Cravenroad7

Riletto ieri. Robetta, ma gli riconosco una certa brillantezza nella gestione di Dylan e Groucho (per quel poco che si vede). Freghieri molto buono, quando ancora si sforzava di disegnare Dylan ispirandosi al modello originario (che credo fosse quello di Villa).

Una delle meno convincenti fra le prime 100

frankenstein!
ed ecco arrivare la versione pucciettosa puccettina di frankenstein firmata da freghieri e chiaverotti
lui, intendo il mostro, è antipatico, rompiballe, retorico da far schifo
TRASH a livelli medio alti già con la scena in cui viene avvicinato da un pappone di minorenni, fino all'apoteosi in cui riesce a far fuori mentalmente un astronauta a passeggio nello spazio... non manca una comparsata di saddam hussein, ma potrebbe essere anche stalin visto che è equiparato a hitler e mussolini nella categoria degli "sterminatori dell'umanità", e un finale "chiaverottiano" cretino come pochi altri
ci sono storie peggiori, qui almeno qualcosa di divertente c'è, come l'avvenente nipote della trelkovski e la scena sul big ben
copertina simpatica

voto 6-

... spero tu non sappia che fine abbia fatto .



ALOHA BEATA IGNORANZA

Valore soggettivo altissimo, fu il primo Dylan Dog che comprai con i miei soldini, 3500 lire erano tanti a 10 anni...
Ma la storia è il classico Dylan slasher, con un contro-contro finale brutto e ancora meno credibile della storia principale...
Uniche due note positive: Diana, che sarebbe potuta diventare un personaggio ricorrente se non fisso, e gli omicidi molto particolari
Voto 6+

Perché in quegli anni su Dylan abbondavano parole da paninaro milanese?
Sbarbina... Tolle... Bidone... etc etc
Che trashume

Forse una delle prove più fiacche del primo Chiaverotti, che nell'accostarsi alla poetica sclaviana del "mostro" come cartina di tornasole dell'ipocrisia e della violenza della gente "normale" si normalizza a sua volta, presentando vittime talmente antipatiche che (anche prima di scoprire la loro colpa originaria) non si prova alcuna pietà per loro, e regalando molte meno scene memorabili del solito (forse giusto l'astronauta che danza nello spazio e l'esplosione delle vene).
Decisamente meno brillante e vivace delle storie a cui ci aveva abituati fino a quel momento, forse anche per la scarsa presenza di Groucho, e con disegni non sempre inappuntabili (soprattutto Dylan, che mi pare oscillare tra David Sylvian e Gabriel Garko).

Diana è ovviamente un bel vedere, ma in questa sede non è che sia di chissà quale utilità -Dylan e Corinne avrebbero potuto rintracciare Frankie anche per caso, visto che come al solito le coincidenze abbondano-, e viene il sospetto che sia stata introdotta solo perché a questo giro Dylan rischiava di rimanere in bianco.

Il controfinale è di una stupidità lancinante, e probabilmente serve solo a mostrare un altro po' di epidermide (forse omaggiando il filone cinematografico delle women in prison), ma non è che il finale spieghi molto, da par suo: se non contraddice direttamente l'incipit, lascia comunque diversi dubbi -mi risulta (o quantomeno voglio augurarmi) che non sia necessario praticare un buco in testa a qualcuno per applicare un elettrodo, e non si capisce perché Corinne fugga e basta, senza neanche provare a rivolgersi alla creatura; e lei stessa deve ammettere alla fine che non sa spiegare per quale ragione abbia tenuto nascosta a Dylan la vera identità di Frankie.



"Bidone" è termine gergale, ma ha una lunga storia, e penso sia usato e capito in tutta Italia (in realtà non si sa neanche bene da dove venga, come espressione). Per il resto sì, "sbarbina" probabilmente l'avevo sentita giusto da Enzo Braschi a "Drive In" (non avendo ancora, ahimé, scoperto gli Skiantos...), mentre "mena le tolle" l'ho letta unicamente sulle pagine di Dylan Dog, e forse in un romanzo di Sclavi -sia lui che Chiaverotti sono settentrionali, immagino che la spiegazione sia questa. Poi, certo, il problema del gergo è che lo si usa per attualizzare i dialoghi, ma quasi sempre finisce per datare inesorabilmente una storia.

Altro tonfo sonoro.
Anche nel Frankenstein originario non sai se parteggiare per il mostro oppure per il protagonista.
Qui sei obbligato a parteggiare per il mostro animalista, no global e fricchettone. Storia semplicistica a livelli madornali.
Freghieri lo disegna pure come un pupazzone dagli occhi dolci.

4,5

Il mostro che in realtà è più buono degli umani sa di già visto, anche se ci sono gli ultimi 30 anni da non considerare. Li fa fuori per la loro cattiveria (e quindi anche lui è cattivo).
Sul finale concordo, colpo di scena apparentemente senza senso e spiegazione. Sembrerebbe messo lì giusto per stupire.
In ogni caso l'albo si lascia leggere, scorre via bene. Meravigliosa la nipote sensitiva.
Voto 6,5.

Beh Giovanni Freghieri ci sguazza nel disegnare le curve

Allora forse è per quello che gode di così tanta stima da parte degli utenti del forum

Buonasera,
questo è un album che fino a tre quarti mi ha tenuto avvinto, convinto che davvero si stesse parlando di una vicenda molto simile a quella del classico di Mary Shelley, ma il finale mi ha molto deluso, sia quando viene spiegata la vera natura del mostro sia, soprattutto, nel retro - finale, davvero pessimo; piacevole e inaspettata la vicenda dello spettro.
Nel complesso accettabile.
Baron Karza