Cravenroad7

Pensavo sinceramente di essermi spiegato nel precedente commento...mi sbagliavo...

Semplicemente nella storia di De Nardo si propongono enigmi e rebus che l'autore propone al lettore stesso...E questo è innegabile...addirittura il primo dei due albi termina con un indovinello da lasciar risolvere al lettore come spunto per il prossimo numero..

Qui no....al lettore non viene chiesto nulla...per il semplice fatto che noi non apparteniamo alla società della Londra di Dylan del 2002 quindi non possiamo conoscere luoghi e nomi delle vittime del delitto successivo che avrebbe completato la sciarada.

Che poi vorrei capire dove strabordano...ogni sciarada viene proposta e nominata giusto per 2 vignette ciascuna...tutto il resto mi sembra che si occupi palesemente di altro...vedi passato e personalità di Angelique oltre che della morbosità degli altri due comprimari..

Passo e chiudo

Non è la lunghezza, è il reggere una intera vicenda su questo tipo di soluzioni che mi spiazza.
Chiudo anche io.

ricordo che avevo intuito subito chi era l'assassino.
non è stata una brutta storia anche se concordo che la questione rebus ha un poco annoiato...certamente non la migliore della barbato e nemmeno il miglior serial killer apparso sulla serie.
mr fear del vituperato (non da me) chiaverotti da la paga a tutti.

Il fatto è che a volte si costruiscono talemente tanti enigmi e rebus per portarci alla risoluzione del caso, che ci si dimentica di rendere il serial killer o l'assassino dotato di spessore e credibilità.
Sherlock Holmes diceva che è nelle cose semplici che si celano i misteri più interessanti.

Compensato però da una magnifica caratterizzazione di Angelique. Comunque gli enigmi e i rebus sono solamente il modus operandi dell'assassino. Non c'è nessun "gioco" con il lettore.

Stai parlando di un'altra storia, o proprio di questa?
Per me in questa storia le sciarade sono giusto un pretesto, narrativamente occupano poco spazio e hanno un ruolo decisamente scarsino, anche se offrono una soluzione elegantissima per agganciare Dylan al caso. Si potevano eliminare le sciarade e metterci qualsiasi altra cosa che agganciasse un delitto all'altro, e avrebeb funzionato lo stesso. Nella doppia di De Nardo invece gli enigmi sono il cuore della storia, se levi quello, levi il poco sfizio che quella storia è in grado di dare al lettore.
Il bello di quest'albo sono proprio i personaggi: Angelique, Rascal e Peter sono caratterizzati alla perfezione, e Groucho Bloch e Dylan interagiscono con loro ottimamente e rispettando in pieno le rispettive caratterizzazioni sclaviani (da questo punto di vista è una delle migliori opere barbatiane). Sottolineo il rispetto con cui viene tratteggiato Bloch, e il modo in cui Groucho, oltre a fare lo sparabattute finisce per essere perfettamente integrato nella trama, dando per esempio modo a Giltslack di mostrare le sue doti di camaleonte. E nonostante i personaggi sono così pochi (quelli fondamentali sono 3, più il padre di Angelique che però è già morto), la trama è tanto avvincente, e i personaggi così caratterizzati, che riesce difficile inuire la soluzione del giallo nel modo semplice con cui lo si intuisce nel 90% dei gialli dylaniati recenti (sono in due, uno è ovvio, sarà l'altro)

p.s: non ho capito che c'è di strano nel mancato suicidio di Angelique, mi sembra una cosa decisamente plausibile, e fra l'altro già successa in altri episodi della serie.

Mah forse lo ricordo male, ma son certa che la lettura mi era apparsa lenta e pesante.
Il sucidio...? Mah, se una resta appesa ad una corda, la probabilità che non si spezzi l'osso del collo sono bassissime. Non implausibili, ma bassissime.
Detto ciò, forse son stati anche i disegni di Piccato, che ormai è diventato spigoloso e grezzo, a non farmelo piacere, non so..

Era successo pari pari ne la bellezza del demonio e nel segreto di mordecai, certo, alla fine si scopre che c'era il trucco dietro, ma non viene mai giudicata una cosa così impossibile. In ogni caso, per la legge dei grandi numeri, prima o poi anche le cose improbabili succedono, soprattutto nei fumetti, ma anche nella realtà è successo più volte.
Poi se ti devi attaccare a ogni cosa per demolire una storia che non ti piace, fai pure...

Affatto. Facevo presente una cosa che non mi andava. Detto ciò, eviterò altri commenti a questa e ad altre storie. Mi limiterò ad esprimere la mia valutazione.

non sono un patito dei gialli anzi tuttaltro, sir alfred è uno dei miei preferiti perchè E' SIR ALFRED, Sciarada è uno dei top di Barbato a mio modo di vedere per il medesimo meccanismo, c'è l'intensità dei meglio tempi.. settimana enigmistica dilatata sarebbe se ci fosse solo quella anche al massimo livello di intricatura (non è il caso di un giallo in cui il colpevole.. è la guardia eh eh)

c'è di più!

Cmq, converrai, che rispetto a Sir Alfred, qui manca del tutto la suspence. O no ?

la suspanse intorno gli enigmi? ma quelli sono il pretesto come è stato detto, il bello è la sintesi (sì lei è un pò prolissa..) e anche il carisma fisico che B. e compagnia strazzeccavano in quella magnifica transizione..

Diciamo che il difetto maggiore è il fatto che siano "un po' molto" forzati tutti quegli ingarbugliamenti barbatiani... si vede che è una storia scritta a tavolino, nella realtà le cose complicate non combaciano mai così bene come in questo albo.

Un giallo fantastico...... adoro questa storia..... e poi Piccatto mi piace molto come disegnatore.... con quel tratto un pò legnoso e viscerale XD

Commenti sempre più brevi i miei, ma il tempo non è mai stato tiranno come in questo periodo. Storia che testimonia la definitiva maturità di Paola Barbato come scrittrice di fumetti. La sceneggiatura è infatti inappuntabile e misurata con la dovuta maestria e il maxispiegone finale è finalmente ridotto nei giusti margini della spiegazione finale. Piccatto rivedibile, primi piani di Angelique a parte.
L'unica obiezione che posso muovere non è rivolta all'albo ma alla redazione che nel giro di pochissimo tempo fece pubblicare 3 storie con una soluzione finale molto simile, ovvero il poliziotto sconvolto dal suo lavoro che..: "La terza faccia della medaglia", "La voce del Diavolo" e appunto "Sciarada".