Cravenroad7

Dipende dall'aspetto che intendiamo considerare.
Quando il genere di riferimento è così lontano dai miei gusti e l'approccio al personaggio così sbagliato, per me la qualità della scrittura passa in secondo piano.
Perciò, che Baba Yaga sia scritta (molto?) meglio di Trash Island e Un mondo sconosciuto, conta poco. Resta una storia sbagliata tanto quanto le altre due.

mi sembra una affermazione un po' troppo tranchant...

mah, io non sarei così drastico; è vero che c'è una costante altalenanza fra albi di spessore e altri di totale intrattenimento, ma il giorno in cui DD sarà "più o meno" solo totale intrattenimento probabilmente rinuncerò a seguirlo. per (mia) fortuna escono ancora albi come "la macchina umana"

Non sono d'accordo...se si esclude il calo di qualità degli ultimi due anni, sono state pubblicate un sacco di belle storie anche dopo il 250.

Fermo restando che non sono certo qui per farti cambiare idea, il genere di riferimento di Baba Yaga è comunque l'horror, o quantomeno un folclore vistosamente venato d'horror (si tratta di una variante della classicissima figura della strega cattiva), senza contare che c'è anche la (poco originale, ma non importa) variazione sulla figura del diavolo e sui suoi inganni. Un mondo sconosciuto era inquivocabilmente fantasy, mentre Trash Island era solo trash. Insomma, stavolta l'immaginario di riferimento mi sembra quello giusto.

Maaanfatti: la mignaccata è un chiaro omaggio ai trashoni videoludici o ai film d'azione tamarroidi. Mentre la pietra miliare faracesca è un annacquato fantasy fattincasa e provincialotto, che al confronto De Nardo pare Tolkien .
Questa invece è una versione semi-ridanciana e più London-centrica di una Fiaba non propriamente Nera, riferendomi a quel breve miniepisodio sul CF di non ricordo quanti anni fa.

C'ERA UNA VOLTA ALOHA,
ADESSO C'E' DI PIU'

Chiaramente esageravo, però con quel "più o meno" intendevo che dai primi anni duemila in poi la presenza di buone/ottime storie si è un po' rarefatta, a favore di storie mediocri (nel senso latino del termine).

E' vero.... mai fare paragoni con il lontano passato Dylaniato... oltretutto se son passati 25 anni e l'elemento di paragone è una creatura di Sclavi... ma per me divertissement era "Ai confini del tempo" che meglio rappresentava le caratteristiche della serie in chiave umoristica. Questa mi è sembrata una sorsata d'acqua in un'enoteca: diversa si, ma insipida e fuori luogo e non necessariamente brutta. Ma negli anni mi ricorderò indubbiamente un Nero d'Avola o un Brunello di Montalcino, piuttosto che il famoso bicchiere pieno d'acqua.
Fine paragoni e votato accettabile (soprattutto grazie a Saudelli).

Votate per le finali:

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Color fest questo che ha il suo punto di forza nei suggestivi disegni di Saudelli (da lettore di MM mi sembra qui un mix di Alessandrini e Torti), soprattutto la seconda parte ambientata a casa della strega.
Come storia invece è la solita Barbato che si diverte a complicare esageratamente le sue trame per far vedere quanto è brava, e in questo modo di spazio per le emozioni ne rimane poco, forse solo il protagonista me ne ha data qualcuna. Mi è piaciuto però

6

Non sono d'accordo, per altri motivi: negli ultimi dieci anni buona parte delle storie erano con molta infamia e zero lode, ergo non erano neanche un passatempo
Senza che per questo siano mancate buone, sporadiche, storie.

Sicuramente una storia diversa rispetto a quella che mi sarei aspettato.Forse piu' perche' reduce dall'ultimo,a suo modo audace color fest.Invece "Baba Yaga" e' spiazzante,per cosi' dire...diverso.Caratterizzato da atmosfere e tempi da favola nera,con pizzico di humour e sul sottile filo dell'horror.E' una variazione sul tema della strega arricchito dalla presenza del diavolo,in questo incontro\scontro per contendersi l'anima del povero malcapitato.A farne le spese ovviamente Dylan.
E' anche piacevole,abbastanza divertito e impostato su toni leggeri.Almeno come approccio.Non tutto funziona alla perfezione,manca di intensita' a mio avviso.Ma forse sto idealizzando proprio un'altra tipologia di storia."Baba Yaga" vuole essere altro,fondamentalmente.Si dira' che e' una storia minore,il che mi trova d'accordo.Racconta piu' per immagini che per sceneggiatura.E i disegni convincono a meta'.
Qualche buona trovata non riesce a giustificare la quadratura del cerchio che di fatto manca.

Storia scritta di mestiere, la Barbato riesce a portare a casa il pane senza impegnarsi quasi per niente. Sette, ma di sicuro niente di memorablie

Divertente e brillante all'inizio. Perde mordente coll'andare delle pagine e il finale è abbastanza pasticciato a suon di capovolgimenti di fronte. Nel complesso, idea buona, forse un po' troppo lunga la foliazione di 96 pagine.
Buono il colore, decisamente adatto al tratto spesso e poco dettagliato di Saudelli. Però spiegate a Saudelli che il volto di Dylan deve avere la stessa fisionomia per tutte le 96 pagine. Ad un certo punto c'è una pagina imbarazzante con due primi piani di Dylan completamente diversi

6.5 per me. Meglio delle varie Barbato sulla regolare.

Mi ha divertito.
La Barbato ha affrontato il soggetto nell'unica maniera possibile: con spigliatezza e ironia.
I disegni vivaci di Saudelli hanno fatto il resto.

Per quanto adori la solita gravitas barbatiana (che negli ultimi tempi non colpisce sempre), una virata ogni tanto su questo stile non mi dispiace affatto, specialmente quando unisce così bene azione, umorismo (molto nero) ed elementi soprannaturali. Quest'ultimo aspetto in particolare poteva essere fatale alla storia se gestito in maniera fantasy, invece si rimane sulla dimensione fiabesca (un po' macabra, un po' infantile) con input dylaniani (il diavolo) e il tutto alla fine è digeribile anche per uno come me che quando entrano in scena streghe, incantesimi e roba varia tende a disconnettersi.