Generalmente quest'albo è considerato uno "Sclavi minore", e in effetti all'epoca dell'uscita non brillò troppo, in un periodo quando quasi tutte le storie di Dylan erano più o meno capolavori. E
Ossessione certamente non lo è, pur mantenendosi abbastanza godibile.
seguono
S
P
O
I
L
E
R
La storia è sostanzialmente un thriller urbano con qualche eco soprannaturale.
L'insieme ricorda molto i romanzi di Richard Matheson e la loro tipica atmosfera "paranoica", con individui normali perseguitati da qualcosa che è concreto (e letale) e allo stesso tempo indefinito e indefinibile.
La fredda ambientazione cittadina, resa molto bene dai disegni "geometrici" di M&G, contribuisce ad alimentare la sostanziale solitudine della protagonista. Anche il fatto che Dylan sia
solo un generico amico e non un innamorato/amante è un tocco azzeccato: un Dylan innamorato sarebbe stato più presente e avrebbe alleviato la solitudine della ragazza.
Purtroppo la situazione di base (cioè: donna-perseguitata-dallo-spettro-del-marito) è troppo ripetitiva per reggere la distanza.
Così la suspense non riesce mai a salire di tono e il mistero, progressivamente, perde vigore, anche se gli episodi collaterali (es.: il marito cornuto) permettono comunque al ritmo di mantenersi abbastanza vivace.
Finale e sottofinale sono ingegnosi. Anche divertenti, se vogliamo. Ma non possono evitare al lettore la sensazione di essere stato preso in giro.