Cita:
Il vero problema è che la storia è tutto un nostalgico revival fine a se stesso e che non presenta nulla di davvero fondamentale. Metafisica, sogni, universi paralleli come pretesto per riunire i personaggi di quei quattro episodi fondamentali scritti da Sclavi.
Pasquale Ruju realizza realizza una storia abbastanza controversa che non si tratta infatti né di un nuovo tassello dei trascorsi di Dylan, né di un episodio che evolve l’epopea nella continuity attuale. Ci troviamo di fronte, più che altro, ad un tributo alla narrativa di Sclavi. E' evidente che Sclavi può chiaramente permettersi di gestire il personaggio come meglio crede, gli altri sceneggiatori sono sempre limitati, tranne qualche sporadica eccezione, a storie di maniera che hanno portato al ristagno qualitativo della serie. Ruju ricorre a quella narrativa surreale ed onirica che ha caratterizzato le più celebri storie di Sclavi ma risulta solo una pallida imitazione dell’originale, una sgradevole sensazione che emerge inevitabilmente durante la lettura di questo albo.
a) La parte ambientata nel ’600 continua a risultare stiracchiata.
b) Il padre di Dylan, nella sua identità benevola è poco interessante.
c) La Morgana del presente, un po’ svampita e confusa è molto più adorabile della sua incarnazione seicentesca, romantica e stucchevole.
d) I retroscena familiari qui svelati sembrano scene tagliate da un film per la loro inutilità e ripresentate poi nei contenuti speciali dell’edizione home-video.
e) L’omaggio a L’alba dei morti viventi è rappresentato dal ritorno in scena di Sybil prima storica cliente di Dylan che qui non ha un vero ruolo e, del resto, rimaneva abbastanza inerte anche in quel primo albo nel quale accompagnava il protagonista nella sua avventura ma non faceva nulla di fondamentale se non fuggire ed urlare di fronte agli zombi. Non certo un’eroina femminile rimasta nel cuore dei lettori come la prostituta Bree Daniels, l’amore giovanile Marina Kimball, o le sopracitate Kim e Lillie.
C’è spazio anche per il Signor Nessuno, per la Morte e la Vita e per il gatto Cagliostro ma sono tutte apparizioni prive di un vero collegamento e sono lì solo per la pura commemorazione.
Una commemorazione legittima, intendiamoci, ma fine a se stessa. Può suscitare comunque un senso di nostalgia che potrà forse risultare suggestivo per i fans di vecchia data.
Concordo pienamente con le tue idee.
Scusate se ho ripubblicato tutto il suo scritto.
Cita:
Qualche argomentazione a sostegno di un giudizio così spietato? Poi potrà averti fatto schifo il soggetto/sceneggiatura ma buttare un albo con quelle tavole di Stano sarebbe un delitto da codice penale.
No, non mi ha fatto schifo .. anzi forse peggio... mi sono annoiato.... io mi immedesimo nel libro/fumetto/film/canzone e mi isolo dal mondo per gustare a pieno la storia, leggendo il num 300 invece non vedevo l'ora di concluderlo non mi ha dato nulla.
p.s. ovviamente ha fatto la fine di tutti gli altri miei fumetti.. imbustato e messo nello scaffale.