Cravenroad7

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#216 Il Grimorio Maledetto
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MessaggioInviato: mer set 08, 2004 10:00 am 
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Iscritto il: gio ott 02, 2003 1:48 pm
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<BLOCKQUOTE id=quote><font size=1 face="Verdana, Arial, Helvetica" id=quote>quote:<hr height=1 noshade id=quote>
Sono d'accordo ank'io,ma nn devono far uscire le serie "tanto per provare",ke sia una cosa ponderata e ke nn ci sommergano di uscite come fanno sempre
<hr height=1 noshade id=quote></BLOCKQUOTE id=quote></font id=quote><font face="Verdana, Arial, Helvetica" size=2 id=quote>

Ma secondo te dei professionisti che fanno fumetti da generazioni fanno le serie "tanto per provare"???????????????????
Adesso... senza cattiveria, ma sul serio pensate di saperne più di loro sui fumetti, sul mercato dei fumetti, e su tutto quello che ci gira attorno?
Pure io penso che dylan dovrebbe fare così, JS colà, ecc... ma da qua a dire che fanno le cose per provare e che stanno sbagliando tutto, ne passa ....
mah...


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MessaggioInviato: mer set 08, 2004 10:41 am 
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a volte mi sembra di saperne veramente piu' di loro a volte no.
Ad esempio dei fumetti come Legs, JS e Gregory Hunter sapevo benissimo che sarebbero durati non molto.
Al contrario non mi sarei mai aspettato che un fumetto come Dampyr basato quasi solo sui vampiri venisse cosi' bene.
Per me un fumetto all'interno della serie Bonelli per sfondare deve prendere un ramo della letteratura ancora inesplorato ed esplorarlo.
Come lo è stato Dylan Dog per l'horror e Nathan Never per la fantascienza.
Ora si sta procedendo con sottoinsiemi , Dampyr (Horror->vampiri) , Magico Vento (Western->horror) , Brendon (fantascienza->post atomica).
Quindi credo che ad esempio chi compra Dylan Dog sarà attratto da Dampyr , ma non lo supererà mai nelle vendite. Chi compra Tex sarà attratto da Magico Vento , chi compra Nathan Never da Brendon , ma possono essere considerate delle sottoserie non delle serie nuove originali in toto.


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MessaggioInviato: mer set 08, 2004 12:42 pm 
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Iscritto il: mar lug 08, 2003 2:09 am
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a volte mi sembra di saperne veramente piu' di loro a volte no.
Ad esempio dei fumetti come Legs, JS e Gregory Hunter sapevo benissimo che sarebbero durati non molto.
Al contrario non mi sarei mai aspettato che un fumetto come Dampyr basato quasi solo sui vampiri venisse cosi' bene.
Per me un fumetto all'interno della serie Bonelli per sfondare deve prendere un ramo della letteratura ancora inesplorato ed esplorarlo.
Come lo è stato Dylan Dog per l'horror e Nathan Never per la fantascienza.
Ora si sta procedendo con sottoinsiemi , Dampyr (Horror->vampiri) , Magico Vento (Western->horror) , Brendon (fantascienza->post atomica).
Quindi credo che ad esempio chi compra Dylan Dog sarà attratto da Dampyr , ma non lo supererà mai nelle vendite. Chi compra Tex sarà attratto da Magico Vento , chi compra Nathan Never da Brendon , ma possono essere considerate delle sottoserie non delle serie nuove originali in toto.
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Quoto... sono le stesse sensazioni che ho sempre avuto io

"Wendy, tesoro, luce della mia vita! Non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto, quella testa te la spacco in due. Quella tua testolina te la faccio a pezzi!" (Jack "Torrence" Nicholson, Shining)


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MessaggioInviato: mer set 08, 2004 12:55 pm 
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Iscritto il: mer ago 04, 2004 8:49 pm
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Ma secondo te dei professionisti che fanno fumetti da generazioni fanno le serie "tanto per provare"???????????????????
Adesso... senza cattiveria, ma sul serio pensate di saperne più di loro sui fumetti, sul mercato dei fumetti, e su tutto quello che ci gira attorno?
Pure io penso che dylan dovrebbe fare così, JS colà, ecc... ma da qua a dire che fanno le cose per provare e che stanno sbagliando tutto, ne passa ....
mah...

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Io non ho mai detto di saperne più di loro sui fumetti e sul mercato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Io ho espresso un mio parere da lettore,e in quanto lettore,ho tutto il diritto di esprimere una mia opinione,anke se magari è severa,o al contrari,è lodevole nei confronti della bonelli.
L'impressione ke DANNO A ME è ke inventano personaggi a ruota,ci sono decine e decine di uscite,e alcune pare ke vengano messi sul mercato "tanto per provare".
Prima lo avevo messo tra virgolette(e lo metto tuttora!!),per spiegare in parole povere,ke forse A MIO AVVISO nn avevano fatto tutti i conti a regola d'arte.
Saranno dei geni,dei mostri di finanza,degli onniscienti del fumetto e della letteratura mondiale o degli incompresi,ma se fanno una serie e dopo poco è costretta a kiudere,hanno fatto FIASCO!
Se a prescindere voi prendete ogni critica come un attacco feroce alla bonelli,nn si potrà mai parlare liberamente delle proprie opinioni,e francamente è inutile parlare allora


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MessaggioInviato: mer set 08, 2004 1:24 pm 
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Iscritto il: sab giu 12, 2004 6:09 pm
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Per me un fumetto all'interno della serie Bonelli per sfondare deve prendere un ramo della letteratura ancora inesplorato ed esplorarlo.
Come lo è stato Dylan Dog per l'horror e Nathan Never per la fantascienza.



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allora c'è da sperare per le due nuove serie,quella di ruju e quella di faraci---spero più in quella di ruju

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Cinturone e chiave inglese:arrivano i no stri!


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MessaggioInviato: mer set 08, 2004 9:12 pm 
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Iscritto il: mer set 01, 2004 5:59 pm
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Sono arrivato a pagina 20, per ora mi sembra un remake del "la nona porta"... Cè un escalation di mistero, classica... Vediamo come prosegue...

"Sono solo 7 le meraviglie del mondo?"


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MessaggioInviato: mer set 08, 2004 10:35 pm 
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Galvez,
non sono molto d'accordo, per il semplice fatto che lo sperimentalismo ha portato ad una forma di esasperazione più che di ricerca ( per questo ho parlato di saturazione ).
I pilastri sono stati un po' abbandonati a sé stessi. E lo rilevano molti lettori i cui gusti sono condizionati, anzi, si diramano proprio da quelle testate che la Bonelli dovrebbe riassestare.
DD ha bisogno di questo, altrimenti dovremmo concludere che questo personaggio ha esaurito la sua carica intima e lasciarlo, appunto, al suo destino.
Il fatalismo lo posso accettare con un nuovo esperimento, ma non certo per una testata che vende abbastanza e che può essere indagata e studiata nelle sue componenti per risollevarla. Anche qui c'è una percentuale di rischio, ma mai come quella del lancio radicale di una nuova serie che richiede ingenti investimenti.
L'investimento va fatto innanzitutto sui pilastri che scricchiolano. E poi in base agli effetti, si cerca di potenziare anche le serie preesistenti di "secondo piano". Questo servirebbe quanto meno a ristabilizzare il mercato.
Il fatalismo entra in gioco quando si cerca di produrre nuove testate, e ancora , e ancora, senza mai fare il punto della situazione. Uno sperimentalismo del genere porterebbe in auge nuovi autori, nuove speranze, ma allo stato attuale renderebbe più anonimi DD e Tex. Questo è il succo di quanto penso e credo.
Io tenterei di rinsaladare le fondamenta. DD deve essere di Qualcuno.
Brendon è di Chiaverotti; MV è di Manfredi; Nathan Never di MEDDA SERRA E VIGNA; GIULIA di Berardi. E Dylan?
Ecco, la domanda, alla quale io saprei "quasi" rispondere, ma che Bonelli sembra non volersi porre. E se da Tex esce di scena Nizzi, di chi sarà Tex? Tex sarà di Tex?
Dylan sarà di Dylan?
è importante che un autore ridia lo stile al personaggio, che gli conferisca i suoi tratti. Altrimenti diamo per scontato che questo prodotto va alla grande e investiamo altrove senza preoccupazioni.



Edited by - triss on 09/08/2004 22:36:54


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MessaggioInviato: mer set 08, 2004 11:48 pm 
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Triss, non è che i "pilastri", come dici, siano abbandonati a sè stessi, è che parecchie serie lo sono. Mister No sta chiudendo per questo (e a me piange il cuore). Per il fatalismo di Bonelli: una serie non va? Vuol dire che ha fatto il suo tempo. Una serie ha successo? Alleluja. Inoltre, finchè una serie non ha il riscontro dell'edicola non puoi sapere sapere se è "secondaria" o meno. Deve partire per scoprire se si tratta del nuovo Dylan Dog. Julia, Brendon e Dampyr, pur senza sfondare alla grandissima, si sono dimostrate solide, ad esempio.

V.


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MessaggioInviato: gio set 09, 2004 12:29 am 
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Certo, naturalmente. Ma il nuovo dylan dog non uscirà. E questa mi sembra una previsione più che probabile.
Il tempo decide anche l'andazzo di certe scelte, e il fumetto non è più il mezzo culturale che sfondò diversi anni fa.
Quindi prendere atto di questo, potrebbe significare anche riorganizzare i propri conti, per dare un taglio stilistico più accentuato alle colonne e, magari, di riflesso ne beneficerebbero anche quelle preesistenti.
Quando nascono nuove serie, di solito, qualche autore "emigra" da quelle portanti. Per es. Chiaverotti. E questo non è che ha dato lustro a Dylan, ma solo a Brendon. Ecco che intendevo.
Alla fine non è mancato solo Sclavi, ma anche la sua "spalla" di maggiore impatto.
Se si creasse un'altra serie e la Barbato venisse spostata?
Il Dylan di Ruju o di De Nardo sarebbe di buona continuità?
Secondo me, ci vuole un secondo autore di carisma per dylan, da affiancare alla Barbato ( io ci vedrei Chiaverotti, ma, appunto, è inguaiato con Brendon ). Manfredi per es. sta bene là dove è stato messo. Brendon è un fumetto geniale. Per questo io dico che il lancio della testata, se all'inizio poteva essere una sorpresa, poi alla lunga ha posto il lettore di fronte a delle scelte ( vale anche per Dampyr): li seguo tutti e due (DD e Br.), ma no, mi piace più Brendon. E il lettore di Dylan ha comprato porbabilmente anche Dampyr, e magari ha fatto le sue scelte. E fin qui tutto bene.
Ma il problema è che molte di queste scelte sono dettate dal fatto che la testata-chiave ha perso i suoi autori e i suoi lettori.
Ci vuole -come ripeto- un secondo autore di carisma in DD. Questo vorrebbe dire riassestare la serie.
Gli investimenti potrebbero essere promossi senza "squilibrare" le altre con la "detrazione" di autori validi per introdurre soltanto "mestieranti" per tirare avanti. Il lettore in questo modo fa delle scelte dettate anche dal depistaggio cui le scelte editoriali lo costringono. Ulteriori invenzioni di personaggi, A D E S S O, non sono consigliabili. Anzi.
Ciò non vuol dire che non bisogna lavorare per una nuova serie e una innovazione, ma , a mio giudizio, non è il "momento" opportuno questo. Sarebbe più indicato in un futuro di qualche anno o più ( forse 2 ). Far maturare i tempi, per scoprire di cosa ha bisogno il lettore contemporaneo. C'è un tempo per riflettere, che sarebbe oggi, e un tempo per gettarsi che potrebbe essere domani. Ma nell'editoria, oggi e domani, sono distanziati da anni.
Quindi per questo io vedo nell'oggi riflessione e riassestamento, e domani scelta di trovare nuove proposte.
Il tempo suggerisce gli spostamenti culturali e magari anche delle buone idee sulle quali vale la pena "provare", introdurre.
Anche a me dispiace la chiusura di Mister No. Ma, secondo ne, questo fumetto è stato molto importante all'epoca. Oggi le tendenze sono cambiate e risulta inadeguata, esaurita la sua carica. A me piace tutt'oggi, ma purtroppo le tendenze sociali parlano chiaro.
Mister No secondo me non chiude perché trascurato, ma perché non ha più nulla da dire ai lettori ( mi escludo da questi ma ciò non cambia la sostanza dei fatti). è storia.
LA vecchiaia di una testata dipende anche dallo spostamento generazionale. Gregory Hunter per es. non ha avuto neppure il tempo di sperimentarsi, perché i lettori sono un po' stufi. Tropppe proposte. Gea se la passa maluccio. Comincio a non vederne copie in giro. E Jonathan Steele è stato ceduto a terzi senza avere avuto il tempo.
La loro qualità non era in dubbio. Era il tempo sbagliato! La saturazione. Non possiamo pretendere che gli italiani concentrino tutti i loro interessi sul fumetto. Se questo avviene, è solo grazie al tempo e alle generazioni future.
Oggi, io mi sento un po' stufo di vedere nuove proposte, altri personaggi ecc. Anche il più creativo dei creativi mi va ad annoiare. E credo che anche altri lettori "annoiati" abbiano decretato la fine dei precedenti.
I fattori delle chiusure sono diversi: noia, tendenze sociali e gusti diversi, troppe proposte così come poche proposte, creatività sfrenata così come poca creatività, tempi non maturi per la ripresa del fumetto, crisi del fumetto in generale come mezzo culturale...
Beh, mi pare di aver spiegato ampiamente il mio punto di vista.


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MessaggioInviato: gio set 09, 2004 8:21 am 
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Certo, naturalmente. Ma il nuovo dylan dog non uscirà.
E questa mi sembra una previsione più che probabile.
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Ha le stesse probabilità di venir fuori del precedente ;-)

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Il tempo decide anche l'andazzo di certe scelte, e il fumetto non è più il mezzo culturale che sfondò diversi anni fa.<hr height=1 noshade id=quote></BLOCKQUOTE id=quote></font id=quote><font face="Verdana, Arial, Helvetica" size=2 id=quote>

Sì, questa era la situazione <b>prima</b> che uscisse DD :-)

Il fumetto è ancora oggi un medium incredibilmente flessibile, se si decide di sfruttarne a fondo il potenziale. Sta vivendo un'autentica esplosione seminale verso il cinema, e in Giappone - nell'ipertecnologico Giappone - le tirature continuano ad essere elevatissime.

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Quindi prendere atto di questo, potrebbe significare anche riorganizzare i propri conti, per dare un taglio stilistico più accentuato alle colonne e, magari, di riflesso ne beneficerebbero anche quelle preesistenti.<hr height=1 noshade id=quote></BLOCKQUOTE id=quote></font id=quote><font face="Verdana, Arial, Helvetica" size=2 id=quote>

Che intendi per taglio stilistico più accentuato?

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Quando nascono nuove serie, di solito, qualche autore "emigra" da quelle portanti. Per es. Chiaverotti. E questo non è che ha dato lustro a Dylan, ma solo a Brendon. Ecco che intendevo.<hr height=1 noshade id=quote></BLOCKQUOTE id=quote></font id=quote><font face="Verdana, Arial, Helvetica" size=2 id=quote>

Nello specifico, è la cosa migliore mai accaduta a DD :-)))

A parte le battute (che lo sono fino a un certo punto: come lettore di Dylan Dog sono immensamente felice dell'esistenza di Brendon), ho capito quello che intendi, ma torno a insistere: se quello che in sè è un fatto positivo si ritrova ad essere negativo, questo è un errore della casa editrice, che dovrebbe decidersi a dare maggiore visibilità al suo ampio ventaglio di offerte. Ben sfruttati, il gran numero di autori e disegnatori, la diversità potenziale delle serie e il bagaglio di professionalità di chi lavora in Bonelli, sono una ricchezza, non una limitazione. Lo diventano se si decide di rinchiudersi in se stessi.

(...)

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Ciò non vuol dire che non bisogna lavorare per una nuova serie e una innovazione, ma , a mio giudizio, non è il "momento" opportuno questo. <hr height=1 noshade id=quote></BLOCKQUOTE id=quote></font id=quote><font face="Verdana, Arial, Helvetica" size=2 id=quote>

L'unica cosa positiva che vedo in questo periodo in Bonelli è proprio questa residua anche se disordinata volontà di provare.

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Sarebbe più indicato in un futuro di qualche anno o più ( forse 2 ). Far maturare i tempi, per scoprire di cosa ha bisogno il lettore contemporaneo.
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E come? Tutto quello (di buono) che ha fatto la SBE in passato è arrivata dalla voglia di un autore - appoggiata dal suo editore :-) - di scrivere, di fare: di proporsi al pubblico. Quando questo ha incontrato, anticipato o addirittura "creato" il gusto del pubblico (mai inseguirlo!), è arrivato il successo. Tex, il più grande successo della casa editrice ha impiegato anni ed anni per divenire tale; all'inizio Miki, Blek, il Piccolo Sceriffo vendevano molto, molto più di Tex. Quando Tex nacque, era considerato dagli autori una serie di scarto, in casa editrice si puntava su Occhio Cupo (scomparso rapidamente) e Aurelio Galleppini disegnava Tex in fretta e nei ritagli di tempo lasciatigli dalla realizzazione di Occhio Cupo.

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Anche a me dispiace la chiusura di Mister No. Ma, secondo ne, questo fumetto è stato molto importante all'epoca. Oggi le tendenze sono cambiate e risulta inadeguata, esaurita la sua carica. A me piace tutt'oggi, ma purtroppo le tendenze sociali parlano chiaro.
Mister No secondo me non chiude perché trascurato, ma perché non ha più nulla da dire ai lettori ( mi escludo da questi ma ciò non cambia la sostanza dei fatti). è storia.<hr height=1 noshade id=quote></BLOCKQUOTE id=quote></font id=quote><font face="Verdana, Arial, Helvetica" size=2 id=quote>

Ne sei sicuro? :-). Mister No è un antieroe che ha scelto di abbandonare la "civiltà" e andare a vivere in un paese del cosiddetto Terzo Mondo, in modo libero e iconoclasta, in una ribellione gioiosa e costruttivamente anarchica all'autorità: Mister No è un movimentista, un new global ante litteram. Mister No è, di gran lunga, il personaggio più <b>attuale</b> della casa editrice: è cronaca quotidiana del nostro oggi. Il fatto che Mister No chiuda, abbandonato a se stesso dalla fatalistica rassegnazione del suo editore e creatore, è lo specchio più sicuro della confusione che regna in SBE e del fatto che venga dissipata l'enorme ricchezza che essa ha al proprio interno.

La negatività della iperproduzione è un fatto eventuale, non primario; non risiede nel fatto nudo e crudo della moltiplicazione delle testate, ma in cosa consiste l'offerta di ciascuna serie. E molto più negativa l'iperproduttività all'interno di ciascuna serie, che ormai da anni appiattisce la creatività degli autori avendo perduto ogni carattere di "specialità" e rappresentando solo uno sfogo del surplus di capacità produttiva dei disegnatori.

La Disney ha infine reagito alla sua lunga crisi diversificando il suo parco proposte, lanciando negli ultimi anni molte cose nuove, da Pikappa al purtroppo rinnegato Mickey Mouse Mystery Magazine, fino ad uscire dall'universo consolidato di topi e paperi con il successo planetario di Witch, e poi con Monster Allergy e più recentemente Kylion.

E' la squadra vincente che non si cambia, non quella perdente.

V.


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E' la squadra vincente che non si cambia, non quella perdente.

V.
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infatti se andiamo a vedere Dylan Dog degli autori delle origini chi è rimasto?
Sclavi , Chiaverotti , Manfredi , nun ce stanno chiu'.

Ah volevo aggiungere che questa crisi poi non è detto che sia dovuta a storie piu' scadenti che nel passato, è che il pubblico è maturato , è mooooooooolto piu' esigente , è abituato al cinema di questi ultimi anni , a Tarantino con dialoghi e scene spettacolari , ai nuovi effetti speciali digitali , cose che nei film alcuni anni fa non potevano essere prodotti. Invece nei fumetti potevano mettere quello che volevano la fantasia è illimitata.
Pensate solo al film di Spiderman , solo una quindicina di anni fa era impensabile poter realizzare un film del genere , anzi l'avevano prodotto ed era una ciofeca , invece il fumetto era spettacolare senza limiti. Insomma per me il cinema ha superato il fumetto anche negli effetti speciali , e questo va a danno del fumetto.
Poi ci possiamo mettere i videogiochi che quelli di oggi raccontano storie con trame quasi da film o da fumetto.
Ecco per me la crisi passa anche da questo.







Edited by - Goblin on 09/09/2004 09:54:44


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<BLOCKQUOTE id=quote><font size=1 face="Verdana, Arial, Helvetica" id=quote>quote:<hr height=1 noshade id=quote>
Ah volevo aggiungere che questa crisi poi non è detto che sia dovuta a storie piu' scadenti (...)<hr height=1 noshade id=quote></BLOCKQUOTE id=quote></font id=quote><font face="Verdana, Arial, Helvetica" size=2 id=quote>

Ergo, nel caso, servono storie migliori :-)

V.


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infatti


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<BLOCKQUOTE id=quote><font size=1 face="Verdana, Arial, Helvetica" id=quote>quote:<hr height=1 noshade id=quote>
infatti
<hr height=1 noshade id=quote></BLOCKQUOTE id=quote></font id=quote><font face="Verdana, Arial, Helvetica" size=2 id=quote>
Genesis! hai vinto!
il post più corto della storia!
<img src=icon_smile_big.gif border=0 align=middle>


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Nella presentazione del album, su curiosità cè scritto che "la Trelkovsky si chiama Maria". Ma che si chiama Maria non è una novità, mi sembra... Qualqu'uno sa dirmi in quale altro album appare il suo nome? Vediamo chi lo trova per prima...

"Sono solo 7 le meraviglie del mondo?"


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