Cravenroad7

per me una storia che poteva promettere davvero molto, il faro, la solitudine, il guardiano, un classico per tutti gli spiriti che si suggestionano di fronte alle immensità e al suono del mare, lontano dalla civiltà e dalle passioni umane.
Purtroppo un soggetto che mal sfrutta, a mio parere, questo interessante argomento. Mediocre.

La scrittura di Enna e' brillante,anche se a tratti un po' verbosa.La storia si gioca le sue carte migliori sulle atmosfere,sulle suggestioni e i tormenti del protagonista.Un Dylan Dog intimista,sofferente.Forse meglio nella prima parte che nella seconda.Lo svolgersi degli eventi avrebbe potuto portare a qualcosa di maggiore sostanza,ma anche cosi' sarebbe difficile affermare che "Il guardiano del faro" non e' un albo in grado di catturare l'attenzione e la riflessione del lettore.

La scrittura di Enna invece secondo me e' tutt'altro che brillante.

E' fatta di gran mestiere e attenzione nei particolari.

Ma manca totalmente di verve. Non mi e' mai capitato di aver letto un albo cosi' tanto noioso senza riuscire sostanzialmente a trovare un elemento errato o forzato nella sceneggiatura.

Questo avviene perche' c'e' tanto mestiere/tecnica e poca brillantezza.

Parlo da appassionato, non da sceneggiatore.

il guardiano del faro
mi piaceva parecchio, addirittura l'avevo inserita nella mia delirante top100... ma non scherziamo... ridimensiono un pò il mio giudizio entusiastico... non succede quasi nulla... sullo stesso tema consiglio caldamente I NAUFRAGATORI (zagor 442/443) una storia che ricorda i tempi migliori di dylan dog, ispirata a film come "non aprite quella porta"
"il guardiano del faro" è comunque un piccolo saggio della bravura di enna, c'è un abisso tra questa storia e le altre del periodo, con un freghieri in netta ripresa
alla fine il dylan barbuto che si improvvisa guardiano del faro è parente stretto di dellamorte... un'atmosfera alla joe montero con tanto di metronomo ticchettante (ne "lo specchio dell'anima" era un diapason), che abbinata alle note nostalgiche del ben più noto guardiano del faro fa un effetto ancora più straniante
il tratto distintivo di enna è un linguaggio letterario e virtuale, che può dar fastidio, groucho viene trascurato... però è un coraggioso tentativo di ritornare alle profondità del passato... e mi piace la scena dell'interrogatorio nel manicomio, slegata dal resto...
copertina semplice

voto 8

Storia splendida... quando uscì, gridai alla rinascita di Dylan Dog!