Cravenroad7

Forum dylaniato
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# 318 - Leggende urbane
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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 01, 2013 8:16 pm 
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Iscritto il: dom set 16, 2012 12:28 pm
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dogares ha scritto:
OldSnake ha scritto:
Voglio essere provocatorio: io proprio non vi capisco!! una stora come L'assassino della porta accanto è stata vituperata, attaccata da tutti i lati, mentre poi Leggende Urbane, a momenti senza capo e coda, si prende 8 e 9, con tanto di commenti tipo "quasi capolavoro, bellissimo albo" ecc.
Ma scherziamo??



Non mi pare. Fu attaccato chi disse quella storia non era niente di che.
A parte questo, il paragone fra le due cose è estremamente errato, a mio modo di vedere, poiché pone in contrapposizione due storie e due stili completamente diversi. Il 307 è la sublimazione della banalità del male e dello svolgimento lineare di un racconto classico, qui siamo in episodio de "AI confini della realtà".
La mia opinione sul numero 307 è arcinota. La mia idea di un DyD come personaggio di raccogliere storie come questa e cose come il numero 307, è di complemento e di elogio alla testata, non il suo contrario. Fate finta che non l'abbia scritta DiGregorio.
Non dico che sia impeccabile, dico che è elemento onirico e fiabesco e come tale merita un elogio.

Ho già detto che volevo essere provocatorio; però mi sembra grottesco che una storia come quella sia stata definita poco da Dylan Dog, mentre per quest'ultima, quasi quasi, si citano le atmosfere di capolavori passati come Dopo mezzanotte o Golconda.

Comunque, il mio commento su Leggende urbane è questo: una storia divertente che fino alle ultime pagine ti coinvolge, non facendo mai venire meno la curiosità di arrivare a fine albo. Il problema, come rilevato da altri, è la mancanza di trama e la debolezza della "morale" di fondo.
E' Dylan che scrive? E' una metafora dell'autore, benissimo; poi troviamo due figure, la donna e il motociclista, che vanno in giro a spargere morte, e non si riesce a capire cosa vogliano significare; la ragazza-coccodrillo parla di storie, di fobie, il bisogno che l'uomo ha di queste leggende; solo che, in quel discorsi, è come se fossero comprese non solo le leggende urbane o metropolitane, ma anche tanta altra narrazione, "racconti", come vengono definite dalla ragazza stessa.
Ma i racconti, che bisogno hanno di uccidere? E soprattutto, le leggende nascono da fobie? Ma poi le leggende urbane non rappresentano necessariamente le fobie dell'individuo; un conto è il lupo mannaro, leggenda nata dalla paura dell'ignoto, così come le streghe, un conto l'autostoppista fantasma o il fatto del rene (cose che non conoscevo minimamente). Non si possono paragonare i miti antichi con il coccodrillo nelle fogne, secondo me.
Avrei potuto concepire un'entità malvagia in grado di materializzare storie e leggende per uccidere, ma così come ci viene presentata la frittata si capisce ben poco. Si è liberi di interpretare come si vuole ma io mi sono trovato abbastanza disorientato e confuso.
Anche La stanza numero 63, sempre di Di Gregorio presenteva un finale di questo tipo, dove appare tutto come gioco, metafora. In quel caso la situazione era un pò più chiara ed organica, secondo me.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 01, 2013 8:26 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Dopo mezzanotte, con questa, non c'entra assolutamente nulla.
Le fobie cui la ragazza fa accenno, sono quelle ancestrali dell'ignoto e del mistero. Sono le fobie che rendono cupo un castello nella notte, fanno sobbalzare la notte ad un rumore sconosciuto, fanno tremare i polsi nel buio di un cimitero. Sono le paure che l'horror da 4 soldi di oggi non riesce più a ricreare.
Le leggende metropolitane, non lo dice DiGregorio ma fior di specialisti che hanno studiato e studiano la diffusione di tali leggende nel cosiddetto inconscio collettivo, pescano il desiderio-paura del mistero e del inesplicabile.
Pescano l'idea della autostoppista fantasma come archetipo junghiano della paura della morte, del roditore mostruoso come archetipo dell'essere misterioso, del rene donato come della fobia di qualcosa che ci venga sottratto, estirpato a dir meglio, senza la nostra volontà.
La storia queste paure le fa vedere, ora bene ora male, ma centra appieno il senso delle leggende metropolitane.
Forse L'Assassino della Porta Accanto è stato il più bel numero della storia di DyD, ma per molti e per me certamente ( e vale per me e quindi vale uno o anche zero a seconda...) non era una storia di Dylan Dog poiché collocava l'indagatore dell'incubo in un non-incubo, ma in una grottesca e disturbante realtà quotidiana, lenta e stucchevole.
Che poi DiGregorio non sia né la Barbato ne Accantino e tanto meno Sclavi, ci posso arrivare anch'io.

_________________
" Il locale è triste e sta sempre qua ! "

" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "

Oriana Fallaci ti amo.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 01, 2013 8:26 pm 
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Iscritto il: ven giu 27, 2003 10:00 pm
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Spoiler!
Si potrebbe dire che sono leggende urbane a sfondo horror(e in effetti lo sono) , per questo i personaggi uccidono , non c'e' una spiegazione come per un serial killer o un giallo.
E poi la morale... La morale? Perche' ci deve essere ? Anche se poi la morale e' che l'uomo ha bisogno di racconti anche se falsi che diventano veri a furia di raccontarli.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 01, 2013 8:35 pm 
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Iscritto il: dom set 16, 2012 12:28 pm
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dogares ha scritto:
Le leggende metropolitane, non lo dice DiGregorio ma fior di specialisti che hanno studiato e studiano la diffusione di tali leggende nel cosiddetto inconscio collettivo, pescano il desiderio-paura del mistero e del inesplicabile.
Pescano l'idea della autostoppista fantasma come archetipo junghiano della paura della morte, del roditore mostruoso come archetipo dell'essere misterioso, del rene donato come della fobia di qualcosa che ci venga sottratto, estirpato a dir meglio, senza la nostra volontà.


Ok, se è così faccio un passo indietro, sulla questione fobie - leggende, visto che non sono a conoscenza di questi studi.
Però rimango dell'idea che si faccio un pasticcio, citando leggende urbane, miti antichi, racconti ecc. ecc.

dogares ha scritto:
Che poi DiGregorio non sia né la Barbato ne Accantino e tanto meno Sclavi, ci posso arrivare anch'io.


A me Di Gregorio piace, come per esempio in Terrore ad alta quota.
Detto questo, il mio post non era votato ad offendere te o a dire che non ci arrivi in certe cose eh :)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 01, 2013 8:38 pm 
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Iscritto il: dom set 16, 2012 12:28 pm
Messaggi: 277
Goblin ha scritto:
Spoiler!
Si potrebbe dire che sono leggende urbane a sfondo horror(e in effetti lo sono) , per questo i personaggi uccidono , non c'e' una spiegazione come per un serial killer o un giallo.
E poi la morale... La morale? Perche' ci deve essere ? Anche se poi la morale e' che l'uomo ha bisogno di racconti anche se falsi che diventano veri a furia di raccontarli.


SPOILER
Per morale intendo il succo della storia, il perchè degli eventi, non se siano giuste o meno le motivazioni delle gesta degli attori.
Intendo quelle cinque, sei pagine in cui lo sceneggiatore imbastisce il discorso sulla leggende metropolitane e sulle storie in generale.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 01, 2013 8:40 pm 
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Iscritto il: ven nov 04, 2011 5:48 pm
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skeletor ha scritto:
Eva_Luna ha scritto:
Allora.
l'ultima vignetta con Dylan che scrive sul suo diario? Cosa dovrebbe rappresentarmi??



è il cuore della storia in teoria.

In pratica la rovina.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 01, 2013 9:46 pm 
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Iscritto il: gio lug 28, 2005 10:13 am
Messaggi: 2764
a questo punto se eva non si capacita di questa storia e a dogares piace, mi trovo costretta a rileggerla.
mi si è capovolto il mondo e devo capire in quale momento preciso :mrgreen:


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: ven mar 01, 2013 10:32 pm 
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Iscritto il: mer giu 27, 2012 1:35 pm
Messaggi: 2258
L'accostamento fra leggende mertropolitane e miti antichi é una teoria già ampiamente diffusa negli ultimi vent'anni, ovviamente opinabile (secondo me non regge); ma anche ammesso che sia l'opinione di Digregorio (in realtà credo che questa storia sia nata non come favoletta morale e che lo "spieghìno" prima del finale sia solo un contentino) nessuno ha apprezzato l'ironia dell'autore nel mettere tali frasi in bocca ad un coccodrillo albino? :)

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"Per me questo spazio è morto."


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: sab mar 02, 2013 1:38 am 
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Iscritto il: dom set 16, 2012 12:28 pm
Messaggi: 277
Di Gregorio legge il forum?
Mi piacerebbe che ci parlasse un pò di questa sua storia.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: sab mar 02, 2013 2:21 am 
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Iscritto il: mer gen 02, 2013 12:47 am
Messaggi: 246
Ne ho riletto alcuni stralci e continuo a ritenerla una sorta di rinascita. Un ciclico ed episodico innesco dovuto a quanti subiscono la storia, raccontandola a loro volta (come Dylan che trascrive gli avvenimenti sul sul diario). Trascende il bello o brutto per diventare celebrazione della fantasia al potere. Del surreale che diventa reale, dell'immaginario da "è successo davvero" che nel tramandarsi diventa realtà. Culmine del tutto è
Spoiler!
la morte del protagonista.
Ennesima storia nella storia che tuttavia riscopre una diversa metafora, affascinante e lontana dagli spiegoni ai quali siamo stati ultimamente obbligati. Non è un eccellente Dylan Dog ma forse è un Dylan Dog necessario e imho buono. Perchè la presa di posizione potrebbe essere ben più ragionata di quanto non possa apparentemente sembrare.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: sab mar 02, 2013 12:08 pm 
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Iscritto il: lun gen 11, 2010 11:19 pm
Messaggi: 4046
Località: Milano
OldSnake ha scritto:
Di Gregorio legge il forum?
Mi piacerebbe che ci parlasse un pò di questa sua storia.


Specialmente con Manda :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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Chi sa, fa, chi non sa, insegna, chi non sa insegnare, critica. E chi non sa neppure criticare, scrive recensioni sui forum.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: sab mar 02, 2013 12:57 pm 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 8:36 pm
Messaggi: 530
SPOILER!





A mio avviso le storie non sono sempre e comunque belle o brutte in sé, ma la loro qualità dipende dalla sensibilità del fruitore che le accosta.
Mi avventurerò quindi in una sorta di improbabile recensione "costruttivista" o "post-strutturalista", procedendo ad una genealogia [alla Foucault] o una fenomenologia [alla Merleau-Ponty] del lettore, non tanto per fare il fenomeno della situazione, quanto perché, per una storia come questa, può essere particolarmente interessante.
La spaccatura fra le opinioni del forum è infatti evidente, e il motivo [come accadeva per il #307] è precisamente il fatto che i pro e i contro della narrazione coincidono [ma non del tutto, come preciserò più avanti] e spetta al lettore distinguerli e adottare l'uno o l'altro per maturare un giudizio personale.

La storia può infatti essere accolta, a mio avviso, da due punti di vista, due facce della stessa medaglia, che poi appunto sono le medesime, filtrate attraverso lenti diverse.

Il primo punto di vista, quello dei delusi, fissa una sorta di record nella storia di questo fumetto, perché per apprezzare il contenuto dell'albo è sufficiente fermarsi al titolo: Leggende urbane. Basta, finito, tutto qua. Dopo quella mezz'oretta di necessario assestamento per capire il perché dell'"urbano" al posto del "metropolitano", sarà chiaro che l'albo non è niente più che un'esposizione museale delle principali leggende urbane/metropolitane in circolazione.
O meglio, in circolazione dalle parti di Di Gregorio... Non frequento granché le aree metropolitane, ma alcuni di questi miti popolari mi sono giunti del tutto nuovi: il puccioso animaletto assassino liofilizzato, lo sciame di vespe nel frigorifero [?], il rapimento delle clienti per la tratta clandestina delle bianche [??? Che, davero?], ma anche quella del motociclista, non doveva prevedere la sua totale decapitazione invece che la semplice apertura craniale tipo Ovetto Kinder? Mah, comunque ripeto, questo è un problema mio e delle mie mancate frequentazioni.
Questo turbinoso valzer di eventi, alla fin fine, non va a parare da nessuna parte, perché la spiegazione non c'è. O meglio, anche la non-spiegazione risulta poco chiara: la sensazione è che Di Gregorio abbia tentato di abbozzare una "morale" [condensata nella prima vignetta, nelle ultime e in qualche passo della storia], ma in modo confusionario e criptico.
Di certo non aiuta neanche Cossu: personalmente non lo disprezzo a prescindere, in passato mi piacque anche molto, ma qui tira via che è un piacere, e alcuni passi sono letteralmente inguardabili. Il suo stile poi appiattisce tutto, non giovando al dinamismo della sceneggiatura.

Il secondo punto di vista, quello dei soddisfatti, corrisponde a quanti apprezzano le "derive" di certa parte dell'arte e della letteratura moderna e contemporanea: scardinamento totale della struttura narrativa, alla ricerca della pura estetizzazione letteraria. Insomma, qui non importa "cosa" si racconta [in questo caso era sufficiente fermarsi al titolo], ma "come", e questo "come" dev'essere quantomeno ironico, frizzante, piacevole, divertente, originale.
I fili rossi della narrazione possono anche venire a mancare, perché viene a mancare di riflesso il bisogno di intrecciarli alla fine in un ordito compiuto e sensato. In quest'ottica le timide vignette finali non stanno a significare nulla di particolare, se non che le storie rimangono, mentre cambiano di volta in volta i modi e i mezzi materiali per raccontarle: dal computer, alla macchina da scrivere, al pennino dylandoghiano, in un gioco di specchi, o in un gioco di "mani che disegnano se stesse" [o meglio, scrivono] escheriano che farà furore fra gli aficionados del non-sense metanarrativo.
Anche quest'ultima è un'interpretazione soggettiva, il che mette a fuoco il nucleo di questo secondo punto di vista: le storie come queste, che di fatto non raccontano nulla, ma mostrano tipo esposizione artistica, sono "difficili" e al tempo stesso "facili". Difficili perché sta all'inventiva dell'autore non renderle mai noiose con situazioni ed eventi sempre accattivanti; facili perché sta all'inventiva del lettore colmare i vuoti [più o meno intenzionali] di significato con la sua fantasia e immaginazione.
Parlando di estetica [o meglio, di Estetica] è inevitabile riferirsi ancora una volta al disegnatore: viene quasi naturale affidare un albo [dis]incantato e fiabesco a lui, come già successo in passato, ma duole constatare nuovamente la sua inadeguatezza.

Tirando le somme in una conclusione "tassonomica" puramente ipotetica: un lettore accorto, analitico, logico e razionale tenderà a vedere in quest'albo uno scarabocchio sconclusionato, mentre un lettore creativo, intraprendente e fantasioso inneggerà alle atmosfere dei primi albi. Posto che Dopo mezzanotte e Golconda sono innavicinabili, non [solo] per qualità, ma per differenze evidenti fra le strutture narrative. Non c'entrano proprio nulla con questo Leggende urbane.
Nessuna delle due visioni, ovviamente, è quella giusta o quella preferibile, in accordo con il relativismo interpretativo che una storia come questa suggerisce.

Dicevo all'inizio, però, che alcuni pro e contro mi paiono francamente oggettivi e sganciati dalla personalità del lettore.

PRO
Il pro di questa vicenda ha un nome e un [gran bel] corpo, e si tratta di Charlotte. Raramente negli ultimi tempi mi sono imbattuto in una "fiamma" così affascinante e carismatica; certo, lei è aiutata dalle trame che nasconde e che di fatto la vedono elemento centrale, ma di fatto la sua gestione alla Beatrice dantesca nel paradiso/inferno delle leggende urbane mi è parsa coerente e sempre interessante.
Anche Bloch mi è piaciuto, e oltretutto incarna anche lui un ruolo chiave: quello che rifiuta e scarta a prescindere le voci e le chiacchiere popolari. È una figura essenziale per completare il quadro, in quanto Dylan, come nota la stessa Charlotte [e qui rientra il suo utilizzo intelligente] talvolta è portato ad abboccare per sua natura.

CONTRO
Un contro ad esempio, e purtroppo, è la vignetta d'apertura. Se mi mostri un tizio che scrive è ovvio che vado a pensare ad una vicenda partorita dalla fantasia di qualcuno, il che svela subito le carte e il cerchio più grande fra quelli concentrici, ma sottrae parte della tensione alla lettura.
L'altra mancanza clamorosa è Groucho, che qui avrebbe potuto addirittura innalzare il livello qualitativo globale. Le scene con il coccodrillo albino, e in generale con tutti i personaggi pittoreschi dell'albo, erano praticamente già scritte. Forse la carenza più grave.
Il terzo difetto, come evidente da quanto scritto sopra, è Cossu. Peccato.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: sab mar 02, 2013 1:59 pm 
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Iscritto il: lun ago 04, 2008 10:09 am
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Località: Palermo in via dei dylaniati n.666
Survivor82 ha scritto:
OldSnake ha scritto:
Di Gregorio legge il forum?
Mi piacerebbe che ci parlasse un pò di questa sua storia.


Specialmente con Manda :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Disgraziato :D

_________________
Nobody talks about the pile (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: sab mar 02, 2013 3:23 pm 
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Iscritto il: sab dic 29, 2012 8:06 pm
Messaggi: 638
Località: un ROMEvarlo a Ferrarendàrt
Tutto sommato piacevole storia appartenente al filone surreale, pienamente dylandoghiana e che ci riporta alle vecchie atmosfere, ma sono tutte cose già dette da molti di voi.

Passando però ad analizzare come è stato trattato l’ argomento del titolo, ci sono alcuni particolari che non mi hanno convinto.

Spoiler!
Le leggende urbane usate nella storia sono tutte stra-famose, tanto che risulta a me evidente che alcune di loro sono state distorte dall’ autore a fini narrativi.

Il colpo ad effetto ritardato richiede giorni e non solo 5 minuti, ma soprattutto il mitico motociclista originariamente è semplicemente una vittima, mentre qui si trasforma in assassino. Per quanto riguarda il coccodrillo invece io avrei scelto la variante della leggenda in cui esce dal water, per me più terrorizzante.

Rispondendo a Nikolaj, tutte le leggende che cita ad esempio come sconosciute, sono tutte a me note, e le vespe nel frigorifero sono solo una disgrazia qualunque per avere interrotto la catena.

L’ unica a me sconosciuta è quella della canzone cantata al contrario che diventa un inno al diavolo, cosa che mi fa venire in mente i messaggi subliminali bifronti ad argomento spesso satanico usati da tanti gruppi famosi come i Led Zeppelin (ma in questo caso non è una leggenda ma la pura verità).

E non mi convince nemmeno la struttura stessa della storia. Fino alla penultima vignetta sappiamo che è tutto un racconto di fantasia di un ipotetico scrittore. A riportare tutto nella “realtà” è l’ ultima vignetta, però allora mi chiedo : cosa ha scritto Dylan nel suo diario, un trattato di sociologia ? Mah.

Adorabile invece il personaggio di Charlotte pur nelle sue stramberie e gustose sono molte scene con Dylan, come quando nel negozio non si fida a farsi toccare. :mrgreen:

Anche per me sbagliata l’ assenza totale di Groucho, almeno una scena doveva essergli concessa in una storia di questo tipo.


Bravo Cossu come al solito e mi pare anche che abbia finalmente risolto quello che per me era l’ unico difetto cioè disegnare i personaggi troppo simili tra loro.

Voto 6


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 Oggetto del messaggio: Re: # 318 - Leggende urbane
MessaggioInviato: sab mar 02, 2013 3:52 pm 
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Iscritto il: gio mag 27, 2010 11:47 am
Messaggi: 60
Grossi numeri di Di Gregorio che sforna una sceneggiatura con i contro caxxi!!!
Diverte e allo stesso tempo fa riflettere, cosa che con Dyd non succedeva da tempo!!!
Finalmente un albo frizzante che non ti fa guardare quante pagine mancano alla fine...
Anche Cossu, seppure non il mio preferito, svolge una buonissima prova!!!

Di Gregorio PROMOSSO a pieni voti.


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