Mi aspettavo un coro di accuse eretiche da parte dei 'puristi' del forum, gli uomini del monte nella geniale definizione della mitica monna, l'assenza clamorosa mi fa venire voglia di scriverle io.
Si sa che l'unico che riusciva a coniugare tutti gli aspetti più contraddittori della personalità di Dylan (e dello spirito della serie) era Sclavi, dagli altri si finisce sempre per concentrare sugli uni o sugli altri aspetti. La Barbato forse è sempre stata uno degli autori più estremi da questo punto di vista, e stavolta è persino più estrema del solito, nel tratteggiare un Dylan disperato e violento, totalmente privo di ironia, nella sua relazione con Becky c'è più nevrosi che romanticismo (la depressione bipolare restituisce a una dimensione molto terrena un evento che normalmente ha quasi del religioso). Alla fine non c'è niente che sia realmente alieno da Dylan, però è l'estremizzarsi di tutto questo che rende il tutto estraneo rispetto agli standard della serie.
Detto tutto questo, è una storia che calamita l'attenzione del lettore, avvincente, scritta bene, con una buona gestione dei personaggi, e la preferisco di molto a storie innocue che osano poco e offrono ancora meno, per cui ho votato buono.
Alcune cose sono prevedibili, per via della copertina spoilerante, per via delle convenzioni di questo genere di storie, e anche per alcuni indizi troppo evidenti, però ci sono anche cose decisamente sorprendenti, come il modo con cui Dylan riesce a deviare il ripetersi degli eventi proprio quando sembra che li stia riconfermando in pieno. A tratti forse lo schema della storia emerge troppo prepotentemente, impedendo l'immedesimazione in una storia che vuole provocare emozioni, e a tratti ci riesce, ma a tratti finisce anche per essere fredda.
Bello come vengano incatenate storie passate, ma anche storie future nel subfinale di pagina 94.
Ottimo lavoro di Casertano, la Barbato a volte mi sembra mazzarriana nel suo riuscire sempre a valorizzare i disegnatori oltre i loro standard, un pò saranno loro che si impegnano di più per storie più sentite come le sue, un pò è brava la redazione ad assegnare sempre i disegnatori più adatti alle sue storie, autori un pò in calo come Freghieri e Piccatto continuano regolarmente a sfornare le loro migliori prove quando c'è lei ai testi, e persino Brindisi riesce a superarsi (Nebbia, Tueentoun)... stavolta tocca a Casertano, che da un pò non riusciva a piacermi come ai suoi esordi, stavolta il suo tratto sporco e terreno è perfetto, per una storia così non lo cambierei neanche con Leonardo da Vinci.
In conclusione, una buona storia, che lascia il segno, c'è solo da migliorare l'aderenza allo spirito dylaniato, ma son queste le storie che voglio leggere.
Note aggiuntive:
Questione claustrofobia: a parte che le fobie di Dylan da sempre vanno e vengono, quando c'è bisogno spesso riesce a vincerle, però vorrei dire che per chi conosce Dylan, basta vedere Dylan sofferente che si arrampica nel tunnel, senza che ci sia bisogno sempre di baloons didascalici che la nominino per forza.