identificano come la solita solfa super eroistica dai corpi statuari e perfetti, senza scavarne nei enormi meriti a livello di trame, personaggi, tematiche, innovazioni grafiche e simili.

Venendo a Dylan: mi pare sia stato lo stesso RRobe a dire che, nonostante Dylan sia la seconda testata della Bonelli a livello di vendite, dopo Tex, sia anche quella che perde più lettori l'anno e che questa emorragia deve esser fermata prima che sia troppo tardi.
I motivi sono inquadrabili nelle motivazioni che citi, certo che si.
Ma la soluzione a tali problemi è discordante. C'è chi, come te e come la sottoscritta sino a poco tempo fa, auspicava un ritorno alle tematiche sclaviane nel suo profondo, chi vorrebbe innovazione ed evoluzione del personaggio. ( come penso ora, ripensandoci sopra )
Ti chiarisco che reputo sbagliato il voler ricalcare il Dylan di Scalvi pur da un autore e un supervisore abile come Recchioni.
Sarebbe un suicidio d'autore, che ha travolto in parte anche Gualdoni ( il quale più di ogni altro ha cercato di infarcire ogni storia di rimandi passati, personaggi colti ed estrapolati da vecchi racconti a volte con esiti ottimi "La Bomba", ma il più delle volte penosi, tanto da venir accusato, forse ingiustamente, di scarsa fantasia creativa, di eccessivo omaggio a certi miti intoccabili, confusione e spreco dei personaggi. )
e cui penso che RRobe intenda sottrarsi abilmente.
Non si vuol stravolgere tutto, facendo di Dylan un Natan Never o un John Doe, ma si deve portare il personaggio ad una maturità concettuale nuova, che non dimentichi i cardini portanti della serie ( l'horror, certo, ma anche la diversità umana, la profonda solitudine e nostalgia di Dylan Dog in se ) ma che anzi li esalti e li inserisca in un contesto moderno.
Oppure sarebbe stato opportuno fare come diceva Cristiano, inserire Dylan in un ambito temporale preciso ( anni 80/90 ) e su questo cucire delle storie opportune.
Tu stesso hai messo come esempio il vecchio e nuovo corso di Xmen. Bene il lavoro precedente a quello di Claremont s'inseriva in una sua genesi. Anche lì si parlava della difficoltà e dell'isolamento dei mutanti dagli uomini "normali", e Claremont non ha stravolto questo, ma anzi lo ha esaltato, rendendolo un dramma non solo fumettistico ma anche generazionale.
Il famoso legacy era un ancoraggio allo spettro dell'Aids e fu inserito in arco temporale molto preciso e voluto.
In Dylan queste scelte, un tempo floride e splendidamente attuali, sono svanite, alla disperata ricerca della alchimia passata, non più ripetibile.
Ci vuole un Dylan che si muova nella Londra di oggi, con i problemi di oggi, con le generazioni di oggi, pur rimanendo l'eroe romantico, disilluso, tragico che è stato disegnato da Sclavi.
Forse, e lo dico senza mai averlo pensato prima, aveva ragione Paola Barbato, quando ha cercato di darci altre letture del indagatore dell'incubo.
Dylan ci ha detto quali erano gli incubi di fine millennio. Ora potrebbe dirci quelli del nuovo, senza lasciare a casa la Bodeo, cui tutti siamo affezionati, ma magari sbagliando scelte, facendo qualcosa di poco corretto politicamente, dando qualche schiaffo a qualche ragazza di turno, ma immergendosi in un contesto maggiormente umano e che attiri anche lettori che di lui conoscono solo il maggiolone e la camicia rossa.

Una chiave risolutiva interessante potrebbe anche essere quella di farlo "trapassare" in una dimensione parallela a tempo indeterminato..una nuova città, delle nuove minacce, luoghi e personaggi inesplorati. Credo che per Dylan potrebbe essere un cambiamento tanto choccante quanto salutare.

Copertina e disegni preziosissimi, ma la storia sembra una puntata di Piccoli Brividi, con situazioni, personaggi e dialoghi ridotti all'osso. Le cose che rimangono (oltre quelle già citate), sono l'ultima tavola e il gilet di Bloch, che preannuncia uno stato di pensionato avanzato!
Era molto che non davo un voto così basso: più andavo avanti con la lettura e più non potevo credere a ciò che leggevo. Spero che questo racconto facesse parte di quelle destinate al maxi (quelle famose storie da smaltire), e che per errore è stata pubblicata come inedito.
Il maxi è stata una lettura di gran lunga superiore!

p.s. un suggerimento: nei cambiamenti che verranno riguardo al personaggio, infilateci un cappotto nero, che faccia pendant con la giacca. Il fatto che Dylan vada in giro con la neve in giacca e camicia è ridicolo!
Magari fateglielo comprare su internet via web, così con una fava...