Questa storia è ben lontana dal potersi definire immonda solo perché Dylan non è la sintesi delle profonde aspirazioni che i suoi lettori vi ripongono: "Dylan deve essere buono ma un po' stronzo, cinico ma non troppo, politicamente scorretto ma 'aperto al dialogo', ironico ma dalla dignità dell'eroe tragico, vanitoso ma modesto, adatto per le mezze stagioni ma anche per un cocktail party con gli amici". Che, per carità, Sclavi (e in parte Chiaverotti) riusciva anche a farlo così, e questa è la cosa che ha contribuito alla magnifica magia paracula del personaggio e al suo successo, ma Sclavi era Sclavi e questo miracolo non si è più ripetuto.
Questa lunga premessa per dire: la storia mi è piaciuta e credo che la sua vena umoristica sia stata profondamente fraintesa. Concordo con quanto dice Rasputin: la storia è eccessivamente diluita, in parte gira a vuoto su se stessa e forse, per il modo in cui è stata impostata, la si sarebbe potuta risolvere più felicemente in una storia breve. Concordo anche con joe montero: ritmo abbastanza monocorde, assenza di una climax significativa e un eccesso di cautela da parte di Marzano, che deve ancora dimostrare di saper "fare sul serio" e osare di più. Ma nel complesso posso dirmi soddisfatto: l'intento programmaticamente comico (protagonista dalle fattezze di Ben Stiller, spia semiotica decisamente chiara, impostazione da Vita da strega, i vari stereotipi della commedia popolare, ovvero uomo comune che sposa la Gloria Guida di turno, con arrivo di molesti genitori coatti e piccoli siparietti di umana meschinità, i luoghi comuni sugli stranieri barbari e sui civilissimi, quanto altrettanto barbari, sudditi d'Inghilterra) per fortuna riesce a essere coerente con gli esiti ottenuti (la storia fa effettivamente ridere in alcuni passaggi: stupendo, per esempio, quello con la padrona di casa sulla moglie incontrata "per strada") e i disegni di Saudelli sono semplicemente meravigliosi e perfetti per il genere di storia raccontata.
Il fattore determinante e vincente in questo specifico caso è la coerenza: il tutto concorre ad ottenere un effetto ben preciso e questo per me è più che sufficiente per farmi piacere una storia. Non c'è nulla di peggio quando si vuole far ridere a tutti i costi senza riuscirci o si vuole fare gli "illuminatori di coscienze" risultando vuoti e retorici (e non dico a quale altro autore sto pensando, che tanto lo si capisce benissimo).
La storia è leggera, ma non si può imputare alla leggerezza il reato di non essere Arte alta, epica e tremebonda (col solito Dylan uggioso, piagnone e moralista da tre soldi, manco quattro). Ripeto, poteva esserci una maggiore brillantezza e cura, soprattutto nella stesura dei dialoghi, o in alcuni scarti narrativi che potevano risultare più immediati e incisivi, ma anche così le cose funzionano. Bisogna anche imparare a saper ridere delle barzellette da osteria, ogni tanto.
Alcune notazioni sparse: 1) Il surreale con la storia c'entra poco e nulla, implicando una componente di non-sense e di irriducibilità semantica in questo caso assenti. Semmai, come già detto da altri, si potrebbe parlare con appropriatezza di grottesco. 2) Effettivamente anche in questa circostanza Dylan risulta poco investigativo, secondo il trend del suo ultimo periodo editoriale, ma, in questo specifico caso, la condizione non è gratuita, ma imposta dal contesto dell'indagine: come faceva già notare qualcuno nei precedenti commenti, fino all'ultimo Dylan non sa se si tratti di immotivati sospetti da parte di Brett e non ha nulla di concreto (ovvero, soprannaturale) su cui indagare, se non la provenienza di Ilyana e dei suoi genitori. Dylan non è vittima di un'indagine che non è capace di condurre (come nell'ultima storia di Di Gregorio), piuttosto è vittima di un'indagine che non può essere in grado di condurre per gli stessi presupposti che vi sono alla base (assenza evidente per Dylan di prove o sospetti sulla veridicità del resoconto di Brett). Dunque assolvo Marzano per questa caratteristica che in altre circostanze trovo del tutto sgradevole e irritante. 3) Dylan che chiama alla 3.00 di notte, chiedendo se Brett continui a ricevere le notturne telefonate moleste dei genitori di Ilyana (quando è ben cosciente della loro presenza proprio a casa di Brett) è una brutta svista. Può essere in parte redenta dal contesto assolutamente pretestuoso della telefonata e dall'impaccio di Dylan nel trovarne una giustificazione plausibile, ma credo si potesse trovare comunque qualcosa di meglio. 4) A pag. 95, vignetta 2, torna la gelosia "mostro dagli occhi verdi" già presente nella storia breve di Gualdoni, La confessione, sull'ultimo Gigante. 5) Franco Saudelli si autoritrae (se ben vedo) nella terza vignetta di pag. 70. 6) I disegni di Saudelli sono meravigliosi. 7) La copertina di Stano è piucchepperfetta. 8) I disegni di Saudelli sono meravigliosi.
Ultima modifica di Savelic il mar dic 13, 2011 8:20 pm, modificato 1 volta in totale.
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