Paradossalmente, una storia che parla di onironauti a spasso nel tempo si rivela essere una delle più mature e sobrie dell'autore: che non esagera in trucidezze ma riesce a conservare ritmo e brillantezza, rinunciando nuovamente al controfinale a effetto ma non ai suoi squarci visionari (la sequenza nell'atrio del cinema), crudeli e poetici insieme (le visioni in articulo mortis del poliziotto e della ballerina, appropriatamente oniriche). In più Chiaverotti recupera Lord Wells, a un anno di distanza da "Partita con la Morte", con una duplice comparsata -la prima sembra abbastanza inutile, ma giustifica la seconda, che invece aiuta a gettare luce sul mistero, e che oltretutto permette di dare maggior dinamismo al colpo di scena della scomparsa di Jessy.
Avevo iniziato da poco a leggere regolarmente Dylan Dog, e ricordo che mi fece molto effetto vederlo con i capelli bianchi (molto prima di Bilotta...) -forse perfino più del Dylan "ultimo uomo sulla Terra" del mese precedente, che se non altro si presentava da subito come una storia "sperimentale".
Anche se acquisterà maggiore personalità in seguito (qui la somiglianza con Brindisi è tale che persino nel Club dell'Orrore non possono fare a meno di rimarcarla), credo che questo resti il mio Siniscalchi preferito.
_________________ Non giudicare gli uomini sulla base delle loro opinioni, ma da ciò che le opinioni possono fare di loro. (Georg Christoph Lichtenberg)
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