rimatt ha scritto:
Non è una questione di realismo, ci sono alcuni dei più grandi dialoghisti della storia della letteratura (Raymond Chandler e Elmore Leonard sono i primi nomi che mi vengono in mente) che scrivono dialoghi molto artefatti e ben poco credibili (però estremamente divertenti). Il problema è che è tecnicamente sbagliato fare pensare in questo modo un personaggio. Nella letteratura si è dibattuto molto su come trasporre sulla pagina il pensiero, che in sé non è lineare e procede per flash, per associazioni di idee, comunque con la massima libertà. Trasformare il pensiero in linguaggio è di per sé una forzatura (anche nel caso dello stream of consciousness di Joyce o della Woolf), ma la convenzione letteraria vuole che lo si possa comunque fare; ciò detto, questo non autorizza uno sceneggiatore a mettere per iscritto i pensieri di un personaggio come se si trattasse dello svolgimento di un tema o di una pagina di diario.
Lo scopo delle nuvolette di pensiero delle prime pagine è quello di informare il lettore che Dylan non sa dove si trova e da chi sta scappando: farglielo pensare è la soluzione più semplice e più comoda, e già per questo non è detto che sia la migliore, ma non ci si poteva proprio sforzare un pochetto ed escogitare qualcosa di meno didascalico e dalla maggiore capacità espressiva che quelle frasette lineari e ordinate, degne di un componimento scritto? Oltretutto, è possibile che il linguaggio mentale di Dylan sia così ordinato e coerente anche in un momento in cui la sua mente dovrebbe essere concentrata su tutt'altro, ovvero su come fuggire senza farsi catturare dai suoi inseguitori? Ma dai, se uno sta fuggendo a rotta di collo, dove trova il tempo per pensare quelle cose?
Una volta c'erano delle didascalie chilometriche: "in maniera fulminea il nostro eroe non si lascia sfuggire l'occasione di colpire in fronte il bandito, il quale, perdendo l'equilibrio, finesce su una buccia di banana; persa ormai del tutto la capacità deambulatoria, il cattivo scivola sbattando la testa contro il pomello della porta, spinto in avanti un decimo di secondo prima dal compare; l'impatto mortale lo lascia steso a terra."
Ho sentito gente che legge Tex lamentarsi di Dylan Dog perchè ci sono 4 dialoghi e scorre troppo presto..
Non è che forse vogliamo troppo?
Se la storia fosse stata più convincente sotto altri aspetti, non ci lamenteremmo di quei dialoghi un pò artefatti nelle prime pagine. I problemi gravi sono altri, secondo me.