#9 – ALFA E OMEGA (soggetto: Sclavi (9), sceneggiatura: Sclavi (9), disegni: Roi (2))
Primo fanta-horror dell’epopea dylaniata, filone che, almeno nei primi 100 numeri, non sarà così sfruttato. Come al solito Sclavi inserisce nel mixer ingredienti già assaggiati, provenienti dai classici della fantascienza cinematografica: Andromeda (1971), di Robert Wise, il modello di riferimento per la parte centrale dell’albo, citazioni di Blade Runner (viene riprodotto letteralmente il celeberrimo monologo finale pronunciato da Rutger Hauer) e 2001-Odissea Nello Spazio (la tuta di Frank Poole e il bambino) e una spruzzatina del Pianeta delle Scimmie (non aggiungo oltre per non rovinare la sorpresa a chi non ha mai letto la storia). Il tutto guarnito da amplessi alieni e metamorfosi animalesche degne di Manimal, famosa (? Io la adoravo da bambino) e sfortunata serie TV degli anni ’80. Ne viene fuori non una minestra riscaldata, ma una ricetta sopraffina, quasi perfetta, fino a poche pagine dalla conclusione quando le plateali citazioni di cui sopra rovinano in parte la rarefatta atmosfera che permea il sito di Banbury. Ma sono talmente sfacciate che paradossalmente sono perdonabili anche perché funzionali alla storia. Primo vero urlo disperato del Dylan animalista, Alfa & Omega racconta un'altra vicenda triste e malinconica che commuove, a conferma che nei primi dieci numeri sono già presenti, sia pur in maniera a volte embrionale, quasi tutti i temi che faranno la fortuna della serie. Dylan si incazza, atteggiamento che, invece, nel corso degli anni vedremo, ahimè, sempre meno. Qui più brillante a parole, meno nei fatti: le piglia e il caso si risolve praticamente da solo. Di Groucho apprendiamo che.. sembra proprio uno dei fratelli Marx! Inoltre facciamo la conoscenza di Jeffrey, dottore che si professa amico suo e di Dylan, illudendo il lettore di essersi imbattuto in un personaggio potenzialmente ricorrente: non lo vedremo mai più! Ci sono tocchi da fuoriclasse assoluto come solo Sclavi sapeva tirare fuori dal cilindro, mi riferisco in particolare all’aggressione silenziosa da parte degli uomini in tuta da astronauta e la descrizione del viaggio di Alfa che dal terrore puro di una morte nel vuoto del cosmo, attraverso un buco nero, raggiunge “la terra dei sogni”. Roi, dal canto suo, rende indimenticabile la scena dell'amplesso alieno e si destreggia egregiamente tra luci (l’angosciante camera bianca) e ombre. Bravissimo poi a tradurre su carta le molteplici mutazioni. Copertina di Villa che rispetta appieno lo spirito dell’albo. Trascurabile il seguito, inspiegabilmente usato come background per il 2° round tra l'indagatore dell'incubo e il detective dell'impossibile, Martin Mystere.
Curiosità: per il quarto albo di fila, Dylan va in bianco. A quei tempi era quasi un record! Per il terzo albo consecutivo, inoltre, non compare Bloch e senza bisogno di mandarlo in pensione!
BODYCOUNT: 4 sicuri + un numero imprecisato di altri “astronauti” vittima dell’ira di “Alfa”
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “Puoi immaginarti quello che provavo? Solo nel vuoto, andando incontro a quella morte così strana, così immensa?.. No, non puoi.. Nessuno può.. Quella era il terrore..”
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