In realtà, proprio il controfinale Chiaverofilo (
) è una delle - poche - cose salvabili di questa storia.
Proprio per la capacità auto-ironica di resettare la serie di spiegazionismi (
neanche tanto, come ho detto sopra) logici esibiti in precedenza, ed aprire così il varco a decine di "incubi" possibili quanto non-spiegabili.
Bilotta, come molti traghettatori pro-
Derrick, Nick Raider, o
Dylan Julio, fa male a serbare questa spruzzata di "incubo"
soltanto per il finale ad effetto, accomodandosi nell'insipido giallismo durante il resto delle pagine.
Così può sembrare un contentino.
Ma ogni tanto è bene accontentarsi della caramellina, quando il veleno è divertente.
Succiamo ?
[...]
DLIN DLON:
Angolo del perditempismo
o illuminazione improvvisa dal reparto memoria a brandelli .
Mi ronzava nella testa da quando ho letto albo, ma non riuscivo a ricordare dove avessi già letto quella cosa spersonalizzante
dell'attore dimentico di se stesso sfarfrugliata da Robinson in uno dei suoi monologhi aziendali per la causa (persa). (p. 61.v - 62.i)
Sembra che Bilotta abbia preso la cosa pari pari (o per eco derivativo) da un pezzo detto "
De vita humana ", nelle
Discoveries (1640) di
Ben Jonson, miglior amico-nemico-rivale di Shakespeare.
Quote:
I have considered our whole life is like a play: wherein every man, forgetful of himself, is in travail with the expression of another.
Nay, we so insist in imitating others as we cannot, when it is necessary, return to ourselves.Ho riflettuto su come la nostra vita intera sia come un dramma teatrale, in cui ognuno, dimentico di se stesso, si dia pena ad imitare le espressioni/movenze altrui.
Ebbene, noi insistiamo a tal punto nell'imitare gli altri da non essere in grado, quando è necessario, di tornare in noi stessi.
ALOHA TO THE CLAQUE