Cravenroad7

E chi sei ? Norman Osborn ?

splatter, ironia e un po' di sentimentalismo... ovvero il vecchio DYD! mi è parso di leggere una storia dei bei tempi, segnale molto positivo.
gran bell'albo, un buono non glielo leva nessuno

però... c'è un però

Magari sono andati a pesca in Norvegia.

Si tratta di un Luccio Salmonoide, una specie di Lucci che abboccano alle esce degli ex ispettori depressi da poco in pensione.
Non viene specificato che tali pesci, una volta ripescati, subiscono un coccolone immediato, non appena la Morte li slama e parlotta di bianco secco, prezzemolo, aromi...
Vanno perciò pappati subito, o si deteriorano e mostrano occhi di triglia. Diffidate, quindi, dei rivenditori del mercato del pesce, che ve li vogliono vendere a tranci.




Ah i misteri misteriosi della natura...

SPOILER SPOILER SPOILER

Una storia gradevole, con alti e bassi in egual misura.

Gli alti:
- due sequenze sono memorabili: quella iniziale sul pensionamento di Bloch, garbata ed efficace; e quella da Libro Cuore in cui Jenkins va a trovare l'ex ispettore. La forza di entrambe sta più nelle immagini che nelle parole;
- ironia (rara negli albi della Barbato), un po' di splatter e un pizzico di surrealtà rendono la lettura scorrevole, ricordano il Dylan che fu e distraggono dalla debolezza del soggetto;
- Dylan è protagonista e si comporta da Dylan, ma fortunatamente evita eccessi di moralismo con Nora.

I bassi:
- già nella prima metà dell'albo si intuisce il finale. La trovata della Morte in vacanza, fra l'altro, è tutt'altro che originale. Il lungo dialogo fra Dylan e la Morte è più da John Doe che da Dylan Dog, il che non è necessariamente un male, ma per il futuro un po' mi spaventa;
- lo "spiegone", verboso e troppo esteso (ben 14 pagine), tenta goffamente di normalizzare il paranormale e razionalizzare l'irrazionale. Per me (questione di gusti, ovvio) la spiegazione o è realistica (cioè non soprannaturale), oppure è meglio ometterla e concludere con un finale aperto.

Indeciso fra "accettabile" e "buono", ho votato "accettabile".
Si tratta (almeno per me) di un voto positivo, ma da un albo tanto atteso e pubblicizzato - e dopo un capolavoro come Spazio Profondo - era lecito aspettarsi una distanza più marcata dal vecchio corso e dalle sue abusate soluzioni narrative.

Concordando con voi, sarò sincero: la Barbato mi sembra un'autrice stanca.
Anche sui social, quando parla del suo lavoro, traspare una certa sfiducia e un senso di pesantezza.
Pare abbia anche "assunto" un tipo che la aiuta a gestire Groucho, che per lei era diventato un dramma.
Le sue ultime tre uscite, che se non erro sono Il Crollo, Gargoyle e questa, a mio avviso sono fra le peggiori della sua produzione.
Da ciò non trarrei nessuna conclusione prematura, però è una mia impressione forte.



Mi sa che poi ti ha sputtanato pubblicamente.
No, non lo so.
Ha criticato un tizio che l'ha criticata a sua volta in privato, ma non so se sei tu.

Certo che valutare un autore in base a quello scritto sui social...

A margine, le tre storie che citi di Paola sono fatti in periodi di tempo diversissimi.
Sempre a margine: "ha assunto un tipo che l'aiuta a gestire Groucho" significa (come Paola ha spiegato bene) che un suo amico, ogni tanto, gli suggerisce delle battute.

Non è così, chiaramente.
Mi sembra arduo fraintendere: l'osservazione sui social deriva dalla mia impressione sulla stanchezza della Barbato, non il contrario.



Immaginavo, ma comunque sono fra le ultime scritte da lei, no?
Non penso abbia scritto Gargoyle nel 2002 o 2003, per dire.



Sì sì, certo, ma non cambia granché a livello di significato.. Ho messo "assunto" fra virgolette proprio perché so bene che non è che lavori e venga pagato al posto suo.
Non mi veniva un altro termine.
La tua versione è comunque più precisa.
Resta comunque la sua avversione per Groucho, che ultimamente esprime spesso.

E di nuovo: capire "la stanchezza" di qualcuno dai social...

Gargoyle è particolarmente vecchia.




Cosa che dice QUALSIASI sceneggiatore alle prese con Groucho, Sclavi compreso. Che infatti si faceva aiutare anche da Marcheselli per le battute.

Quoto. Ma non colpevolizzerei Paola in particolare.
Ritengo sia una cosa endemica del prodotto Dylan in generale.
Se anche Paola, che come aveva scritto giustamente anche Dear era sempre stata una con un obbiettivo da raggiungere, è senza molta inventiva, tanto da sembrare stanca, dipende per me dal personaggio.
Insomma Dylan è come quella famosa frase di un film di Eastwood:
" Un pugile ha un certo numero di incontri vincenti, nella sua carriera. Nessuno sa quali siano, ma una volta superato quel numero, comincia a perdere, senza spiegazione. "
E' come per i telefilm: sono interessanti per un tot di puntate, poi collassano.
Semplicemente, per me, Dylan Dog non ha più nulla di nuovo da dire. Si avvita su se stesso. E ciò coinvolge anche chi di idee ne ha sempre avute. Magari qlc di carino ancora lo farà, ma ritengo la cosa inevitabile.

La differenza sta non nel "cosa" dire allora ma "come" dire le solite cose (che poi è il motivo che ha portato alcuni a brontolare sul taglio dato a questo numero). Aspettiamo numeri "normali", senza addi e presentazioni di personaggi e vediamo che accade ai soggetti e alle sceneggiature!

Io invece sarei interessato a ritrovare certi personaggi che Paola aveva sparso qua e la nella serie.

In tutto questo, la cosa che mi stupisce è di essere praticamente l'unico ad apprezzare Il crollo, che per me è una delle cose migliori dell'intera produzione della Barbato.