<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Uomo in Bombetta</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by bertuccia2004</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Uomo in Bombetta</i>
<br />Evidentemente avete problemi ad identificarvi con i personaggi e le loro ossessioni. Questo però non è un problema dell'albo in questione.
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il problema della mancata identificazione non è nel lettore, a meno che non sia un lettore che transita di li per caso e di solito legge Liala e gli Harmony in genere.
chi legge dylan dog si aspetta ultraterreno, soprannaturale, ma sta allo sceneggiatore fare in modo che tutto funzioni sul piano narrativo
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Io mi sono identificato nella sua ossessione per il museo. Può sembrare banale voler ambire ad essere il direttore di un piccolo museo di provincia, ma se per l'individuo in questione è un passo importante, lì scatta la sua pazzia/ossessione e il piano corredato da omicidi.
Alla fine sembra che io ne stia parlando come di un capolavoro, ma non è così. Dico solo che non è una delle peggiori storie che ho mai letto.
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ho capito, ma se sommi un'ossessione spropositata rispetto al traguardo reale, manciate di soprannaturale tirato a casaccio, alcune incongruenze nella trama, la soluzione "del caso" perchè dylan inciampa in un oggettino, con un neon sopra con la scritta lampeggiante "INDIZIO", vien fuori un paciugone difficile da digerire.
con tutto ciò, mi è piaciuta abbastanza