Storia non particolarmente riuscita, anche se fortunatamente priva di difetti macroscopici.
Qualcosa di buono c'è indubbiamente, ma nel complesso ho avuto la netta impressione di leggere un soggetto concepito per Martin Mystère e "riciclato" per Dylan. Senza dubbio la struttura ha elementi molto martinmysteriani :
- Dialoghi e verbosità come se piovesse!
- Introduzione lunghetta, con personaggi secondari che discutono incessantemente sulla situazione nell'attesa che il protagonista entri in scena e la vicenda ingrani
- Spiegone che occupa un terzo dell'albo !!!!!!!!!!
E' tutta roba che su un albo del BVZM funziona benissimo, ma in Dylan funziona un po' meno.
seguono
S
P
O
I
L
E
R
L'inizio è interessante, anche se forse un po' troppo verboso. C'è la tendenza a esporre gli eventi semplicemente parlando anzichè "mostrando" qualcosa.
I personaggi iniziali hanno una buona caratterizzazione e sono ben differenziati.
Purtroppo quando Dylan entra in scena la loro personalità perde significato, dato che tutti i tizi secondari "spariscono" (alcuni perchè morti, altri semplicemente perchè lo sceneggiatore non li utilizza più). Resta in scena solo la squinzia di turno, cioè il MENO interessante dei vari personaggi, assai banale col suo romanticismo esasperato.
Peccato.
Groucho è in forma eccellente. Disgraziatamente quando la vicenda entra nel vivo anche lui passa in secondo piano. In definitiva, non va oltre il ruolo di "intermezzo comico", quando invece avrebbe potuto dare di più.
Dylan è poco attivo, ma questa è ormai una costante del "periodo gualdoniano"...
Lo spiegone è decisamente troppo lungo. Soprattutto perchè una volta svelato il mistero (cioè la presenza dei vampiri) tutto il resto si poteva dedurre con facilità, senza pagine e pagine intasate di balloon.
Nel complesso, siamo in presenza di una storia martinmysteriana con un pizzico di tensione e cupezza in più. Non brutta, ma neanche esaltante.
Devo dire che il ciclo di MM denominato "
Martin Mystère contro il Quarto Reich" (i lupi mannari in Bretagna, le catastrofi atmosferiche, la Terra Cava, la base sottomarina e naturalmente l'eccellente conclusione con gli zombie nazisti) dal mio punto di vista è assai più interessante.
Comunque un 6,5 ci sta.
Alessandrini fornisce la consueta professionalità, ma nulla più.