Color Fest n° 4ManichiniStoria esile esile, ma che non pretende chissà cosa se non quella di divertire, e in parte ci riesce. La forza della storia sicuramente sta nei personaggi, partendo da Dylan fino alla ragazza svedese e al capitano. L'idea di fondo è carina, ma sono più le scenette comiche che la fanno da padrone che la storia in sè. I disegni sono troppo disneyani per i miei gusti.
Una situazione pesanteLa migliore. Se vi chiedete ancora che i disegni non siano una componente importante ai fini della storia leggetevi
Mater Morbi o questa storia di Bartoli. L'autore è stato l'unico di questa pubblicazione secondo me ad essere più in tema con la dicitura Humor. Perché da una parte il fatto di ingrassare è sì, un'idea simpatica e divertente, ma riesce anche a infilarci in una storia del genere quella vena malinconica, tipico carattere della testata, il tutto riuscendo nell'intento, almeno per me, di divertire e di riflettere allo stesso tempo con ottimi risultati. In più, i disegni sono indicatissimi per una storia tragi-comica che poteva benissimo, comunque, essere disegnata anche con un tratto realistico, perdendo però la vena grottesca e surreale della situazione.
Morire dal ridereLa storia mi è piaciuta, anche se è poco innovativa. Il collage di battute e il rimando a determinate storie, volute o non, come il tassista che graficamente ricorda quello di
Dopo mezzanotte, la ragazze che fa i sondaggi ricorda quella di
Call center, Cagliostro, Jack lo squartatore e Babbo natale che cita
Armageddon,
L'apocalisse,
Incubo di una notte di mezza estate e
Il sonno della ragione tutte storie di DD di qualche anno fa, è un mix gradevole. Sicuramente in tema e migliore di quella di Faraci; diciamo accettabile. Il Dylan di Celoni inizialmente non riuscivo a riconoscerlo.
La lettera biancaE dopo le blatte, ora le sanguisughe, e come la prima volta anche questa volta Gualdoni non sbaglia. Forse l'unica storia che di humor ha davvero poco, ma che coinvolge ed emoziona, a tratti inquietante, evitando abilmente una retorica dietro la porta pronta a rompere quel poco di poesia che si era venuta a creare durante la narrazione. Mastantuono perfetto ed adattissimo per questa storia.
Sostanzianlmente un buon prodotto, nonostante il mio scetticismo iniziale. La copertina è divertente, una rivisitazione de
L'alba dei morti viventi; la talpa-zombie Enrico è davvero impagabile
. Mi aspettavo invece, in una pubblicazione del genere, una presenza di Groucho più importante, più decisiva, segno che il simpatico comprimario è davvero un personaggio ostico da gestire.
Voto 7