Cravenroad7

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A me il bersaglio principale pare comunque essere il "maschio medio", per così dire, nel senso che sarà anche vero che la protagonista è ossessionata e paranoica, ma è anche vero che alla fine... Ha ragione! Per quanto una donna sia perfetta, l'uomo troverà comunque un motivo per non farsela andar bene, e nemmeno Dylan fa eccezione. Insomma, alla fine della fiera i dubbi della ragazza su Dylan sono (almeno in parte) giustificati.

alla barbato "non piacciono gli uomini", è palese da anni.

la prima storia è stata traumatica come impatto...direi che la considero solo un "regalo "di Vanna Vinci a DYD (senza voto)
seconda storia: bella e devo dire che ho fatto fatica a finirla ,in quanto sono claustrofobico e mi sono " immedesimato in DYD"....Poretto & Mericone assoutamente promosse(8).. i disegni di Simona Denna sono uno spettacolo,valorizzati dagli ottimi colori di Chiara Colabich!!(8)
terza storia..Paola Barbato che si sfoga sull'argomento "fidanzate di DYD" con buoni risultati (peccato la presenza contemporanea di una ottima storia nel mensile che sminuisce questa)(7)
disegni ottimi di Lola Airaghi che ci da' un dylan molto espressivo...unico appunto Thelma è identica a Desdy Metus (non che la cosa mi dispiaccia...da fan dell' insonne!!)(8)
stefania faccio colora il tutto bene,ma senza osare nulla (6.5)
quarta storia...mah...bella nelle intenzioni perchè la Caccicvio osa e azzarda un inizio storia shocckante...ma poi,forse le poche pagine, la fanno scorrere troppo in fretta...l'idea finale è molto presa dal primo incontro NN & MM(7)
i disegni di valentina romeo mi sono molto piaciuti,forse per lo sguardo sempre tenero che ha dato a dyd (8)
la colorazione di Ketty Formaggio è ottima e varia accompagnando bene la storia (9)

copertina: boccio laura zuccheri, il suo dylan non mi piace e non trovo seducente la "donna"in copertina (5)
nel complesso un buon prodotto : 8

G.Luca

dogares! sei stata/o male per problemi di identità?.

edit: c'era un post di dogares, subito cancellato.

Avevo sbagliato a postarlo e l'ho tolto. Purtroppo stanno accadendo cose difficili per me
Grazie cmq per avermi chiesto come va.
Sul color....sotto tono. In generale, salvo la storia di mezzo la sola che sia stata capace di leggere, il resto vedrò.
Strega.

Lette le prime due!

"La villa degli amanti": un soggetto di fantasmi classico quanto scontato, eppure piacevole, supportato da disegni molto particolari che in linea di massima mi sono piaciuti, ma la cui staticità è a tratti eccessiva.
Tommaso faceva riferimento al ripetersi di inquadrature uguali come ad un aspetto di novità rispetto al classicismo bonelliano, ma a dire il vero per me questo elemento è uno di quelli che maggiormente penalizza le illustrazioni di questa storia.
E' in ogni caso innegabile che quelli di Vanna Vinci siano i disegni più caratteristici e più femminili, e in alcune tavole vengono toccati punti particolarmente espressivi grazie alla connotazione naïf del tratto in grado di esprimere perfettamente la tenera sensualità della coprotagonista.


“La camera chiusa” è una strizzata d' occhio ad alcuni clichè tipici di Dylan Dog. L' idea, discretamente sviluppata sul piano della carica claustrofobica, non lo è altrettanto sul piano della trama, che non si discosta mai dal continuo riproporsi della medesima situazione e che si risolve un po' sottotono.
Impeccabili i disegni, colorazione un po' troppo luminosa per i miei gusti.

vedo che la colorazione "luminosa" non piace a tanti...e io sono fra quelli.

non sono andata oltre la terza storia finora, quindi mi limito a commentare le prime per poi dare un giudizio finale; comunque, per adesso siamo sul mediocre.

copertina: 7- la donna è sensuale (anche se troppo ossuta) dylan è ben tratteggiato e, in generale, la colorazione crea un'atmosfera soffusa, intrigante.

la prima storia è un divertissement, uno svago, come se dylan fosse disegnato da silver o bonvi con un elmetto in testa, o mentre corre con la gallina marta in testa.
beh, su un color fest ci può stare, un piccolo 6 all'originalità e al coraggio lo strappa; la storia è vista e rivista millemila volte, ma è quasi più un pretesto per caratterizzare il nostro "eroe" in modo alternativo.

seconda storia: sarebbe da 8 per i disegni superbi, la resa grafica, la colorazione, anche se il soggetto si è visto le millemila volte di cui sopra; è talmente suggestiva fino all'ultima pagina da non creare problemi dal punto di vista inflazionistico. peccato che proprio l'ultima pagina abbia il megatonfo: il trappolone di queste storie surreali è che non c'è UNO che sia UNO che riesce a trovare il colpo di scena geniale.
immancabilmente paf, la boiata più assoluta. eppure sono fatte apposta per creare la suspance del finale, trascinano la mente a travalicare i propri schemi, per invischiarla in una realtà paradossale, di cui in definitiva si da una spiegazione non all'altezza del mistero creato.

terza storia: la barbato confeziona il dylan che più odio, il perfetto mentecatto che
SPOILER
ha la fidanzata carina, è innamorato, stupito da quanto si trovi bene con lei e poi la tradisce per una trom**** evitabilissima (se così si può dire di una tromb*** ) che avviene, non dopo 30 anni di matrimonio ormai naufragato, ma dopo 3 mesi di relazione soddisfacente.
visto così lo considero un tale idiota che la mia predisposizione a godermi la storia subisce un crollo verticale.
disegni e colorazione gradevoli e più che positivi, peccato per alcune vignette in cui sembrano un po' sproporzionati; c'è perfino un po' di splatter (col colore si addice molto ) che non guasta. voto: 6+

mah, davvero sono scoraggiato, sto cominciando a pensare di non comprarlo più (che poi lo so che il prossimo me l'accatto)

Gli episodi, chi più chi meno, sono banalissimi, mediocri, alcuni sceneggiati proprio male. A cominciare dall'episodio della Vinci, con una introduzione della storia scritta per cerebrolesi, e continuando con la storia della Barbato, davvero deludente, di una banalità quasi inaccettabile, con le sue solite fisime contro Dylan Dog, dipinto da cornificatore latin lover, nonostante sembri innamorato perso. Le altre sono un po più accettabili, ma niente di che. Oltretutto queste due storie non hanno molto a che vedere col tema femmes fatales, specialmente la seconda....

I disegni della Vinci mi hanno incuriosito alla fin fine, ma niente di che, gli altri sono uguali: tutti simili allo stile di Brindisi, tutti omogenei. Mah!

Non è il Color Fest più brutto, ma solo perchè gli altri non sono stati chissà che.....

Non compro il Color Fest per le storie,quindi non mi aspetto nulla di che e non ne rimango troppo deluso....
Tuttavia la prima storia è decisamente brutta,la seconda ha un finale da far cascare le braccia e la terza risulta piuttosto pasticciata e inutile.
Ottima quella della Barbato-Airaghi,pertinente al tema,divertente e con una buona dose di splatter che non guasta mai sopratutto con i colori (magari si potrebbe osare di più).
Occasione persa dalle autrici in rosa che confezionano un prodotto molto poco graffiante.

Che dire...la prima storia sinceramente non riesco nemmeno a leggerla. Quei disegni sono un pugno in un occhio per me.
La seconda buona, ma troppo ripetitiva, ispirata ad un racconto di S.King e dal relativo film mi ha scazzato però il finale, proprio brutto e moraleggiante all'eccesso.
Le altre due le devo leggere...

Ma tu non eri stato sputtanato?!? Patetico...

La villa degli amanti.
Secondo me il soggetto non era male, però costretto in un formato forse non adatto. In un albo normale forse avrebbe potuto essere migliore e la Vinci avrebbe potuto evitare qualche infodump frettoloso. Dei disegni apprezzo il tratto personale che forse dovrebbe caratterizzare maggiormente questo tipo di pubblicazioni. A volte però è ripetitivo e stancante. A questa storia do 5. Le altre le leggerò prossimamente.

visto che lo hanno scritto anche altri e io mi ero astenuto, perchè ne avevo già parlato in un altro topic, ribadisco.
sul color fest ci vorrebbero più tratti particolari. togliendo la vinci, le altre tre, pur avendo fatto un ottimo lavoro, hanno un tratto standard che si trova ovunque. sarebbero potute essere pubblicate tranquillamente sulla serie regolare. continuando così il color fest viene poco sfruttato. ridico anche che i ai disegnatori andrebbe lasciato più tempo per la storia, in modo che si colorino da soli le tavole (possibilmente a mano), per lasciare una traccia più completa della loro arte.

Sono d'accordo Skeletor. Il Color Fest sta perdendo quel poco di interesse che aveva all'inizio: cioè lasciare completa libertà agli autori di interpretare e disegnare Dyd secondo i loro gusti e i propri archetipi narrativi. Perchè Dyd fin dall'inizio è stata un giocattolo smontabile, sgangherabile come disse Umberto Eco in un famoso articolo. E' uno strumento narrativo potente ed estremamente flessibile. Basta leggere le storie brevi dei primi Giganti: piccole grandi narrazioni che hanno reso Dylan Dog un personaggio tridimensionale e, nonostante se ne dica, indipendente dallo stesso autore che l'ha creato, cioè Sclavi.
Il problema è che la casa editrice non lo vuole perché di risorse umane e artistiche che potrebbero portare nel mondo di Dylan Dog qualcosa di veramente bello nuovo e artistico ci sono. Avete citato Gipi, altri vogliono Ortolani o Manara, altri (io) la Ziche. Ci sono tanti autori che, senza entrare nell'ambito dei "sogni son desideri" potrebbero veramente creare arte su un personaggio popolare: la sintesi tra il fumetto popolare e il fumetto d'autore che tanto viene apprezzata dagli editori come Bonelli ma che gli stessi editori non fanno niente per concretizzare.
Osare, questa è la parola chiave. Osare per il semplice gusto di restituire al pubblico un personaggio che fa parte del nostro immaginario collettivo e che film come quello appena uscito stanno scalfendo offuscandone l'immagine.
Se Bonelli vuole veramente riportare Dylan Dog allo stato dell'arte com'era nei primi anni (non solo con Sclavi ma anche con Chiaverotti tra gli altri), allora faccia questo. Ma lo faccia veramente. Se la Bonelli pensa che il film di Dylan Dog non è un film sul loro personaggio, non basta il silenzio dei loro editoriali, dimostrino veramente che sono loro i veri possessori di questo fantastico oggetto narrativo, dimostrino che è vivo, come è vivo il fumetto italiano e i tanti autori che ci lavorano e che non hanno niente da invidiare ai colleghi stranieri. E tutto questo senza scomodare i nomi impossibili per eventuali color fest come Nagai o Moore. Restiamo con i piedi per terra perché poi qualche balzo in aria lo si può fare eccome.