Cravenroad7

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# 286 - Programma di rieducazione
Insufficiente (1-4) 6%  6%  [ 6 ]
Mediocre (5) 8%  8%  [ 8 ]
Accettabile (6) 36%  36%  [ 35 ]
Buono (7-8) 43%  43%  [ 42 ]
Ottimo (9-10) 6%  6%  [ 6 ]
Voti totali : 97
Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: mer giu 30, 2010 1:39 pm 
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Iscritto il: gio giu 03, 2010 6:52 pm
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Letto ieri. Mi è piaciuto abbastanza, anche dopo 1/3 si era già  capito come sarebbe andato a finire...

Però davvero bei dialoghi e storia tutto sommato avvincente, se non nell'originalità  della trama almeno nel modo in cui è stata sviluppata, diciamo pure nelle contaminazioni scientifiche di questo giallo.
La cosa che proprio non mi è andata gi๠sono state alcune tavole di Dall'agnol. Nel complesso mi è piaciucchiato, ma alcune sono per me davvero inguardabili, tra cui un paio proprio all'inizio.

Comunque siamo sul 7,50 e poichè c'è l'opzione 7-8 non mi premo più di scegliere se è 7,5 + o 7,5 - 8)

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I miei cinque minuti di ricreazione: http://gruppoabeliano.wordpress.com

Sometimes you wake up,
Sometimes the fall kills you,
and sometimes, when you fall,
you fly


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: mer giu 30, 2010 2:25 pm 
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Iscritto il: gio mar 04, 2010 3:58 pm
Messaggi: 63
storia godibile


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: mer giu 30, 2010 4:35 pm 
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Iscritto il: mer giu 30, 2010 4:29 pm
Messaggi: 2
E' evidente come la storia si sia ispirata ad arancia meccanica, però si sviluppa bene ed è molto piacevole, anche se il finale è un pò scontato.
L'unica nota negativa, secondo me, sono i disegni. Uno stile che non mi è per niente piaciuto, in alcune scene mi sono anche confuso su chi fosse dylan dog.
In conclusione la storia raggiunge un bel 7, mentre i disegni per me non raggiungono la sufficienza.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: mer giu 30, 2010 5:16 pm 
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Iscritto il: lun dic 26, 2005 11:47 pm
Messaggi: 8059
Località: Torino
Anche io ho avuto difficoltà coi disegni, in parte troppo approssimativi in parte confusionari e troppo "pesanti" (la parte finale oniricofolleggiate è davvero terribile graficamente però mi sono piaciute le vignette notturne dei docks abbandonati..mentre per l'assenza della faccia di Dylan a pag. 20 credo si tratti di un errore di stampa: c'è proprio una specie di quadrato bianco al posto del viso), ancor meno "leggibili" quindi rispetto all'ultima volta.
Anche la storia mi ha deluso parecchio, proprio nulla di che.
Qualche dialogo azzeccato, qualche scenetta che tiene vivo l'interesse (le suore, l'ex poliziotto-pittore, la virago mangiauomini della quale Dylan si innamora - anche se "Riuscii a trattenermi dal buttarmi a terra per dirle che l'amavo" mi fa un pò ridere, giggi docet?) ma stringi stringi davvero davvero poco da salvare.
Mediocre 5 proprio perché non è terribile nè affetta da incongruenze astruse (e visti gli ultimi tempi è già  tanto).

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Umpf! Qualcuno mi ha trovato, finalmente... devono aver sentito la puzza... però, bei tempi quando puzzavo solo di whisky...


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: mer giu 30, 2010 6:59 pm 
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Iscritto il: ven ago 25, 2006 4:45 am
Messaggi: 2656
Località: vasto (ch)
compro ( e leggo ) in ritardo l'albo.
la storia non è male (anche se ha un finale prevedibile e che mi ha ricordato "la sfida"
ma, a costo di dire un eresia, io d'agnol non l'ho mai sopportato... sarಠio, ma faccio davvero fatica a seguire la storia e i personaggi se non posso neanche riconoscerli in faccia

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Un paradosso racchiuso in un ossimoro, schiacciato da una contraddizione
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Dr.AndreA & Mr.KhA`ronT scrive: *pure io so cretino e mene vanto :)=
Rossella scrive: *ma tu lo sei con stile


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: mer giu 30, 2010 8:45 pm 
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Iscritto il: ven mag 01, 2009 11:35 am
Messaggi: 73
Non ho gradito moltissimo i disegni,ma nel complesso sono stati discreti, anche se alcune tavole non si possono proprio guardare, arronzate e realizzare in maniera superficiale.
La trama mi ha ricordato molto il famoso libro di Wes Craven (noto regista di horror) ossia "Incubo" quindi non l'ho trovata originale ma gradevole e scorrevole. Finale un po troppo banale e simultaneo. Ho votato Buono xkè rispetto al precedente numero questo ha (con le sue pecche) piu punti positivi e l'ho gradito.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: mer giu 30, 2010 9:00 pm 
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Iscritto il: lun gen 11, 2010 11:19 pm
Messaggi: 4046
Località: Milano
KhA`ronT ha scritto:
io d'agnol non l'ho mai sopportato...


Si vede...si chiama Dall'Agnol!!!!

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Chi sa, fa, chi non sa, insegna, chi non sa insegnare, critica. E chi non sa neppure criticare, scrive recensioni sui forum.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: mer giu 30, 2010 10:04 pm 
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Iscritto il: lun dic 04, 2006 11:38 pm
Messaggi: 1815
Ipsa dixit (SPOILER FREE).

Paradigmatico di come un minimo di cura per il dettaglio e brillantezza possano assicurare un risultato dignitoso anche in presenza di un materiale di partenza modesto.

La cura Ludovic… ehm, il neuro-transfer si ritaglia in effetti uno spazio secondario e le sue nefaste implicazioni vengono esplorate soltanto nel finale, peraltro in maniera piuttosto sintetica e solo vagamente inquietante (non che sia una pessima chiosa, beninteso: pur non 'bruciante', è conforme a quanto precede e condensa una certa quota di eventi, forse anche troppo ma abbastanza da non risultare barboso; il tutto coronato da una sghignazzevole appendice di black humor). La vera e propria trama gialla è lineare e riposa su diverse coincidenze, oltreché su un protagonista che sopravanza di norma per capacità intuitive i corpi investigativi coinvolti nel caso. Ma da qualche punto bisognerà pur cominciare! Oltretutto, il gioco è condotto con una fluidità e una perizia – nei dialoghi e nei tempi narrativi - capaci di non far pesare oltremodo le eventuali tare a favore di una coesione d’insieme.

Il valore aggiunto sta proprio in questa scioltezza, che si riverbera con tutta evidenza nei personaggi, dai tre ‘pilastri’ della testata al ‘composito’ Dreyer a Eleonor, soprattutto: decisamente molto più della classica stronza glaciale. La propensione denardiana per la caratterizzazione per gli attori in scena – che può attingere anche livelli notevoli, come fa fede Il gran bastardo – si sposa insomma con un efficace utilizzo del lessico dylaniato – inteso lato sensu come sommatoria di stilemi della serie. Il che non è scontato perché, così come caratterizza bene, il Nostro svicola spesso dalle atmosfere e, appunto, dal lessico appropriati.

Dall’Agnol continua a prendermi moltissimo per l’espresività , l’arditezza delle soluzioni grafiche (qui in parte attenuata rispetto alla sua ultima prova), le inquadrature, la costruzione della scenografia, ora ricca ora studiatamente scabra, ma sempre precisa come un orologio svizzero. Qualcosa effettivamente va oltre la mia capacità di comprensione estetica, ma sono sinceramente impressionata.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: mer giu 30, 2010 11:51 pm 
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Iscritto il: ven feb 23, 2007 2:58 pm
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Ed ecco anche il parere dello Scricchiolo.
Come anche per l'ultimo lavoro regolare di Dell'Agnol, il tanto discusso "Tutti gli amori di Sally", anche in questo caso non si può prescindere dai pennelli e dalla resa grafica nella valutazione globale della storia. Troppo originale, particolare, ardito e coraggioso il tratto da non rivestire di una certa aura magica una vicenda che viaggia tutto sommato sulla sufficienza, senza grosse originalità  e senza -fortunatamente- deludenti picchi in ribasso.
Dall'Agnol in questa storia assomma certe peculiarità alla Stano a qualcuna alla Piccatto. In altre è un Dall'Agnol quasi vecchia maniera, col valore aggiunto della raggiunta, impeccabile resa espressiva dei personaggi.
Uno Stano più leggiadro e dinamico, e un Piccatto più preciso. Come dicevo altrove il paradosso di Dall'Agnol è che, pur essendo così originale, personale, artista nelle scelte alla fine riesce a ricreare la realt per quella che è realmente. Le sue vignette sono quasi foto, dove i personaggi si sposano alla perfezione con l'ambiente, dove le pose son naturali, dove poco importa se un viso è tratteggiato "male" in una scena ampia: tutto gli elementi si sposano alla perfezione tra loro, i corpi fanno cose e sono in posizioni che non lasciano perplessi. E da vicino, nei primi piani, bastano pochi tratti per rendere magnificamente i sentimenti dei personaggi...insomma, un grande!
E veniamo alla vignette che più mi hanno fatto pensare-impressionato-ammaliato per un motivo o per l'altro:
pagina sei, in basso a sinistra, volto di profilo di Eleonor: ma è Stano?
Pagina nove, ancora in basso a sinistra: Piccatto?
Pagina 27, quarta vignetta, magnificamente Dall'Agnol .
Da pagina 33: le scene in casa di Eleonor sono tra le migliori: ambienti curati, mai banali, e a pagina 36 ti chiede: ma che ha voluto fa qua??
Pagina 44, terza vignetta: caccia alle streghe!! Pagina 45, ultima vignetta, Stano-ultimo periodo; pagina 47 è molto Piccattiana.
Davvero molto interessante, anche da un punto di vista di scrittura, la scena della trasferta...uno dei momenti più azzeccati, un piccolo rallentamento che aggiunge sapore alla vicenda e la rende meno macchinetta-thriller. Le scene oniriche sono per me assai riuscite, macabre e spaventose, come nel caso delle visioni di Bless (da pagina 79).
Insomma...Dall'Agnol coi pennelli fa quello che vuole, amo questi cambi di stile, queste re-interpretazioni così personali, e alla fine sempre riuscite scenicamente.
Nel suo essere artista-quasi estremo per una testata ormai tradizionale come Dyd- è paradossalmente il più realistico di tutti.
Vabbè, la storia...carina. Ma la troia di Sally si prestava meglio all'interpretazione Dall'Agnolesca.
Questo mese abbiamo invece una storia più del tipo "mordi e fuggi", ma non per il disegno (s'era capito:D?) dove al contrario c'è da poco da fuggire; bisogna davvero guardare e rimirare. Con questo non dico che mi piaccia tutto incodizionatamente! Anzi! Alcune vignette da pagina 96 e la prima vignetta di pag. 98 sono a mio parere brutte forti. Ma vabbè, glielo perdoniamo. Si vede che a quel punto Piero si era un po' rotto i coglioni.
Globalmente, accettabile. Se con la mitica Sally accadeva il miracolo, qui il miracolo è mezzo. Dall'Agnol funziona, ovviamente, sempre bene, ma è la storia ad essere diversa. Dove la vicenda di Sally si prestava a interpretazioni e riflessioni anche non banali e dove passione-desiderio-metafore di amore e sentimenti la facevano da padrone consegnandoci un albo davvero diverso per scrittura e disegno, qui rientriamo in ranghi canonici. Tutto chiaro.
Troppo. E il disegno non può sovvertire il dato grezzo di un'indagine risolta senza troppi guizzi.

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Ultima modifica di GiovanePioniere il gio lug 01, 2010 12:12 am, modificato 4 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 12:00 am 
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Fedylaniata ha scritto:
Ipsa dixit (SPOILER FREE).

Paradigmatico di come un minimo di cura per il dettaglio e brillantezza possano assicurare un risultato dignitoso anche in presenza di un materiale di partenza modesto.

La cura Ludovic… ehm, il neuro-transfer si ritaglia in effetti uno spazio secondario e le sue nefaste implicazioni vengono esplorate soltanto nel finale, peraltro in maniera piuttosto sintetica e solo vagamente inquietante (non che sia una pessima chiosa, beninteso: pur non 'bruciante', è conforme a quanto precede e condensa una certa quota di eventi, forse anche troppo ma abbastanza da non risultare barboso; il tutto coronato da una sghignazzevole appendice di black humor). La vera e propria trama gialla è lineare e riposa su diverse coincidenze, oltreché su un protagonista che sopravanza di norma per capacità intuitive i corpi investigativi coinvolti nel caso. Ma da qualche punto bisognerà pur cominciare! Oltretutto, il gioco è condotto con una fluidità e una perizia – nei dialoghi e nei tempi narrativi - capaci di non far pesare oltremodo le eventuali tare a favore di una coesione d’insieme.

Il valore aggiunto sta proprio in questa scioltezza, che si riverbera con tutta evidenza nei personaggi, dai tre ‘pilastri’ della testata al ‘composito’ Dreyer a Eleonor, soprattutto: decisamente molto più della classica stronza glaciale. La propensione denardiana per la caratterizzazione per gli attori in scena – che può attingere anche livelli notevoli, come fa fede Il gran bastardo – si sposa insomma con un’efficace utilizzo del lessico dylaniato – inteso lato sensu come sommatoria di stilemi della serie. Il che non è scontato perché, così come caratterizza bene, il Nostro svicola spesso dalle atmosfere e, appunto, dal lessico appropriati.

Dall’Agnol continua a prendermi moltissimo per l’espresività , l’arditezza delle soluzioni grafiche (qui in parte attenuata rispetto alla sua ultima prova), le inquadrature, la costruzione della scenografia, ora ricca ora studiatamente scabra, ma sempre precisa come un orologio svizzero. Qualcosa effettivamente va oltre la mia capacità di comprensione estetica, ma sono sinceramente impressionata.


peccato...era quasi grammaticalmente perfetto..."un’efficace utilizzo" :roll:


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 12:30 am 
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Iscritto il: ven feb 23, 2007 2:58 pm
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La cosa incredibile è che rivedersi le vignette di Tutti gli amori di Sally dopo Programma di rieducazione ha lo stesso effetto di andarsi a vedere Goblin dopo Caccia alla streghe.
A quel punto, con lo sconvolgimento dell'ultimo Dall'Agnol ancora nel cuore ti sembra che il precedente sia quasi un albo "canonico", dal tratto più digeribile, e godibile. Provate a rivedervi Sally adesso, sembrerà "normale" e ci chiederemo "ma davvero abbiamo fatto tutto quel casino sui disegni e tutte quelle storie quando lo leggemmo??????"

WE LOVE DALL'AGNOL :*

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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 12:41 am 
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Iscritto il: lun dic 04, 2006 11:38 pm
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Mauro Marin ha scritto:
peccato...era quasi grammaticalmente perfetto..."un’efficace utilizzo" :roll:
Grazie della segnalazione!
Bisognerebbe sempre rileggere, soprattutto quando, mentre si scrive, si cambiano parole in corsa, e assieme a loro il genere. Ma io non sono patita delle riletture, ahimé.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 10:16 am 
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Iscritto il: mer apr 02, 2008 5:37 pm
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A dire la verità , leggendo questo numero mi è venuto il mal di testa.

Un po' perché ho trovato la vicenda (almeno nella prima parte) di una pesantezza insostenibile (ho detto pesantezza, non lentezza, sia chiaro), un po' perché ho fatto davvero fatica a distinguere i volti da tutto il resto.
Teste che cambiano di dimensioni, posizioni del corpo strane, volti che nel giro di un paio di pagine diventano irriconoscibili. Nella maggior parte delle situazioni mi sono ritrovato a strizzare gli occhi per distinguere bene quello che stava succedendo e in più di un'occasione mi sono sentito preso in giro.
Io forse sono un po' troppo tradizionale per quanto riguarda il disegno (ma neanche troppo, a dire la verità ), però non sopporto un fumetto in cui non riesco a capire che cacchio sta succedendo.
Il perché è semplice: lo stile narrativo e il disegno devono essere (almeno per me) funzionali alla vicenda.
E la prima funzione del disegno deve essere quella di rendere immediatamente chiara la scena. Poi si può osare, con il contagocce, ed esagerare alcuni elementi per dare un tono particolare al tutto e io, di solito, questo sono in grado di capirlo e di apprezzarlo, però non si deve mai scavalcare quella che è la funzione primaria del disegno.
Oh, sia chiaro, ne parlo da perfetto ignorante della materia. Sono soltanto delle mie considerazioni da lettore.
In questo caso lo stile di Dall'Agnol l'ho trovato molto masturbatorio, in quel senso sgradevolmente artistico che molte volte ho ritrovato anche in Stano. Artistico soltanto dal punto di vista delle margherite, dei sassolini e dei bacarozzi, ovviamente, visto che è pur sempre uno stile molto derivativo. E' quell'artistico che si oppone al "commerciale" del disegno più pulito e ordinato che invece molte volte è, se non disprezzato, almeno un po' snobbato da molti lettori e critici di fumetti.

Poi il mondo è brutto (anzi è orrendo) perché è vario e quindi per molti capiscioni pieno di autocompiacimento questa sarà  un ulteriore occasione per leccarsi i baffi e togliersi la polvere dalla manica della giacca, mentre suggono da questo fumetto il puro nettare dell'Arte (con la a maiuscola) e quindi per loro i disegni saranno bellissimi e si adatteranno perfettamente alla storia.

Per me invece che sono un paesanotto ignorante (e anche un po' misantropo), Dall'Agnol non ciaveva voglia di disegna'.

La storia invece l'ho trovata pesante per motivi che non riesco bene a focalizzare.
Vuoi forse per la mancanza di originalità  o forse perché avevo intuito il colpo di scena finale, insomma mi è sembrata un po' troppo banale e scoordinata, priva di una pista da seguire, dispersiva.
Un paio di episodi divertenti (ma neanche troppo a dire la verità ) hanno alleggerito un po' la lettura, rallentandone però il ritmo. Insomma, leggendola ho avuto davvero delle brutte sensazioni. Nonostante la sceneggiatura non sia affatto male, non sono riuscito a rimanere incollato alle pagine.
Tutti fanno quello che il lettore si aspetta, a partire da Dylan fino all'ultimo dei comprimari: Dylan si innamora, Groucho fa battute, Bloch brontola e prende antiemetici. L'unico personaggio vero è quella Eleanor un po' psicotica che, personalmente, ho trovato più insopportabile che affascinante.
La vera svolta arriva troppo tardi sulla scena e porta come cravatta il solito elefantiaco spiegone. Non ho capito bene la presenza dei commenti in prima persona di Dylan presenti nell'angolo in alto a sinistra delle vignette. Alcuni hanno detto che si è risolto in questo modo il problema dei pensieri di Dylan che spiegano quello che sta succedendo (e in effetti è vero), ma io vi dico: ma rendere il tutto chiaro in base a quello che succede, no? Bisogna sempre avere il grillo parlante che ce lo spiega?
E francamente non ci ho trovato nemmeno niente di quel "psicologico" che è stato inserito forzatamente dopo "thriller" nell'Horror Club iniziale. Come non ho trovato i disegni di Dall'Agnol adatti alla vicenda, visto che, tranne in un paio di occasioni puramente oniriche, la storia viaggia più sui binari della fantascienza che dell'horror. Per esempio, ambientazioni come quella del laboratorio avrebbero avuto maggior risalto se disegnate con uno stile più pulito.

In sostanza direi un 5 per soggetto e sceneggiatura e un "senza voto" per i disegni.
Io mi rendo conto che davanti a certe cose non posso far altro che fare un passo indietro e ammettere la mia ignoranza e la mia cecità.
E' come per "Pasto nudo" di Burroughs, per moltissimi è un capolavoro, per me è una zozzeria con rari momenti pregevoli.

Quindi ok, sono io che non capisco niente di disegno e Stano e Dall'Agnol sono due disegnatori eccellenti.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 10:47 am 
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A me personalmente piace anche il tratto "pulito" ed "ordinato", però la realtà è che tanti tratti puliti e ordinati non riescono ad essere così naturali come quelli di Dall'Agnol.
Questi luoghi comuni dell'artistoide contrapposto al genuino contadinotto sono sempre una mezza rottura di palle, quando non si sa come giustificare il rifiuto -legittimo- di qualcosa che non ci si sforza un minimo di capire meglio.
Tutto richiede uno sforzo conoscitivo, specie quando ti trovi davanti a lavori non dico migliori, ma diversi.
Ma è più semplice dire "ah, io sono un genuino, uno verace, uno che ama le cose chiare e nette, ste stronzate da genio intellettualoide sono solo masturbazioni".
Vi meritate proprio molta della gente che transita in certe produzioni fumettarie, a quella si tante volte non va proprio di disegnare, altro che a Dall'Agnol.

No pain, no gain si dice, ma il pain a chi piace più?

Ognuno ama quello che vuole, ognuno ha i suoi gusti, ognuno si sforza di capire ciò che vuole capire, è un dato di fatto. Ma mi urta molto sentire gli autodefinitisi contadinotti-veraci criticare con un'aria snob (insolita per la loro genuinità) i presunti "artistoidi", o quelli che hanno come "colpa" quella di aver lasciato un commento positivo su questo albo.

E comunque rimango della mia opinione; Dall'Agnol ti porta a compiere una specie di viaggio, se hai la pazienza di seguirlo, davvero se adesso uno si va a vedere il suo albo passato gli apparirà di una "sobrietà" impensata. E con il prossimo, forse, potremo guardarci indietro e considerare questo quasi "facile" e perfetto nella resa scenica.
Ma capirai, co sti culi di piombo, anche il solo riandare a cercarsi un albo sotterrato sotto una pila di vecchi numeri sembrerà uno sforzo immane e insostenibile.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 11:26 am 
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Mauro Marin ha scritto:
peccato...era quasi grammaticalmente perfetto..."un’efficace utilizzo" :roll:


Ottimo intervento, Greenday!

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Temo di essere frainteso. Forse ho raggiunto il mio obiettivo.
http://luogosegreto.myblog.it/


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