Cravenroad7

si ma... teoricamente la "SUA" esperienza avrebbe dovuto confutare il suo scetticismo.

doveva essere "il mio scetticismo mi porta sempre a pensare che le spiegazioni razionali sono molto più frequenti di quelle paranormali" o qualcosa del genere.

ma NON l'ESPERIENZA!

Ma perche' ?
Con l'esperienza ha potuto fare una casistica nel campo , indipendentemente dal suo scetticismo !

Cio' significa che in Dylan Dog ci sono piu' casi reali che paranormali , non so se sia cosi' bisognerebbe prendere ogni singolo albo e decidere se la conclusione e' paranormale ,o no ,
Cioe' non prenderei per oro colato quella frase.

Io l'ho trovata caruccia, Bilotta senza strafare è riuscito a confezionare una buon racconto giallo.



La mia idea (più che idea ormai è una convinzione) comunque è che se l'albo risulta essere un po' piatto, la colpa non sia di Bilotta, che reputo un'autore di talento e che potrebbe fare benissimo sulle pagine del Nostro, ma che tutto si possa ricondurre ai famosi paletti imposti dall'editore. Purtroppo storie con un grande potenziale come questa vengono sacrificate e diventano storielle un po' insipide... Mi sa che ormai ci dobbiamo rassegnare

I paletti massacrano l'idea originale che poteva essere splatter. Ma Dietro al Sipario non lo era affatto, ad esempio.
Qui oltre a questo difetto, manca proprio la materia prima, o meglio la materia prima c'è ma è stata amalgamata molto male.

I paletti vanno al di là dello splatter, una storia come Dietro il sipario sarebbe oggi giudicata troppo complessa per la pubblicazione.

Infatti è quello che intendevo Lebbra, non parlavo di splatter!

Invece intendo che sta roba, solo mostrando ammazzamenti degni di DyD si sarebbe potuta salvare. Ah....Chiaverotti quanto mi manchi...

@wilson: lo so, rispondevo a Dogares,
@dogares: rimpiango anch'io Chiaverotti, ed insieme a lui tutti quelli che contribuivano in passato a rendere DD un fumetto che appassionava (scrittori, editor, supervisori, redazione...).

Faccio un brevissimo, unico OT, solo per tributare il mio amato Chiaverotti anni novanta tirato in causa qua sopra:

Sinceramente non ho mai capito i motivi del perchè a molti non sia mai andato giù Chiaverotti; in fondo, è quello che si è sobbarcato lo "sporco lavoro" nell'epoca d'oro della testata. Per i primi anni di fatto erano solo due gli sceneggiatori che portavano avanti lo strabiliante successo di Dylan Dog: il suo geniale creatore Sclavi, che sfornava un capolavoro dietro l'altro, dando a Dylan tutte quelle caratteristiche fondanti che lo hanno reso un fenomeno di costume e non solo "un altro fumetto dell'orrore" (vedi gli splendidi voli spiccati con storie come "Storia di Nessuno", "La casa degli uomini perduti", "Memorie dall'invisibile" ecc..); e il nostro Chiaverotti, che non lesinava di servire succulenti pasti sul piatto di tutti quelli (ed erano tanti!) che da Dylan volevano principalmente squartamenti, sgozzamenti, sangue a fiumi, siringhe negli occhi, torture d'ogni genere e via dicendo (poi, beninteso: non che gli albi scritti da Sclavi fossero all'acqua di rose eh! Alcune scene più terribili le troviamo anche nei suoi capolavori, vedi la gia citata "Storia di Nessuno")

fine OT

Questo albo, ma praticamente tutti gli albi di adesso, sono distanti anni luce da ciò che ci regalavano all'epoca; sono d'accordo anch'io sul fatto che un pò di quel sano splatter d'un tempo avrebbe giovato ad una storia come questa.
(che poi io 'sto discorso dei paletti proprio non lo capisco: ma se stanno per mandare in edicola milioni di copie delle vecchie storie, piene zeppe di quello splatter oggi bandito, per di più ad un pubblico, quello di Repubblica, molto più vasto di quello solito della Bonelli, che senso ha vietarlo nel mensile odierno?!?)

Ti sei già risposto: gli allegati a Repubblica pescano un po' a caso nel mucchio [anche se alla fin fine credo che andranno forte solo fra gli appassionati di lunga data], mentre l'attuale gestione serve a fidelizzare il nuovo pubblico dei giovani/giovanissimi.
Se un adolescente attuale leggesse una Storia di Nessuno a caso, mollerebbe la testata dopo un mese.
"Ma noi all'epoca eravamo ugualmente adolescenti, quindi?"
Quindi il mercato aveva tendenze diverse, il genere horror era rappresentato da prodotti diversi, e sì, guardandomi attorno mi sento di dire che probabilmente eravamo anche un pelo più acuti e avveduti delle generazioni attuali.
Il mio è un discorso generale eh, non include necessariamente me, visto che nell' 86 ero ben lungi dal nascere.

oh meno male, adoro quando qualcuno spiega una cosa che io non riesco a mettere per iscritto.

ma fra l'altro, quando mai le spiegazioni razionali sono state più frequenti di quelle paranormali?

Su questo ti do ragione, non penso però che la mollerebbero leggendo albi splatterosi come quelli che ci regalava in Chiave! La violenza e gli squartamenti attirano ancora e non poco secondo me... E lo splatter è uno dei paletti

In realtà lo scetticismo è - dovrebbe essere - una caratteristica base proprio per chi ha abitualmente a che fare con il paranormale, e Dylan è uno di questi. Dai, il Nostro non è mica un cialtrone che prende per buona ogni fesseria paranormale che gli viene propinata! Dylan è una persona seria, ed è solo dopo aver scartato ogni possibile spiegazione razionale che prende in cosiderazione l'ipotesi paranormale. La frase di Dylan non fa una grinza: la sua esperienza (investigativa e umana) gli insegna che, in senso assoluto, le spiegazioni razionali sono molto di più di quelle irrazionali... E vorrei ben vedere! Se fosse il contrario, il paranormale smetterebbe di essere straordinario e diventerebbe normale.

Del resto, se Dylan avesse affermato l'opposto di quel che ha detto - ovvero: "L'esperienza mi insegna che le spiegazioni paranormali sono molto più frequenti di quelle razionali" - avrebbe detto una grossa sciocchezza, e spero che su questo siamo tutti d'accordo.

ma se andiamo a riguardare la sua "storia" io presumo che siano molti di più i casi "paranormali" piuttosto che i casi "razionali".
a me continua a non piacere l'espressione "ESPERIENZA" nel contesto di quella frase.
l'esperienza di Dylan non avrebbe dovuto portarlo ad esprimersi così.
IMHO

E' un problema di continuity: Dyd ha affrontato dal nostro punto di vista circa 500 indagini dove per la maggior parte si é trovato ad essere testimone di situazioni senza dubbio paranormali; ma uno dei tratti fondativi del personaggio é quello di uno scetticismo di fondo e la serie non ha una continuity in senso stretto...
La bravura di un'autore é anche quella di dribblare problematiche come questa (La versione di Craven della frase mi sembra una buona variante).